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Sondaggi regionali Sicilia 2017: centrodestra favorito, i 5 Stelle rincorrono

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@wikipedia

(a cura della redazione)
A pochi giorni dalle elezioni -si vota domenica 5 novembre, seggi aperti dalle 8 alle 22- la situazione resta sostanzialmente quella dell’ultimo mese: Nello Musumeci, candidato del centrodestra, è il grande favorito per la corsa alla presidenza della Regione Sicilia. Il contendente più accreditato resta Giancarlo Cancelleri, candidato del Movimento 5 Stelle, che dopo mesi di grande appannamento dovuto anche ai problemi con le regionarie sembra potersela giocare: la Sicilai per il Movimento 5 Stelle rappresenta un banco di prova importantissimo, come non smettono di ripetere i suoi principali esponenti da mesi, e la presenza sull’isola dei “pezzi grossi”, a partire da Beppe Grillo, segna la convinzione pentastellata che chi vincerà la Sicilia sarà favorito per le elezioni nazionali in primavera. E non sono solo i 5 Stelle a pensare che le elezioni regionali in Sicilia misureranno i rapporti di forza in vista delle elezioni nazionali, dato che le coalizioni sono le stesse o comunque molto simili.

Chi sembra partire senza nessuna possibilità di vittoria sono il Partito Democratico, con Micari e Mdp e Sinistra Italiana con Claudio Fava. Micari, nonostante l’endorsement di Totò Schillaci, non si avvicina neanche lontanamente ai numeri di Musmeci e Cancelleri.

Il sondaggio prodotto da Mrs Keix in data 2 novembre vede la seguente situazione:

    Nello Musumeci (centrodestra) 33,5%
    Giancarlo Cancelleri (Movimento 5 Stelle) 33,2%
    Fabrizio Micari (Partito Democratico, Alternativa Popolare) 24,2%
    Claudio Fava (Mdp, SI, Verdi, Rifondazione) 7,6%
    Roberto la Rosa (Siciliani liberi) 1-2%

Negli ultimi giorni la battaglia si è spostata sul campo dei possibili vincitori: il Movimento 5 Stelle ha capito che l’avversario da battere e Musumeci ed è partito alla carica contro l’ex eurodeputato e Ministro, accusando di contare tra le proprie liste una serie di nomi impresentabili. Accuse, a dir la verità, mosse da una parte dello stesso schieramento di centrodestra, la Lega di Salvini, all’altra parte, ovvero Forza Italia, riproponendo in Sicilia lo scontro già presente a livello nazionale per la leadership di un centrodestra sempre più lanciato verso la vittoria. È la seconda volta che Musumeci si candida a governare la Sicilia: nel 2012 ottenne 521mila preferenze, arrivando secondo dietro Rosario Crocetta. Il governatore attuale si era candidato nuovamente ma è stato escluso per ritardi nella presentazione della lista.

Sondaggi in Sicilia molto diversi tra loro

L’ultimo sondaggio Piepoli ha provocato un terremoto nella corsa alle urne siciliane: Nello Musumeci, candidato del centro-destra, è saldamente in testa col 42% delle preferenze, mentre Cancelleri, il candidato del M5S favorito fino a un mese fa, è ben lontano al 25%; sempre al 25% si assesta a sorpresa Claudio Fava, candidato di Sinistra Italiana, Movimento Democratico Progressista, Verdi e Rifondazione, superando di molto il candidato del Pd siciliano e di Ap Fabrizio Micari fermo solo all’8%. Dopo lo scalpore suscitato dalla rilevazione nel Partito Democratico, un successivo sondaggio, commissionato da MarketingInPolitica.com e realizzato dall’istituto Keix, presenta uno scenario differente: Musumeci si conferma in testa al 33,1%, seguito dal 31,6% di Cancelleri e con Micari al 27,3%. A Fava solo il 4,8% delle preferenze, mentre il candidato dell’ultimo minuto Sgarbi è fermo al 3,2%. Lo stesso sondaggio rileva che fiducia nei candidati è così distribuita: Musumeci è al 34,6%, Cancelleri al 30,5%, Micari al 23,8%, Fava al 6,9% e Sgarbi 4,2%. Importanti anche i dati sugli indecisi e l’astensione: la quota degli intervistati che non hanno ancora scelto il proprio candidato è del 53,4%, mentre il tasso di astensione dovrebbe assestarsi vicino al 51% degli aventi diritto.

Il PD e la guerra dei numeri

Dopo essere riuscito a riunificare il centro-sinistra siciliano con la sua candidatura, Fabrizio Micari sembra essere rimasto scottato dai primi sondaggi. Ma tutto il Partito Democratico dell’isola e lo staff del rettore dell’Università di Palermo non sembrano essere intimoriti dai numeri. Lo stesso Micari ha così commentato il sondaggio Piepoli:

Dove hanno trovato questo sondaggio? Nelle patatine?

Anche Fausto Raciti, segretario regionale del Pd, ha espresso i suoi dubbi attraverso una metafora che ricorda un po’ gli spot della Motta:

Fava al 25 per cento? E io sono pontefice

La sicurezza ostentata dal centro-sinistra siciliano deriva dal peso delle liste che sostengono Micari: si punta tutto sull’influenza esercitata dai candidati nelle liste a livello locale più che alla figura politica del professore. Secondo i democratici, questo tipo di fattore non viene rilevato in certi tipi di sondaggi. Proprio a sostegno di questa osservazione, il Pd siciliano ha portato ad esempio la rilevazione di Marketing In Politica dove Micari risulta comunque essere indietro rispetto sia a Musumeci che a Cancelleri. Claudio Fava, dal canto suo, ha subito cavalcato l’eco mediatica del suo apparente exploit e ha messo in guardia tutta la sinistra siciliana di non riposare sugli allori: “C’è un trend, mi sembra una candidatura in crescita e siamo partiti da pochi giorni. Mi sembra un dato significativo e importante. Perché racconta di un voto non allineato, non obbediente alle logiche dell’appartenenza. C’è da lavorare per una campagna elettorale buona.”

La rincorsa del Movimento 5 stelle

A metà settembre il giudice della prima sezione civile, Claudio Spiga, ha confermato la sospensione delle Regionarie del Movimento 5 Stelle che avevano investito Giancarlo Cancelleri come candidato ufficiale. La sentenza è arrivata dopo un ricorso al Tar presentato dall’attivista pentastellato Mauro Giulivi, escluso dalla corsa alla candidatura per non aver sottoscritto in tempo il Codice etico. Il giudice ha motivato la sentenza spiegando che le modalità per le candidature online nel M5s sono state ritenute troppo “generiche”. Un brutto colpo per il Movimento siciliano che ha fatto vacillare la stabilità della figura di Cancelleri. Lo scorso 18 settembre, il candidato pentastellato è intervenuto sulla questione in un incontro pubblico a Catania con Di Maio:

“Il giudice scioglierà la riserva nei prossimi giorni, noi comunque andiamo avanti parlando dei grandi temi della Sicilia, incontrando sindaci di piccoli comuni che significano grandi problemi, perché la Regione si è dimenticata di loro. Aspettiamo la decisione del Tribunale, ma non ci sono piani alternativi. “Andiamo avanti.” Dopo la conferma delle sospensione e per dare seguito alle dichiarazioni di Cancelleri, il Movimento ha chiesto il parere esterno del Professor Guido Corso, professore di diritto amministrativo all’Università di Roma Tre e avvocato della Cassazione del 1977, che ha sciolto ogni riserva riguardo la legittimità della candidatura: “Il fatto che il Movimento 5 Stelle abbia fatto precedere la formazione delle liste da una sorta di primarie e che lo svolgimento di quest’ultime sia stato irregolare, secondo l’opinione del Tribunale di Palermo non incide sulla regolarità della lista provinciale presentata né vizia la candidatura di Giovanni Carlo Cancelleri alla carica di Presidente della Regione. Si tratta di una vicenda regolata dal diritto privato, relativa al funzionamento di un’associazione non riconosciuta quale il Movimento 5 Stelle.

Come si legge sul blog di Grillo:”Il Professore ha chiarito definitivamente la validità della candidatura di Giancarlo Cancelleri alla Presidenza della Regione Sicilia, confermando che in caso di sua elezione non ci sarebbe nessun impedimento al regolare svolgimento della funzione di Presidente della Regione Sicilia.” Malgrado ogni dubbio sulla legittimità sulla candidatura sia stato sciolto, Cancelleri, partito come favorito, si trova ad essere inseguitore. Il primato assoluto rilevato durante l’estate è stato superato dalla candidatura di Musumeci, che è riuscito a ricompattare quasi inaspettatamente tutto il blocco del centro-destra. I 5 Stelle considerano la Sicilia un test molto importante in vista delle elezioni nazionali: perdere le regionali siciliane sarebbe un colpo durissimo per le ambizioni del Movimento di Grillo, Casaleggio e Di Maio.

La rivincita di Musumeci

Dopo essere uscito sconfitto dal confronto con Crocetta del 2012, il candidato del centro-destra ci riprova questa volta da favorito. I dubbi di quest’estate sono stati definitivamente superati lo scorso 1 settembre quando, in una conferenza stampa a Palermo, è stata ufficializzata la sua candidatura: “Il centrodestra siciliano offre ai siciliani un ancora di speranza con una coalizione unita, compatta responsabile e motivata. È l’epilogo di un percorso lungo e faticoso ma alla fine le scelte sono state meditate e condivise. Il senso di responsabilità di ciascuno di noi è servito come essenziale. Voglio ringraziare i leader di queste forze politiche a cominciare da Gianfranco Micciché, con quale ho un rapporto più dolce che amaro. Abbiamo saputo trovare le ragioni che uniscono”.

Il successo di Musumeci nei sondaggi è facilmente spiegabile se si va a guardare l’amplissima coalizione che sostiene la sua candidatura. Sono infatti ben otto fra partiti e movimenti che lo hanno scelto come proprio candidato: Forza Italia, Udc, Autonomisti, Cantiere popolare, Fdi, Noi con Salvini, Cdu e Cantiere Popolare. Il centro-destra è sempre stato forte in Sicilia, ma le sue divisioni interne lo hanno spesso condizionato nelle competizioni elettorali. Così compatto sotto uno stesso candidato e con il centro-sinistra incapace di dialogare con il partito di Claudio Fava, le possibilità di vittoria sono più concrete che mai. Nella guerra dei sondaggi scoppiata in queste settimane, l’unica certezza è data da Musumeci: è lui l’avversario che gli altri candidati devono superare in queste elezioni regionali.


31 luglio 2017
Brutte notizie per il PD in Sicilia: secondo gli ultimi sondaggi sulle elezioni regionali del 2017, al Partito Democratico rimane solo il 15% delle preferenze nell’isola, esattamente la metà del Movimento 5 Stelle che si assesta invece come primo partito al 30%. Il centrodestra, riunito sotto la candidatura di Nello Musumeci, otterrebbe invece il 18%, non sufficiente ad assicurarsi la vittoria ma abbastanza per superare il PD e lanciare un messaggio politico importante per la politica nazionale.

Il Pd e lo scoglio primarie

Rispetto alle elezioni del 2012, il PD in Sicilia ha perso la metà dei consensi. Le frizioni con Crocetta hanno compromesso la stabilità del PD siciliano che adesso si trova a dover organizzare le primarie a pochi mesi dal voto senza avere un’idea chiara dei candidati. L’attuale Governatore ha già presentato la propria candidatura alla presidenza, manifestando la sua volontà di non passare dalle primarie di coalizione. In un primo momento, Matteo Renzi ha provato a sondare l’ipotesi per la candidatura del Presidente del Senato Grasso, che però ha rifiutato la proposta del segretario. Il Partito Democratico ha quindi deciso di presentare un suo candidato passando comunque per delle primarie. Ma a tre mesi dal voto ancora non ci sono neanche i nomi dei possibili candidati. L’unica certezza è che il PD sta cercando alleati anche nelle formazioni locali deluse o in contrasto con l’attuale giunta Crocetta. In particolare, il segretario regionale del Pd Fausto Raciti ha in questi mesi intensificato i rapporti con il sindaco di Palermo Orlando, da sempre molto critico con la giunta regionale, e il segretario di Sicilia Futura Nicola d’Agostino. L’intento sarebbe quello di creare un “campo largo” nel centro-sinistra per presentare un’alternativa valida a Crocetta. In questo senso, sono piuttosto esplicative le dichiarazioni di d’Agostino a margine proprio di un incontro con Raciti:

Viene riconosciuta la necessità di costruire un’area politica omogenea e coerente che, sul modello Palermo, realizzi una alleanza larga, vincente e convincente. Per Sicilia Futura appare ineludibile il tema della discontinuità programmatica con l’attuale governo regionale, stabilendo le nuove priorità per la Sicilia.

Dal canto suo, Crocetta continua per la sua strada convinto di essere l’unica vera speranza del centro-sinistra per mantenere il governo dell’isola: secondo quanto dichiarato da lui stesso durante una conferenza stampa lo scorso 20 luglio, la sua popolarità fra i governatori sarebbe fra le più alte e manterrebbe una percentuale di preferenze per le prossime regionali fra il 22% e il 24%.

Sicilia: primo governatore 5 Stelle?

Il candidato pentastellato Giancarlo Cancelleri è il superfavorito dopo le ultime rilevazioni. Ormai da diversi mesi, il Movimento 5 Stelle mantiene il primato nelle preferenze per le regionali siciliane e la sua popolarità non accenna a diminuire. Come per il 2012, Cancelleri è stato confermato come candidato dalle consultazioni online ma, rispetto alle passate consultazioni, si presenta con un bagaglio di esperienza decisamente superiore e l’appoggio diretto di Grillo e Di Maio. Cinque anni di opposizione regionale e crescita del Movimento, anche in ambito nazionale, lo pongono come antagonista principale per il Governatore uscente e avversario da battere per tutti gli altri candidati. In vista della campagna elettorale, Cancelleri dovrà comunque prepararsi a gestire diverse situazioni critiche sorte all’interno del Movimento che potrebbero mettere in discussione la sua credibilità come candidato: dalle accuse di malgoverno a Roma verso Virginia Raggi, passando per i piccoli scandali locali scoppiati nelle amministrazioni di Bagheria e Ragusa, fino alla scissione interna avvenuta col sindaco di Gela e allo scandalo delle firme false. Il giovane candidato sarà chiamato a riscattare il proprio Movimento prima di tutto agli occhi dei propri simpatizzanti. Dati alla mano, la Sicilia potrebbe comunque diventare la prima Regione con un Governatore a 5 stelle. Come ha ribadito in televisione Alessandro Di Battista qualche giorno fa, il Movimento 5 Stelle considera le elezioni regionali in Sicilia uno snodo fondamentale in vista delle elezioni politiche del 2018: una vittoria in Sicilia potrebbe lanciare la volata 5 Stelle per le nazionali.

Il centrodestra con Nello Musumeci e la possibile alleanza Berlusconi-Alfano

Se il centrosinistra è ancora in cerca del proprio candidato, il centrodestra sembra essersi compattato attorno a Nello Musumeci, anche lui già candidato alle Regionali del 2012. La candidatura di Musumeci non ha ricevuto un’investitura ufficiale da parte dei partiti dello schieramento, ma al momento sembra sia l’unica a garantire alla coalizione numeri importanti nei sondaggi. Il coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Micciché non ha ancora apertamente sostenuto la candidatura del leader di #DiventeràBellissima, come invece hanno già fatto gli alleati di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni ha dichiarato:

Sosterremo Musumeci. È l’uomo giusto per rilanciare la Regione dopo i disastri di Crocetta e per mettere un argine al M5S che sarebbe il colpo di grazia per la Sicilia […]
Speriamo di poter costruire attorno a Nello una coalizione il più possibile ampia e vincente.

La leader di centro-destra ha anche lanciato un appello in cui chiede a tutti gli alleati di coalizione di pronunciarsi sulla questione. Un altro aiuto quasi insperato potrebbe tuttavia giungere da Alternativa popolare di Alfano. L’attuale Ministro degli Esteri ha infatti richiamato l’attenzione di Berlusconi rilanciando la sua proposta per una nuova coalizione:

Parlando con Gianfranco Miccichè gli ho detto che se vogliono vincere contro Grillo e contro Renzi contemporaneamente e a prescindere da Salvini, in Sicilia hanno una chance irripetibile e io sono disponibile ad aiutarli.

Molte voci confermano che vi sia effettivamente in corso una trattativa fra Forza Italia e Ap, ma appare difficile che possano proporre un candidato per il centro-destra più forte di Musumeci. Nel caso Alfano dovesse tornare nella coalizione, l’ipotesi più probabile è che decidano di convergere sull’unico candidato in grado di competere con Pd e Movimento 5 Stelle. La Lega Nord si presenterà invece da sola sotto il simbolo di “Noi Con Salvini”, movimento nato appositamente per raccogliere consensi anche al sud. Il candidato sarà Angelo Attaguile, che ha già lanciato il guanto di sfida a Musumeci per la leadership del centro-destra regionale.

Le elezioni per la Presidenza della Regione Sicilia si confermano, al momento, una corsa con a tre con gli stessi candidati del 2012. In attesa del polo di centro-sinistra guidato dal PD, Crocetta si trova ad affrontare i medesimi avversari sconfitti nella passata consultazione. Ma questa volta le premesse sono diverse e il vantaggio più grande lo mantiene saldamente il Movimento 5 Stelle. Secondo l’istituto Demopolis, la vera vincitrice in Sicilia sarà comunque l’astensione: solo 2 milioni di siciliani sarebbero intenzionati a recarsi alle urne. Rispetto all’intero corpo elettorale di 4,6 milioni di aventi diritto, si tratta di un dato decisamente basso. L’indice di astensionismo toccherebbe il picco del 55%. Ciò significa che potrebbero bastare circa 6-700 mila voti per ottenere la Presidenza della Regione: appena il 13-15% degli aventi diritto.

Aggiornamento 20 maggio 2017

Le elezioni regionali in Sicilia si terranno domenica 5 novembre 2017. A sei mesi dal voto gli scenari sono ancora molto incerti, ma al momento sembra probabile che si riproporrà una corsa fra gli stessi candidati delle passate consultazioni. Stavolta però le condizioni sono diverse: Crocetta non è più il candidato del Partito Democratico e rischia di dover dividere i propri voti con il vincitore delle primarie del centro-sinistra (Faraone?); Musumeci potrebbe alla fine non essere confermato come candidato di centro-destra e costretto a ricoprire un ruolo di comprimario nella corsa elettorale; al contrario, Cancelleri potrebbe guadagnarsi la sua agognata rivincita regalando al Movimento 5 Stelle la prima presidenza di Regione.

Gli ultimi sondaggi regionali Sicilia 2017

L’ultima rilevazione dell’istituto Demopolis sembra lasciare pochi margini per le previsioni elettorali: il M5S è il primo partito siciliano con ben il 37% delle preferenze; a ben diciassette punti di distanza troviamo il Partito Democratico fermo al 20%; Forza Italia resta solo al 17%, mentre la Sicilia si conferma ricco bacino di sostenitori per Alternativa Popolare di Alfano che arriva ben all’8,5%; fanalino di coda Fratelli d’Italia con il 6%. Ampiamente sotto il 4% sia Lega Nord che Sinistra Italiana.

Il PD ha subìto un notevole ridimensionamento rispetto alle elezioni europee del 2014, dove aveva incassato ben il 33,6%, mentre il Movimento 5 Stelle è riuscito a imporsi come prima forza politica dell’Isola guadagnando più di dieci punti percentuali rispetto alle medesime consultazioni.

Anche se il primato M5S appare per il momento incontrastato, una possibile coalizione allargata del centro-destra potrebbe insidiare il movimento di Grillo. Assieme, Forza Italia, Ap e Fdl, arrivano a raccogliere il 31,5%, sufficiente per superare il Partito Democratico e forse mettere pressione ai 5 stelle. La presenza di molte liste civiche potrebbe effettivamente spostare parecchi voti e questi numeri potrebbero risultare molto diversi a poche settimane dalle elezioni.

Commentando questi stessi dati, il direttore di Demopolis Pietro Vento osserva:

Non va neanche dimenticata l’estrema mobilità del voto dei siciliani che, nelle ultime tornate elettorali, hanno manifestato un grado di “infedeltà” ai partiti decisamente superiore a quello registrato a livello nazionale, cambiando spesso idea da un’elezione all’altra. È uno scenario in costante evoluzione, condizionato da un alto tasso di astensione: più di 4 elettori siciliani su 10 non si recherebbero oggi alle urne per il rinnovo di Camera e Senato.

Dalle parole di Vento sembra chiaro che per i partiti che si presenteranno alle elezioni regionali l’avversario da battere rimane uno solo: l’astensionismo.

La rincorsa del PD in Sicilia

Il Partito Democratico deve ancora organizzare le sue primarie regionali ma un sondaggio di fine aprile pubblicato dal portale La Sicilia ci da già un quadro chiaro: il Sindaco di Catania Enzo Bianco è la prima preferenza per l’elettorato del centro-sinistra con il 37%. Lontani anni luce gli altri aspiranti candidati con il Presidente uscente Crocetta al 16% e il 5% di Davide Faraone, l’uomo di Matteo Renzi sul suolo siciliano e attuale sottosegretario alla Salute. Fermo al 5% anche Antonello Cracolici assessore di una certa rilevanza politica all’interno della giunta di Crocetta. Malgrado le pressioni del PD locale e l’alto numero di consensi, il 29 aprile scorso Bianco ha sciolto ogni riserva annunciando la sua intenzione di non presentarsi come candidato alle prossime regionali ma di mantenere l’incarico di Sindaco di Catania. Le alternative per il centro-sinistra si sono dunque ridimensionate e le divisioni interne rischiano di compromettere anche la campagna per le primarie. Crocetta si presenterà con la sua lista civica “RiparteSicilia” ed è visto da buona parte del PD come un avversario da battere, in quanto si prepara a correre come candidato autonomo.

La speranza del centro-destra

Se il Partito Democratico si presenta diviso, il centro-destra appare proprio spaccato. Alternativa popolare è un ago della bilancia importante nella regione e, visti gli stretti rapporti di governo con il PD, non è scontato che alle elezioni siciliane si presenti a fianco dei partiti del proprio schieramento. Alfano è consapevole che il suo movimento vive della luce riflessa data dall’importante ruolo che ha ricoperto negli ultimi governi. Schierandosi apertamente contro il PD riproponendo la vecchia asse con Berlusconi, il rischio è quello di creare un solco profondo con il centro-sinistra compromettendo la stabilità dell’alleanza in ambito nazionale. Resta dunque ancora da capire che ruolo Alternativa polare vorrà ricoprire alle prossime regionali.

Ma intanto il centro-destra sembra aver trovato il proprio candidato. Dopo primarie mancate, imposizioni dall’alto e tanti nomi spontanei, Nello Musumeci sembra poter incarnare il perfetto candidato per la coalizione. L’ex-presidente della commissione anti-mafia siciliana ha manifestato la sua volontà di candidarsi alla presidenza della Regione, indipendentemente dalle decisioni di partito. Musumeci è stato l’avversario di Crocetta alle ultime regionali per la coalizione di centro-destra e appare più che mai determinato a prendersi la propria rivincita. Ancora Forza Italia e gli altri partiti non lo hanno “incoronato” candidato di coalizione, ma vista la difficoltà di trovare nomi condivisi e l’esperienza politica di Musumeci è improbabile che possano spuntare fuori altri candidati con possibilità di vittoria maggiori delle sue.

Il primato 5 stelle

Come di consueto per ogni consultazione, i cinque stelle chiameranno i propri sostenitori a scegliere il candidato alla presidenza della regione con il voto on-line delle “regionarie”. Il primato nei sondaggi offre un grande vantaggio dei 5 stelle di Grillo e può garantire una spinta alla partecipazione senza precedenti. Il candidato al momento più papabile rimane Giancarlo Cancelleri, leader del Movimento nella Regione e già avversario di Crocetta alle ultime elezioni. Commentando la data d’uscita del 5 novembre per le consultazioni, Cancelleri ha dichiarato:

Non aspettiamo altro che andare a votare per segnare la svolta alla Regione. Peraltro la data è perfetta: 5 novembre come 5 Stelle.

C’è però spazio anche per una possibile candidatura femminile: la portavoce del M5S dell’Assemblea Regionale Valentina Zafarana si è dimostrata molto intraprendente tanto che è riuscita a conquistare ampi consensi sia all’interno che all’esterno del Movimento.

Il prossimo 29 ottobre i cittadini siciliani saranno chiamati ad eleggere il loro prossimo Governatore. Con Crocetta in rotta col PD, si aprono scenari diversi sia per il centro-destra che per il centro-sinistra. Ma l’avversario da battere rimane per tutti il Movimento 5 stelle.

Sondaggi regionali Sicilia 2017

Centro-sinistra siciliano

Al momento, il Presidente uscente Crocetta è l’unico ad aver ufficializzato la propria candidatura per la corsa alle prossime regionali. L’attuale Governatore siciliano ha lanciato questa settimana il suo nuovo movimento “RiparteSicilia”, con l’obiettivo di raggruppare i movimenti, i circoli e i singoli cittadini che lo sostengono. L’obiettivo dichiarato è quello di creare un concreto progetto in autonomia, senza cercare l’appoggio di una coalizione. Secondo le parole dello stesso Crocetta:

Siamo un non-partito. Un contenitore di aggregazione di quanti credono in un progetto autonomista

Il PD, dal canto suo, ha già da tempo preso le distanze dal Governatore uscente. Separazione ben tangibile anche alla luce della recente dichiarazione di Davide Faraone, l’uomo in Sicilia di Renzi ed ex-sottosegretario nel suo Governo:

Se sostenessi Crocetta sarei da Tso.

Lo stesso Presidente siciliano ha ribadito la sua posizione verso il Partito democratico in occasione della presentazione di “RiparteSicilia”:

Il PD non ha deciso nulla ancora riguardo alle prossime regionali, né si è espresso sull’ipotesi primarie. A chi dovrei chiedere il permesso di fondare un movimento? E poi, perché? ‘Ripartesicilia’ non è contro qualcuno, anzi è per l’aggregazione e l’unità. È impensabile che il PD decida da solo e vinca da solo le elezioni in Sicilia. Vince se trova un ampio spirito di coesione al suo interno e se lavora in coalizione.

Malgrado le parole di Crocetta, sembra che il Partito Democratico abbia iniziato i preparativi per organizzare le primarie nella Regione, ma ancora non è chiaro chi saranno i contendenti alla candidatura per il centro-sinistra. È possibile che il PD sia disposto anche a presentare candidati “esterni” al partito e si sono già fatti insistenti i nomi di Giusi Nicolini, attuale sindaco di Lampedusa, e Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi già obiettivo sensibile della mafia siciliana.

Centro-destra siciliano

Il centro-destra siciliano appare oggi più che mai diviso, rispecchiando fedelmente la situazione nazionale. Sono in molti, Meloni e Salvini in primis, a richiedere le primarie di coalizione, ma Forza Italia continua a respingere al mittente la richiesta. Intanto, cominciano a farsi avanti i primi candidati: Nello Musumeci, già avversario di Crocetta nel 2012, ha manifestato la sua disponibilità a presentarsi come candidato alla poltrona di Governatore. Tuttavia, Gianfranco Micciché, commissario di Forza Italia in Sicilia, ha smorzato il suo entusiasmo cercando in tutti i modi di trovare un candidato che sia più gradito alle altre forze centriste, Udc in primis. All’interno di Forza Italia si fanno sempre più ricorrenti i nomi di Salvo Pogliese, attuale europarlamentare, e quello dell’ex-ministro Stefania Prestigiacomo che, secondo la Stampa, sarebbe stata prescelta da Berlusconi in persona. È evidente come il centro-destra siciliano abbia bisogno di ricompattarsi per riuscire a essere competitivo alle prossime elezioni di ottobre. Probabilmente, l’unico modo per riunire la coalizione potrebbe essere la via delle primarie, ma questa opzione è esclusa a priori da Forza Italia: il precedente siciliano aprirebbe le porte anche alle primarie nazionali e il partito di Berlusconi non vuole rischiare di vedersi sconfitto contro un leader carismatico come Salvini e perdere la propria egemonia all’interno del centro-destra. Tocca dunque a Micciché lavorare per trovare la strada migliore per il suo partito, preoccupandosi anche delle elezioni amministrative per il Sindaco di Palermo: Fabrizio Ferrandelli, il candidato appoggiato dal centro-destra, si presenta già sconfitto di fronte al Sindaco uscente Orlando, del PD, e il candidato 5 stelle Ugo Forello. Riuscire a stravolgere le previsioni appare molto difficile, ma arrivare a ottenere un risultato comunque positivo potrebbe essere un buon punto di partenza su cui rilanciare una proposta di unità per le elezioni regionali.

Movimento 5 stelle in Sicilia

Il Movimento 5 Stelle rimane il grande favorito per le prossime regionali siciliane. I pentastellati faranno scegliere il candidato ai propri iscritti, ma il nome attualmente più caldo rimane quello di Giancarlo Cancelleri, già deputato regionale. A contendersi la candidatura ci sono anche Francesco Cappello, Giampiero Trizzino e Valentina Zafferana. Secondo la Stampa, però, Grillo avrebbe sondato la disponibilità di Nino Di Matteo, pm di punta nel processo sulla Trattativa Stato-Mafia. Il pubblico ministero in più occasioni ha manifestato il proprio apprezzamento per le iniziative del M5S, a partire dall’adozione del loro codice etico. Addirittura, Grillo lo inserì nella lista di papabili successori di Napolitano prima dell’elezione di Mattarella. È comunque improbabile che Di Matteo lasci il suo incarico prima della sentenza del processo sulla Trattativa, ma il suo nome ha comunque avuto riscontro positivo sulla base elettorale cinque stelle. Intanto Grillo ha lanciato ufficialmente la campagna elettorale per la Sicilia su un post sul suo blog: dall’11 febbraio al 12 marzo, il M5S organizzerà in 150 piazze in tutta l’isola l’iDay, un’iniziativa per raccogliere le idee degli elettori e delineare il programma con cui il candidato cinque stelle si presenterà alle elezioni regionali.

Sondaggi regionali Sicilia 2017

Un primo sondaggio diffuso all’inizio di febbraio, evidenziava uno scenario catastrofico per il centro-sinistra: secondo quanto riportato da “La Sicilia”, il M5S si sarebbe assicurato il 38% delle preferenze, diventando la prima forza politica dell’isola; a seguire, il centro-destra con ben il 34% delle preferenze, con la coalizione di centro-sinistra ferma al 20% e il PD sotto il 10%. Questo sondaggio, ritenuto infondato da tutte le forze di centro-sinistra, è stato però presto smentito dalle rilevazioni successive. La scorsa settimana, l’istituto Piepoli ha diffuso un nuovo sondaggio con numeri decisamente diversi: il Movimento 5 Stelle rimane la prima forza politica con il 32% delle preferenze, con il PD secondo partito al 30%; Forza Italia si assesta invece al 16%, Fratelli d’Italia al 7% e la Lega ferma al 2%, con un totale di coalizione del 25%; Ncd e Udc uniti si assesterebbero invece all’8%. In questo nuovo scenario, la vittoria dei cinque stelle non è quindi una certezza: se il centro-sinistra trovasse un accordo con i centristi, il loro 40% sarebbe più che sufficiente per battere il partito di Grillo. Ancora il gioco delle alleanze deve iniziare, ma è evidente il risultato del voto sarà condizionato dai voti portati dal polo centrista all’una o all’altra coalizione.

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