Il prezzo di Arthur Miller in scena al Teatro Argentina3 min read

4 Novembre 2015 Cultura -

Il prezzo di Arthur Miller in scena al Teatro Argentina3 min read

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il prezzo teatro argentinaA 100 anni dalla nascita di Arthur Miller, Roma lo ricorda con Il prezzo, testo poco frequentato dell’autore americano in scena al Teatro Argentina fino all’8 novembre con la regia di Massimo Popolizio e la scenografia essenziale  di Maurizio Balò.

Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Orsini, si svolge tutto in una stanza in cui vecchi mobili di famiglia accatastati sotto teloni di plastica diventano il leitmotiv che anima la scena, il prezzo che bisogna concordare per ciascun oggetto racchiude repressioni e frustrazioni di una famiglia americana che ha attraversato la crisi del 1929, quando in poche settimane la media borghesia si è ritrovata a non possedere più nulla, a dormire per strada e a mangiare avanzi  di verdure.

“Ne Il prezzo – ci ricorda Umberto Orsini, direttore artistico della Compagnia – Miller fotografa con spietata lucidità e amara compassione le conseguenze della devastante crisi economica avvenuta negli Stati Uniti nel ‘29. Figli di un padre che ha subito drammaticamente questa crisi, due fratelli si incontrano dopo alcuni anni dalla sua morte per sgomberare un appartamento in cui sono accumulati i mobili e gli oggetti raccolti dal padre nel corso della sua vita e che sta per essere demolito. Un vecchio broker è chiamato per stabilirne il prezzo”.

Anime ammassate e ingiallite come vecchi mobili, appunto, i protagonisti di questa piece di Miller intensamente interpretata da Massimo Popolizio (Victor), Alvia Reale (Esther), Umberto Orsini (Solom) e Elia Shilton (Walter). Un broker avido, contattato per caso da Victor grazie a un vecchio elenco telefonico, da anni aveva abbandonato il lavoro di rigattiere ma annusa subito l’ultimo affare della sua vita e cerca di raggirare Victor conquistando ogni oggetto al suo “peggior” prezzo.

Durante questa misera negoziazione, gli oggetti riporteranno alla mente ricordi e dolori rimossi: l’arpa della madre con l’armonica guasta, come del resto è sempre stata la sua anima, costretta ad abbandonare la sua carriera d’artista per accettare una vita più sicura accanto a un marito mai amato.

I due fratelli reagiscono diversamente al crollo economico e morale della famiglia: Walter continua la sua brillante carriera da medico indifferente alle difficoltà di un padre malato e lascia che solo Victor, agente di polizia, che detesta il suo lavoro, se ne occupi, sacrificando il benessere della moglie Esther e dei figli, costretti a vivere in una stanza in subaffitto.  L’apparizione inaspettata di Walter riaccende la scena animandola di ricordi e segreti, nascosti in oggetti che non sono i soli ad avere un prezzo, come spiega il regista e attore Massimo Popolizio.

“È un’opera a mio avviso molto importante perché riprende argomenti cari a Miller e ad altri autori americani della seconda metà del Novecento che hanno focalizzato sul tema della famiglia e del disagio economico legato a mutamenti storico-economici il loro interesse più appassionato. In questa commedia tutto ha un prezzo: le scelte, i ricordi, gli errori, le vittorie e le sconfitte”.

La tragicità del non detto ha sepolto per anni la verità di queste vite, che diventano simbolo di un’America in crisi di valori e di sicurezza economica. I loro tormenti vengono rappresentati da volti e corpi perennemente in tensione, interpreti eccellenti che si muovono sulla scena come zombi che attendono il momento di resuscitare, ma essendo “morti” non c’è speranza per le loro esistenze, solo lo scanzonato e nostalgico compratore vivrà una rinascita economica: “coi mobili usati non si può essere sentimentali”.

Il prezzo di Arthur Miller al Teatro Argentina di Roma fino all’8 novembre. Per maggiori informazioni su orari e prezzi clicca qui.

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Mi sono appassionata al teatro semplicemente perché guardare la vita degli altri mi faceva stare bene. Le persone che in questi anni ho incontrato hanno contribuito a farmi diventare una persona che considera valore “la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano… quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco”.
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