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10 cose strane dall’Asia: dagli insetti fritti ai parrucchieri on the road

cose strane

Photo credit: killerturnip via Visualhunt.com / CC BY-NC-ND

Reading Time: 7 minutes

La bellezza di viaggiare, a mio avviso, sta soprattutto nel confrontarsi con realtà diverse dalla propria: a volte piacciono, a volte meno, ma di sicuro ci aiutano ad aprire la mente e a capire che non c’è un modo di vivere-fare-pensare, ma ce ne sono mille. Detto questo, io gli insetti non li mangerò mai! Esatto, gli insetti che ho visto cucinati in svariati modi durante i miei viaggi a zonzo per il Sud-Est asiatico; dal Laos alla Cambogia, dalla Malesia alla Thailandia, dal Vietnam a Singapore, ho avuto modo di “toccare con mano” una cultura dalle molte sfaccettature e decisamente differente dalla nostra.

In questi viaggi mi sono imbattuta in cose strane, molto strane, davvero strane. Qualcuna è comune a tutto il Sud-Est Asiatico, qualcuna invece è tipica del posto; sta di fatto che ognuna mi ha fatto fantasticamente sentire dall’altra parte del pianeta… ragione per cui sono tornata in Asia così tante volte! Qui vi propongo la mia personale top 10 delle cose strane dall’Asia, spero vi venga voglia di sperimentarle tutte!

@claudia dagrada

10 Cose strane dall’Asia

1. Insetti Yummy

Partiamo proprio da loro, i famigerati insetti di cui tanto si sente parlare. C’è l’imbarazzo della scelta, dai bacarozzi alle larve, dalle formiche alle cavallette e vengono cucinati fritti, allo spiedo, in padella… yummy! Dicono sia un’ottima fonte di proteine, ma opto per un tradizionale pollo alle mandorle!

Questa foto l’ho scattata in Cambogia, mentre ero in viaggio in pullman verso la capitale. Durante la sosta, mi sono imbattuta in alcune bancarelle che, tra frutta e verdura, vendevano insetti take away. La quantità si decideva in base alla lattina riempita su richiesta. Tornata sul pullman, la gente appendeva al sedile il sacchetto pieno di insetti e li mangiava come fossero patatine, li tiravano fuori uno per volta… CRONC… CRONC… CRONC… No way!

@claudia dagrada

2. Bici e motorini stracarichi

Anche questa immagine rientra fra gli stereotipi sull’Asia. È come se i mezzi su due ruote fossero i nuovi asini del Duemila. Non so proprio come possano mantenere l’equilibrio con tutta quella roba che caricano sul povero mezzo. E riescono ad ammassare tutto senza far cadere nulla. Secondo me dovrebbero brevettare questa loro abilità fuori dal comune.

È come se dopo secoli di esperienza avessero trovato un valido metodo per fregare la forza di gravità: funi, colla, forse saliva? Per me è un mistero. Sta di fatto che ceste, sacchi, scatole, oggetti di ogni tipo vengono tutti amalgamati con la stessa sofisticata arte. E se poi sono in bicicletta, pedalano come nulla fosse, nemmeno una goccia di sudore. Ma dove la trovano tutta questa forza?!

@claudia dagrada

3. Specializzati in pisolini

Va bene che ai tropici fa un caldo infernale, stagione secca o delle piogge non cambia niente, ma la pennichella lì è davvero uno sport nazionale! Distrutti da afa e umidità, tutti dormono praticamente ovunque senza ritegno e il mezzo di trasporto sembra quasi più comodo di un’amaca.

Il motorino è perfetto: il sedile funge da materasso, mentre il manubrio regge meravigliosamente le gambe. Ronfano come bambini, con la bocca aperta e i piedi all’aria! Io ho sempre pensato che la pennichella fosse un’invenzione degli spagnoli e per osmosi dei sudamericani, la famosissima siesta che tutti conosciamo, ma in Asia sono andati oltre: o c’è stata una frode culturale, oppure hanno superato brillantemente i maestri.

@claudia dagrada

4. L’arte di attraversare la strada

Questa stranezza è tipica del Vietnam, dove attraversare la strada è una vera e propria arte. Diciamo che i guidatori non fanno molto caso ai pedoni e le strisce sulla strada non abbondano, per cui bisogna armarsi di coraggio e attraversare dove capita.

Per fortuna avevo letto come fare sulla guida. Se corri non sopravvivi e causi sicuramente un incidente. Il segreto sta nel camminare con lentezza, magari allungando in avanti una mano, così gli automobilisti ti vedono e hanno tempo di rallentare e schivarti. Non spaventatevi se siete circondati da macchine e motorini, il tutto avviene in calma e tranquillità: in Vietnam anche se suonano il clacson in modo ossessivo compulsivo, non sono guidatori incattiviti (se penso all’astio dell’automobilista medio milanese, in Vietnam vantano una tranquillità davvero zen).

@claudia dagrada

5. La puzza del Durian

La prima volta che ho visto in vita mia questo frutto è stato in Malesia e quando ne ho sentito l’odore stavo per rimettere. Viene mangiato in tutti i Paesi del Sud-Est (la Thailandia è uno dei maggiori produttori) ma il tanfo che ho sentito a Kuala Lumpur non lo dimenticherò mai.

Mentre camminavo in un mercato, sono passata davanti a una macchina con il baule aperto pieno di questi frutti: se non mi fossi tappata il naso sarei svenuta. Il lezzo è una via di mezzo fra verdura marcia, vomito e formaggio fetido. Un odore fortissimo che copre qualsiasi cosa, non si sentirebbe nemmeno il fritto di Mac Donald! E puzza talmente tanto che spesso è vietato portarlo in treno, albergo e altri locali pubblici (grazie a Dio, aggiungerei). Il problema è che in queste zone ne vanno ghiottissimi.

@claudia dagrada

6. Parrucchieri on the road

Nel Sud-Est asiatico ho visto dei livelli di povertà a cui noi, per fortuna, non siamo davvero abituati, soprattutto in Cambogia. Per far fronte a una simile situazione, sono diventati dei veri e propri geni nel crearsi un’attività che gli permetta di sopravvivere.

Una delle più affascinanti ai miei occhi è quella del parrucchiere (in genere per uomo) allestito sulla strada. Non so se siano itineranti, non mi sono mai fermata in un posto abbastanza a lungo per monitorarli; in genere però le sedie per i clienti sono quelle da barbiere old style piuttosto ingombranti da spostare. Ad ogni modo, bastano un pettine e uno specchio appeso al muro e loro sono a posto, non serve nient’altro! La serietà con cui poi si dedicano al cliente è invidiabile.

@claudia dagrada

7. L’eletticità nell’aria

Praticamente in qualsiasi agglomerato urbano in cui sono stata, se provavo a guardare il cielo al posto delle nuvole vedevo quasi sempre una concentrazione di fili e cavi elettrici a dir poco elettrizzante. Sembravano liane di piante tropicali che lungo i pali vibravano nell’aria, collegando un palazzo all’altro, arrampicandosi ovunque!

E io mi dicevo: “Ovviamente sarà tutto a norma di legge…” ma certo! Senza contare poi i garbugli allucinanti che paiono nidi di cicogne. Non so proprio come un elettricista possa metterci mano, ci vorrebbe una laurea in grovigliologia elettrica. Ogni tanto mi sono chiesta cosa mai sarebbe successo se, ferma a un semaforo, avessi appoggiato la mano a un palo… fulminata all’istante? Ho preferito non scoprirlo, meglio l’ignoranza.

@claudia dagrada

8. Take away coke

Ero in Thailandia, morivo di caldo così sono entrata in uno dei soliti negozietti che vendono tutto di tutto e mi sono presa una Coca Cola. Arrivata alla cassa, la commessa mi ha chiesto se volevo metterla in un sacchetto di plastica e ho detto di sì. Cosa vi aspettereste voi? Che facesse letteralmente quello che ha detto, no? E in effetti lo ha fatto: ha aperto la lattina e hanno versato l’intero contenuto dentro il sacchetto trasparente. E con un bel sorriso ci ha ficcato dentro pure la cannuccia!

Non sapevo cosa fare, mi veniva da ridere ma non volevo passare per la solita farang (turista occidentale in tailandese). Mi sentivo un po’ stupida a bere da un sacchetto, ma poi mi sono guardata interno e in effetti era una pratica comune, l’ho visto fare anche con le zuppe ad esempio.

9. Il pigiama trendy

Questa cosa non l’ho mai capita del tutto. Non so se si tratti di un pigiama che gli asiatici rivedono a modo loro o di una semplice e tipica mise locale che io, da ignorante europea, non conosco… Sta di fatto che, durante il giorno, donne e bambini indossano tranquillamente questi completi che ai miei occhi sembrano perfetti pigiami!

Pare si siano appena svegliati o debbano andare a dormire! In genere si tratta di camicia con bottoni e pantaloni larghi con la stessa identica fantasia, quasi sempre con motivi floreali e dai colori sgargianti! E ogni volta che riguardo le foto mi strappano un sorriso a mille denti!

@claudia dagrada

10. Camera con vista

Ecco, questa è fantastica. Da viaggiatrice solitaria sgarruppata quale sono, trovo sempre alloggio in bettole dove le camere spesso e volentieri non hanno la finestra, ragione per cui i prezzi sono così bassi. D’accordo che devo risparmiare, ma la claustrofobia anche no quindi specifico sempre che ne voglio una dotata di finestra. Ovviamente bisogna pagare la differenza (pur irrisoria), non è mica gratis potersi gustare una sana boccata d’aria fresca!

Peccato che molte volte la finestra consista in un quadratino di un paio di spanne, con le sbarre e a pochi centimetri da un muro. La prima volta ho provato a chiedere spiegazioni ma, come si dice, è quello che passa il convento. Mi è successo soprattutto in Vietnam, ma anche in Malesia. Ragione in più per non oziare e andare sempre in giro a visitare tutto il visitabile!

@claudia dagrada

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