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Natale 1995: non comprate questi giochi

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@Carmelo Speltino

E insomma, ogni anno ce n’è una. Si avvicina Natale e l’editore ti chiede un pezzo sui giochi in scatola. Il che significa che mi devo staccare da Candy Crush Saga e andare a riesumare giochi decrepiti che non interessano a nessuno.

Ma perché, RisiKo! non vi basta?

Vabbeh, stavolta mi tocca parlare di tre giochi della fine degli anni Novanta, visto che pare sia stato un momento di svolta per il mondo dei giochi da tavolo. Il che comporta che devo pure procurarmeli e dargli un’occhiata perché non conosco nessuno che ci abbia mai giocato. Forza, prima cominciamo e prima posso tornare a vedere la partita della mia amata Marrapolese.

1. Pecore che passione: I Coloni di Catan

Il primo e più importante gioco di questa lista è I Coloni di Catan (1995), che tutti noi abbiamo sentito nominare millemila volte perché i nerd lo amano alla follia e per qualche motivo ha rivoluzionato i giochi da tavolo.

Se la rivoluzione consiste nel collezionare svariate greggi di pecore, stavamo meglio prima.

@Jon Stefansson

I giocatori competono su una mappa differente in ciascuna partita per accaparrarsi delle risorse generate casualmente. Come si può immaginare, il risultato è che di volta in volta devi formulare da zero la tua strategia, perché le tattiche adottate nelle partite precedenti potrebbero non essere adatte al nuovo tabellone.

Ma sono pazzi? Sarebbe come giocare a RisiKo! senza l’Oceania. Che poi RisiKo! è già un gioco sufficientemente complesso.

Ad ogni modo, senza alcuna logica apparente, i giocatori potranno usare queste risorse per costruire villaggi, città e strade o scambiarle tra di loro. Come è possibile che un mucchio di minerali, un fascio di grano e una pecora possano diventare un cavaliere è una domanda destinata probabilmente a restare senza risposta.

Tutte queste cose conferiscono un certo numero di punti, e il primo ad arrivare a dieci punti vince. Ora, in tutta onestà, potete immaginare qualcosa di più noioso? Nemmeno io.

E pensate che in quello stesso anno è stata pubblicata l’edizione Deluxe di Monopoly, una scatola piena di pezzi speciali e pedine nuove per il sessantesimo anniversario di uno dei giochi più belli di sempre. Quale modo migliore di trascorrere il Natale che un duello a schiaffi e parolacce per decidere il possesso di Parco della Vittoria?

Niente pecore e cavalieri, qui si parla di soldi! Ora sì che il gioco si fa serio. E siccome la tavola è sempre la stessa, io so già che appena inizia la partita mi devo buttare sulle stazioni. Sono sicuro che la prossima volta riuscirò a non essere eliminato per primo, anche se per fortuna c’è sempre il nuovo FIFA alla PlayStation.

@Alper Çuğun

2. Scusa, me lo potresti rispiegare? Android: Netrunner

Se Pecore di Catan è un gioco complicato, Android: Netrunner (1996) è incomprensibile. Ogni singola carta è un delirio cyberpunk di parole e numeri, che se uno voleva leggere si pigliava un libro, mica un gioco da tavolo.

Ideato da Richard Garfield, quello di Magic: the Gathering, questo vortice di regole oscure è ancora più ingarbugliato. Il doppio, per la precisione.

I giocatori infatti assumono due ruoli completamente diversi, con regole e meccaniche distinte. Da una parte c’è la corporazione malvagia che tenta di perseguire i suoi loschi scopi, dall’altra un hacker che cerca di rubare i suoi segreti. Insomma, se tutto va bene siamo rovinati.

Quelli della Fantasy Flight hanno anche fatto un tutorial su YouTube ma non si son degnati di doppiarlo in italiano.

Come se non bastasse, il bluff e l’inganno sono elementi centrali delle meccaniche di gioco e possono determinare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Un gioco da criminali, in pratica.

@Hubert Figuière

Poco male, vi sento già dire, basta comprare le carte più forti in commercio e abbiamo risolto. E invece no!

Perché A:NR non è un gioco di carte collezionabili (CCG), bensì un gioco di carte vivente (LCG). Ovvero, le nuove carte non vengono acquistate in bustine da quindici, ma in espansioni complete, il che comporta che tutti hanno le stesse carte.

Non importa quanti soldi abbiate, vincerà comunque il più bravo.

Sentite, fate una cosa. Per Natale regalatevi Uno. Nel 1998 è uscita persino un’edizione con incluse le tre regole della casa più popolari. Facile, veloce, e persino vostro cugino di sei anni può vincere. Anzi, tipicamente vince lui perché tutti gli zii non gli giocano mai niente contro.

Piccolo sgorbio.

@odolostebowl

3. Botte da orchi: Blood Bowl

Cosa c’è di peggio del football americano?

Semplice: Blood Bowl (nel 1994 è uscita la terza edizione, ma nel 2016 esce la nuova), una variante fantasy iper violenta del football americano ambientata nel mondo di Warhammer. Non solo si sono inventati un gioco che non c’entra niente col nostro amato calcio (sempre sia lodato) e lo hanno chiamato football, ma se ne sono inventati una versione irreale e persino più complicata.

Per farvela breve, ogni giocatore sceglie una razza (orchi, nani, umani, skaven, elfi,…) e costituisce una squadra a tema, inserendo all’occorrenza anche mostri come uomini albero, ogre e così via.

Ogni elemento della squadra può compiere un’azione ad ogni turno, ad esempio passare la palla o entrare di prepotenza su un avversario. Starà ai dadi decretarne il successo o il fallimento.

@s_sb

Il gioco prosegue per un paio di noiosissime ore in cui i partecipanti urlano ai dadi, gridano alle miniature, rispondono male al pubblico e si insultano l’un l’altro. In qualche maniera in mezzo agli schiamazzi trovano il modo di segnare dei punti depositando l’appuntito ovale nell’estremo avversario del campo.

Alla fine i due si stringono la mano, afoni e soddisfatti.

Personalmente sono senza parole.

Lasciate perdere queste stupidaggini, se volete giocare a qualcosa che abbia un tema sportivo, fate un buon vecchio Fantacalcio. Così sì che avrete un motivo per seguire anche gli scontri a metà classifica da oggi fino a quando il sole si spegnerà.

E poi, se ci tenete ad urlare, vi basta una semplice asta a metà settembre e potete passare tutta l’invernata a bestemmiare in serbocroato senza poter fare più nulla per vincere.

Certo, c’è sempre l’asta di riparazione. Però quella si fa a gennaio e noi si sta scrivendo di Natale.

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