Il giuoco delle parti, l’eterno ritorno dell’anima1 min read

3 Marzo 2014 Cultura -

Il giuoco delle parti, l’eterno ritorno dell’anima1 min read

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Il giuoco delle parti, l'eterno ritorno dell'anima

“Ma che vita vorresti, scusa?”. “Non lo so! Una vita qualunque, non così!”. Silia, in casa con l’amante Guido, insoddisfatta del ruolo che ha scelto di vivere in accordo col marito Leone, svela fin da subito la natura follemente pirandelliana dei personaggi che popolano Il giuoco delle parti di Umberto Orsini.

Il giuoco della vita consiste nel darsi una Forma, ma senza appagarsi mai in questa o in quella.

Il Leone Gala di Orsini è un vecchio sulla sedia a rotelle cosciente di quello che lo attende: la debolezza di un uomo e la tranquillità di un Dio, collocato in uno spazio/prigione dove la ragione e la follia convivono, dove il passato “ritorna reale” perché del passato non si può vedere solo ciò che è passato, ma anche ciò che è sempre presente.

Ed è proprio questo eterno ritorno psicologico che viene messo in scena. Il protagonista è mentalmente e realmente intrappolato nel suo passato, rendendo il presente e il futuro alieni da ogni cambiamento.

La scelta di riscrivere un finale diverso risponde alla necessità di dare una risposta alla domanda che Orsini e il regista si sono posti: ma questo protagonista della storia, questo Leone Gala, il famigerato “gioco della vita” lo aveva poi veramente capito?

Il protagonista ha scelto di subire il ruolo che la Storia assegna a ognuno, isolandosi dal coro borghese di cui fa parte, autoemarginandosi. Ha preferito i libri e la cucina agli uomini, è diventato guscio e si è svuotato di ogni emozione per vivere solo del gioco dell’intelletto.

Aver capito il gioco non l’ha difeso dalla sofferenza di esistere che unisce tutti i personaggi di Pirandello, rendendolo comunque un vinto.

Il giuoco delle parti è in scena al Teatro Eliseo fino al 9 marzo. 

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Mi sono appassionata al teatro semplicemente perché guardare la vita degli altri mi faceva stare bene. Le persone che in questi anni ho incontrato hanno contribuito a farmi diventare una persona che considera valore “la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano… quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco”.
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