Case Museo Milano: un patrimonio da scoprire6 min read
Reading Time: 5 minutesI luoghi dove le persone hanno abitato parlano un linguaggio fatto di spazi, di oggetti, di gesti, di saperi, particolarmente comunicativo, in grado di raccontare storie attraverso la vita quotidiana che trascorreva tra le stanze e la città fuori dalle finestre.*
Quando mi sono trasferita a Milano mi è capitato quasi per caso di visitare le quattro Case Museo che si trovano in città. Me ne aveva parlato una conoscente riguardo ad un’iniziativa in corso che metteva in relazione il patrimonio artistico delle Case Museo a oggetti di design contemporanei. Confesso che non avevo proprio immaginato di partire così alla scoperta di Milano e non avevo nemmeno molta idea di cosa aspettarmi.
Ho comunque pensato che potesse trattarsi di una buona occasione per visitare qualcosa al di fuori dei circuiti turistici più conosciuti e al contempo familiarizzare con la città, visto che le quattro Case Museo si trovano non troppo distanti l’una dall’altra, in posizioni abbastanza centrali e facilmente raggiungibili utilizzando i mezzi pubblici.
Così mi sono trovata a varcare la soglia di quattro dimore storiche appartenute a note famiglie che, nel tempo, hanno messo a disposizione della collettività le loro abitazioni e le loro collezioni private. Ogni casa si caratterizza per la particolare architettura, la storia dei suoi inquilini le preziose collezioni d’arte ospitate. Dal 2008 le quattro dimore sono organizzate nel Circuito delle Case Museo Milano, nato con l’intento di promuovere questo patrimonio culturale e artistico e sono visitabili con un unico biglietto cumulativo della durata di dodici mesi.
Il Museo Bagatti Valsecchi, Casa Boschi di Stefano, Villa Necchi Campiglio e il Museo Poldi Pezzoli sono le quattro dimore milanesi, ma non si tratta di esempi unici in Italia. Quello delle Case Museo è in realtà un patrimonio molto più diffuso di quanto si possa pensare, estremamente interessante e forse ancora poco conosciuto. Come si legge nel sito di Case Museo Italia, un progetto nato nel 2012 per mettere in rete e valorizzare le Case Museo d’Italia e che a oggi conta 70 dimore, una casa museo è “il luogo dove qualcuno ha abitato (non importa se re o pescatore) e che porta ancora i segni e le forme della cultura e della società a cui quel qualcuno è appartenuto.”
Le Case Museo sono quindi luoghi in cui riscoprire il passato, i modi di abitare, le tradizioni, i riti familiari e sociali e in cui molto spesso è possibile vedere esposte collezioni artistiche di grande valore. Luoghi in cui hanno abitato uomini illustri, intellettuali, artisti, nobili o famiglie contadine, che raccontano storie affascinanti, spesso inaspettate, e che, lungi dal restare spazi immobili immersi nel passato, volgono lo sguardo al presente diventando spazio espositivo per mostre temporanee, progetti ed eventi come avviene anche nelle quattro Case Museo di Milano.
La storia delle Case Museo Milano
Casa Museo Bagatti Valsecchi
Non si è voluto fare un museo o una collezione, ma bensì la ricostruzione di un’abitazione signorile della metà circa del Cinquecento donde trovasi oggetti del XV e del XVI secolo dei generi più svariati: quadri, arazzi, tappeti, mobili, armi, ceramiche, bronzi, vetri, gioielli, ferri, utensili domestici di ogni qualità raccolti con studio accurato e restituiti al loro uso originario.
Giuseppe Bagatti Valsecchi
Immaginate due fratelli di una ricca famiglia milanese che alla fine dell’Ottocento decidono di ristrutturare la dimora di famiglia (tra via Gesù e via Santo Spirito) ispirandosi ai palazzi signorili del Quattro e Cinquecento lombardo e di arredarla completamente con oggetti d’arte rinascimentale. È la storia di Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, entrambi laureati in giurisprudenza, che impiegarono buona parte della loro vita nella ristrutturazione di Casa Bagatti Valsecchi, nella sua decorazione e nella raccolta delle opere d’arte a essa destinate.
Una ricerca e una cura davvero minuziosa che oggi ci permette di entrare in una dimora dal fascino suggestivo per l’insieme che si crea tra maioliche, vetri rinascimentali, arredi quattrocenteschi, oreficerie, armi, armature e le sale destinate a contenerli. La dimora, una delle case museo meglio conservate d’Europa, è aperta al pubblico dal 1994.
Villa Necchi Campiglio
Forse la più affascinante delle quattro, Villa Necchi Campiglio è un vero gioiello incastonato nel cuore di Milano (si trova poco lontano da Corso Venezia). Di proprietà del FAI Fondo per l’Ambiente Italiano la dimora risale all’inizio degli anni ’30 ed è stata progettata da uno dei più grandi architetti italiani di quel periodo, Piero Portaluppi.
Una volta varcato il cancello di questa lussuosa abitazione non sembra nemmeno di essere a Milano. La famiglia Necchi Campiglio apparteneva alla ricca ed elegante borghesia industriale della Milano degli anni trenta e l’abitazione ha tutte le caratteristiche delle tradizionali dimore nobiliari fatta eccezione per l’ampio spazio riservato alle zone destinate al ricevimento degli ospiti. Ad accogliere i visitatori un fantastico giardino di magnolie con piscina e campo da tennis. All’interno della Villa, oltre alla splendida architettura è possibile ammirare una raccolta di opere d’arte del primo Novecento.
Museo Boschi Di Stefano
Situata al secondo piano di un edificio di via Giorgio Jan (anche questo progettato dall’architetto Piero Portaluppi), Casa Boschi Di Stefano è diventata un museo in seguito alla donazione fatta nel 1974 al Comune di Milano da Antonio Boschi e Marieda Di Stefano, con la clausola che nell’appartamento di famiglia venisse aperto un museo che esponesse la loro collezione di arte contemporanea. È aperta al pubblico dal 2003.
Di fatto entrare in questo appartamento, costruito come un museo prima ancora di esserlo realmente, vuol dire fare un salto indietro nell’arte italiana del XX secolo. All’interno, infatti, sono esposte circa trecento delle oltre duemila opere che compongono l’intera collezione Boschi Di Stefano, tra cui si trovano capolavori di Soffici, Boccioni, Sironi, Severini, Dottori, Morandi, De Pisis, De Chirico, Savinio. Oltre a un’intera stanza dedicata a Lucio Fontana, con ben 20 opere dell’artista.
Museo Poldi Pezzoli
Il nobile Gian Giacomo Poldi Pezzoli era il proprietario di questa abitazione nel cuore di Milano, a pochi passi dal Teatro della Scala. Nel 1879 (anno della morte di Gian Giacomo) la dimora divenne Fondazione Artistica “ad uso e beneficio pubblico in perpetuo”, fu aperta al pubblico già nel 1881 e ad oggi si tratta di una delle più importanti e famose case-museo del mondo.
In realtà Casa Poldi Pezzoli era già stata pensata come un museo con raccolte di dipinti dal Trecento all’Ottocento, sculture, armi, vetri, orologi, porcellane, tappeti e arazzi, mobili ed oreficerie. Dalla passione del proprietario per le armi antiche era nata l’armeria, ancora oggi uno degli ambienti più affascinanti dell’intera casa. Si tratta di un ambiente dal grande effetto teatrale, affollato di stendardi, armi, armature, trofei, vetrine e manichini, andato purtroppo completamente distrutto durante la seconda guerra mondiale e poi ricostruito su progetto di Arnaldo Pomodoro.
*Tratto da Storiemilanesi.org