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8 regole per perdere a Scacchi

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Reading Time: 7 minutes
@Ian T. McFarland

A chi non è mai capitato di guardare una partita di Scacchi tra principianti pensando tra sé e sé: “So fare di meglio”? Nelle partite tra giovanissimi ci si può divertire alla vista delle più clamorose disattenzioni, dato che i pezzi lasciati in presa e le occasioni perse di Scacco Matto la fanno da padrone.

La citazione d’obbligo è quella di Tartakower: “Negli Scacchi vince chi fa il penultimo sbaglio”.

Proprio così: nelle partite tra chi comincia a giocare sembra di assistere ad una gara tra chi la spara più grossa, finché uno dei due contendenti non l’avrà fatta troppo grossa per vincere.

Prima di deridere con supponenza i neofiti però, considerate che solo chi prova a giocare può capire come sia frustrante, all’inizio, far fare cose sensate ai sedici pezzi del proprio colore. L’errore, negli Scacchi come nella vita, è invece il principale metodo per imparare ai giocare.

Se volete migliorare, dunque, fate attenzione agli errori altrui e, dato che la pagliuzza nell’occhio degli altri è sempre facile a vedersi, diamo un occhio di riguardo alle nostre travi. Negli Scacchi ci sono 8 regole da seguire per perdere con un buon margine di certezza.

@Kasia

1. Confidate di vincere grazie alle mosse irregolari dell’avversario

Se dovessi condurre un corso base per chi inizia a giocare a Scacchi, direi che approfittare dell’errore altrui va sempre bene, anche dell’errore da mossa irregolare.

La mossa irregolare è l’errore che commette chi non conosce il regolamento ed allora, per esempio, muove un pedone senza accorgersi del fatto che così lascia esposto il proprio Re allo Scacco avversario.

Questa mossa va ritirata perché “fallosa”, e dà luogo ad una penalità per chi l’ha fatta. C’è poi chi si bea quando l’avversario tocca un pezzo per muoverlo ma, cambiando idea, ritira la mano lasciando quel pezzo al suo posto.

Le partite tra bambini sono una cacofonia di cantilene accusatorie: “Mossa irregolare!”, “Pezzo tocco pezzo mosso!”. Così si spera di trarre immediato vantaggio dalla condotta irregolare altrui, vincendo perché l’avversario è troppo falloso. Sacrosanto, ma chi impara a giocare così, trascurando quello che veramente conta negli Scacchi, e cioè passione ed applicazione, non farà molta strada.

2. All’inizio della partita muovete solamente pedoni

Così si trasgredisce un importante principio di apertura: muovere soltanto un pedone nelle prime fasi del gioco, due se l’avversario vi dà l’opportunità di effettuare un affiancamento tra i vostri pedoni, ma mai tre.

Proprio come nei corsi di scrittura: un aggettivo va bene, due vicino allo stesso nome sono troppi. Tre… Pleonastici.

Durante le prime mosse un giocatore deve innanzitutto preoccuparsi di mettere i propri pezzi dove siano attivi, cioè possano contribuire bene al piano, controllando o occupando case centrali. Se muove troppo i pedoni, perderà risorse –tempi in gergo scacchistico– preziose.

Eppure ai principianti piace molto formare schiere di pedoni al centro, nemmeno si assistesse ad una battaglia napoleonica. Se siete maestri, ricordate ai vostri allievi che gli Scacchi simboleggiano davvero una battaglia, ma anche che oggi non si combatte più come ai tempi di Napoleone, o come nell’antica India, dove il gioco ebbe origine, bensì con le bombe (sulla cui intelligenza preferisco sorvolare): la corsa in avanti dei pedoni alla Braveheart porta alla disfatta sicura.

3. Attaccate subito con la Donna, confidando nel Matto del Barbiere

Un errore della serie “mi piace vincere facile”. È vero: se lanciamo la Donna all’attacco presto, rinunciando invece a mosse preziose per piazzare al centro i nostri pezzi minori (Cavalli e Alfieri), potremmo ottenere un rapido Matto contro un avversario alle primissime armi.

Se invece l’avversario è appena più preparato di noi, gli faremo solo un gran favore. Muovere troppo presto la Donna la espone a facili contrattacchi e rischia di lasciarla sola, al centro della scacchiera, senza il supporto degli altri pezzi. Intanto l’avversario ne approfitta per organizzarsi al meglio.

Alla lunga, questo è sinonimo di sconfitta, come sa chi abbia studiato i principi di apertura.

Quante partite condotte in onore di questo Matto del Barbiere, soprattutto tra bambini, e quante Donne catturate!

@ajari

4. Non proteggete i vostri pezzi

Portare un pezzo in una casella, casa in gergo scacchistico, per poi dimenticarsi di lui, lasciandolo senza protezione, nell’aere sospeso, è la quarta regola per perdere una partita di Scacchi.

Questo è l’errore dei giocatori distratti e non ha bisogno di commento. Capita anche tra adulti, non sempre per distrazione, ma a volte per le esigenze della partita, prestando il destro ai più clamorosi temi tattici (Attacco doppio, Attacco/Scacco di scoperta).

Il risultato è la perdita del pezzo senza alcuna contropartita: il pezzo senza protezione è detto sospeso perché nessun altro pezzo potrà ricatturare il pezzo che lo ha preso, il che non depone bene per la vittoria finale.

Però si può sempre aspirare ad una calorosa stretta di mano avversaria al termine della partita.

@Erik Söderström

5. Muovete i vostri pezzi con grande prudenza, senza avere un piano

Di solito, quando il principiante capisce che i pezzi sospesi portano alla sconfitta, finisce con l’adottare una condotta molto prudente: non vi capiterà più di vederlo muovere pezzi a caso, né di lasciarne senza protezione.

Questo non è sufficiente per vincere a Scacchi: le mosse devono seguire un piano ben congegnato, possibilmente teso ad impedire che l’avversario porti a termine il suo, o saranno guai.

È come andare in automobile senza avere idea di dove siamo diretti: finiremmo, nel migliore dei casi, per sprecare tempo e benzina o, nel caso peggiore, in fondo ad un burrone.

Ogni volta che muoviamo, dobbiamo aver ben chiaro che cosa faremo nelle mosse successive. Il principiante che commette questo errore è “salito di livello” rispetto a chi commette gli errori precedenti, ma continuerà a perdere contro chi sa pianificare meglio di lui.

@shoobydooby

6. Giocate senza pensare alle possibilità che aprite all’avversario

Muovo il mio pezzo per minacciare Matto in una mossa e –zac!– prendo Matto subito dopo perché ho lasciato senza protezione una casa che andava difesa a tutti i costi. L’avversario era pronto a colpire prima di me ed io, muovendo, gli ho permesso di darmi la mazzata.

Ogni mossa ha vantaggi e svantaggi: si ottiene qualcosa al prezzo di concedere qualcosa anche all’avversario.

Negli Scacchi tutto si trasforma e nulla si distrugge, anche un vantaggio di un certo tipo può essere convertito in uno di altro tipo (per esempio, offro in sacrificio un pedone in cambio di una maggiore rapidità di sviluppo, o più spazio al centro scacchiera). Fate in modo che quello che cedete non sia troppo importante!

Questo tipo di errore è una bella lezione per chi, dopo la regola 5, si è reso conto che pianificare è bello. Ora il giocatore pianifica, ma non è ancora attento alle possibilità dell’avversario, cioè alla sue contromosse, ed al fatto che, sorprendentemente, anche l’avversario pensa e pianifica.

Il principiante sta facendo grandi passi verso la metacognizione: io penso, dunque sono (forse!) ma non sono l’unico essere pensante dell’universo.

Questo errore è anche una bella lezione di vita: non esiste sbaglio in assoluto, ma solo in relazione alla posizione. Perché nella vita non esistono solo il nero e il bianco, ma tante sfumature di grigio. Ben più di 50.

7. Cercate a tutti costi la Mossa Risolutiva

Anche nei giochi da tavolo utilizzare strategie appariscenti o puntare al bersaglio grosso non paga. La tecnica di chi ha scoperto da poco la bellezza del colpo tattico, e vuole terminare il match con la combinazione spettacolare, che dà Matto e lascia avversario e spettatori a bocca aperta, è perdente.

Alimenta l’egocentrismo per il quale i giocatori di Scacchi sono famosi, ma non è il modo migliore di pensare per chi vuole vincere con continuità. Il gioco tattico è complementare a quello strategico o posizionale, cioè al gioco di quelli che hanno capito come sia importante accumulare piccoli vantaggi nel tempo, senza concederne all’avversario.

Chi gioca con efficacia in stile posizionale, finisce per accumulare così tante minacce da trovare, prima o poi, un risolutivo colpo tattico. E se non lo trova non importa: vincerà lo stesso perché l’avversario non saprà più che pesci pigliare.

Non è invece sempre vero il contrario: difficilmente chi cerca il colpo tattico senza aver accumulato abbastanza vantaggi strategici potrà trovarne uno, finendo invece a perdere tempo alla ricerca di tale possibilità.

Non è mai stata vinta una partita abbandonandola (immagine| @Leticia García)

8. Smettete di giocare appena l’avversario ha realizzato un vantaggio importante

Soprattutto nelle partite veloci, contro avversari che non sono campioni ma buoni dilettanti, non bisogna mai arrendersi anche se si è sotto di un pezzo.

Capita, infatti, che uno svantaggio di materiale sia controbilanciato da un impercettibile, ma decisivo, vantaggio dinamico, di posizione. Magari avete un pezzo in meno ma l’avversario non può utilizzare nella difesa il pezzo in più, che è relegato in un angolo della scacchiera.

Pensate ad una partita di calcio in undici contro dieci in cui la squadra in dieci domina il match: la vittoria è ancora possibile!

Allora dateci dentro, pressate l’avversario, il prossimo errore -l’ultimo- potrebbe essere proprio il suo: anche questo contribuisce a rendere gli Scacchi un gioco più rotondo del pallone, perché il colpo di scena può accadere più spesso.

@Martin Ilich

La speranza, con questa rapida rassegna delle regole da seguire per consegnare la vittoria ai vostri avversari, è quella di avervi comunicato che negli Scacchi il caso, la probabilità e la psicologia, rivestono un ruolo molto più importante di quanto non si pensi: non si tratta di un’attività per soli cervelloni e computer, ma anche per appassionati di giochi tout court.

Un ringraziamento a Francesco Falcone che con il suo articolo ha fatto fare un passo avanti anche alla didattica scacchistica. Dato che gli Scacchi sono tra i giochi più complessi, i suoi 6 metodi per perdere ai giochi da tavolo non potevano che crescere di numero.

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