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Le mostre da non perdere a Milano nel 2018: un anno all’insegna dell’arte

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(StockSnap on PixaBay)

Aaah, l’anno nuovo e i buoni propositi! Ammettiamolo, lo sappiamo benissimo tutti come va a finire: i giorni passano, l’entusiasmo scema e… puff! See you next year! Ma quest’anno credo proprio che tener fede al mio buon proposito non mi peserà affatto: vedere le migliori mostre a Milano nel 2018.

Grazie al cielo, nella mia cara città meneghina le occasioni non mancano, come ben dimostra il ricco cartellone culturale degli ultimi anni. E anche il 2018 non è da meno, anzi: le mostre assolutamente imperdibili sono tantissime, dal primitivismo di Paul Klee all’attesissimo ritorno di Picasso, dalla poliedrica Frida Kahlo ai grandi maestri del ‘900 italiano. Direi proprio che quest’anno le premesse per trasformare il nostro tempo libero nel produttivo otium latino ci sono tutte.

Se quindi anche voi, come me, siete stufi di riempire i vostri diari dei soliti propositi, come andare davvero in palestra per perdere quei 2-3 chiletti di troppo, smettere di procrastinare (ma da domani, che oggi non ho tempo) o cercare di essere più positivi no matter what, seguitemi alla scoperta delle mostre da non perdere a Milano nel 2018.

N.B. Le mostre sono elencate in ordine cronologico, tenendo conto della data di chiusura. In questo modo, a seconda del giorno in cui starete leggendo quest’articolo, potrete facilmente andare direttamente alla descrizione di quelle ancora aperte. Non che leggere anche tutte le altre abbia effetti indesiderati, eh.

Mostre a Milano nel 2018

1. Dentro Caravaggio

Dove: Palazzo Reale
Quando: fino al 4 febbraio 2018

Caravaggio “Riposo durante la fuga in Egitto” (comune.milano.it)

Partiamo con la nostra selezione di mostre a Milano nel 2018 con un omaggio al pittore “maledetto”, Michelangelo Merisi, alias Caravaggio (o “Carabbaggio”, come direbbe Giacomo in “La leggenda di Al, John e Jack”). L’esposizione è una grandiosa antologica del Maestro, con ben 20 capolavori in prestito dai maggiori musei italiani ed esteri, che ci regala un’occasione più unica che rara: poter ammirare, concentrati nelle stesse sale espositive, il “Riposo durante la fuga in Egitto”, il “Fanciullo morso da un ramarro”, il “Sacrificio di Isacco”, la “Madonna dei pellegrini” e i due “San Giovanni Battista”. Ovviamente, le opere degne di menzione non si riducono a queste, ma non mi sembra il caso di riproporre per intero il catalogo della mostra.

Ad ogni modo, se non riuscite ad andare a Palazzo Reale entro il 4 febbraio, non disperate: per recuperare, vi basterà comprare un biglietto aereo per Firenze, Roma, Napoli, Barcellona, Londra, New York, Hartford o Detroit. In fondo, dicono che con il Round The World Ticket non si spenda nemmeno così tanto.

L’ultimo Caravaggio – Eredi e nuovi Maestri

Dove: Gallerie d’Italia
Quando: fino all’8 aprile 2018

Giulio Cesare Procaccini “Ultima Cena” (i.ytimg.com)

Se, seguendo il mio consiglio, andrete effettivamente a vedere “Dentro Caravaggio”, sappiate che nell’ultima sala vi aspetterà una delusione cocente: la parete dove dovrebbe essere esposto il “Martirio di Sant’Orsola” è nientemeno che vuota! Dopo i primi secondi di confusione impanicata (“L’avranno rubato? Sarà in restauro? Rivoglio i soldi del biglietto!”), ho scoperto che il quadro, vero e proprio testamento artistico del pittore, è ora esposto alle Gallerie d’Italia: qui, oltre all’ultimo capolavoro del Merisi, potrete ammirare alcune tra le più significative opere del primo Seicento, realizzate nei prosperi domini asburgici di Napoli, Genova e Milano.

Con oltre 50 dipinti di “eredi” caravaggeschi e “nuovi maestri” barocchi del calibro di Battistello Caracciolo, lo Spagnoletto, Rubens, Van Dyck, Procaccini e Bernardino Strozzi, la mostra si sofferma su un fervido periodo di rinnovamento del gusto, tra la rivoluzione caravaggesca tesa al naturale e le esuberanze festose del Barocco. L’interrogativo di fondo dell’esposizione è indagare quanto quest’artista lombardo (inquieto e poco diplomatico, sì, ma assolutamente geniale) abbia effettivamente lasciato il segno sulla successiva generazione di pittori.

Imperdibile la maestosa “Ultima Cena” di Giulio Cesare Procaccini, una sorta di “Cenacolo Barocco”, con i suoi 40 mq di pennellate dinamiche, accentuata teatralità e intensi contrasti luministici.

2. Toulouse Lautrec – Il mondo fuggevole

Dove: Palazzo Reale
Quando: fino al 18 febbraio 2018

Toulouse Lautrec “Jane Avril” (MCAD Library on Visualhunt.com)

Se anche voi dopo aver visto “Moulin Rouge” avete passato intere giornate a cantare sguaiatamente e a ballare sulle note di “Lady Marmalade”, la mostra monografica di Toulouse Lautrec è quello che fa per voi! L’artista francese (aristocratico per nascita, bohémien per scelta), propose un dirompente e provocatorio realismo sulla scena parigina di fin de siècle, descrivendo l’altra faccia della sfavillante Ville Lumière: quella dei bassifondi e delle case chiuse, del perbenismo borghese che balla il can can tra gonne colorate e mutandoni in pizzo, svelando, insomma, quel “mondo fuggevole” di ipocrisie e contrasti, tanto profondi quanto apparentemente leggeri e svolazzanti.

La straordinaria modernità di Lautrec è evidente nelle oltre 250 opere esposte: 35 dipinti, la serie completa dei famosi 22 manifesti d’autore e numerose litografie e acqueforti.

3. Fontana – Ambienti/Environments

Dove: Hangar Bicocca
Quando: fino al 25 febbraio 2018

Lucio Fontana “Fonti di energia” (hangarbicocca.org)

Nella mia breve esperienza di educatrice didattica, per spiegare ai bambini l’impressionante rivoluzione artistica di Lucio Fontana avevamo provato anche noi a creare i nostri personalissimi “Buchi” e “Tagli” sul cartoncino, con l’invito poi a sbirciare cosa si nascondeva (o si svelava) “oltre”: e questi squarci nella tela aprivano per Fontana dei veri e propri mondi, spazi concettuali e concreti allo stesso tempo, da esplorare in tutte le loro dimensioni.

Per la sua portata innovativa, “Ambienti/Environments” è a buon merito da annoverarsi tra le imperdibili mostre a Milano nel 2018: grazie a una puntuale ricostruzione filologica, nel silenzio sacrale delle Navate dell’Hangar Bicocca sono stati ricreati nove Ambienti spaziali e due interventi ambientali, realizzati da Fontana tra il 1949 e il 1968.  Andando oltre la bidimensionalità della tela, il fondatore dello Spazialismo è riuscito a dar vita a opere globali, che reinterpretano il tradizionale rapporto di fruizione dell’arte da parte del pubblico: non più spettatore passivo, all’Hangar il visitatore può immergersi nello spazio artistico, interagendo con esso e divenendone così parte integrante. Volete mettere l’emozione di essere trasformati in capolavori viventi?

4. Teresa Margolles

Dove: PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
Quando: 29 marzo – 20 maggio 2018

Teresa Margolles “Pista de Baile de la discoteca Eduardo’s” (comune.milano.it)

Potente artista messicana, Teresa Margolles si è avvicinata all’arte dopo la laurea in Medicina e Patologia Forense; questi studi si riflettono con decisione nelle sue opere, che mettono a nudo la crescente violenza della società contemporanea in generale, e messicana in particolare. Punto di partenza dell’indagine di Teresa è il corpo umano, in tutta la sua crudezza “da obitorio”, usando spesso anche l’acqua con cui vengono lavati i cadaveri.  Un realismo di denuncia senza fronzoli né belletti, incarnato in opere minimaliste dal forte impatto che sviscerano letteralmente temi quali la morte, la violenza e le disuguaglianze socio-economiche.

Una mostra intensa e attualissima, quindi, e probabilmente non adatta a tutti, ma che di sicuro ha il grande pregio di far riflettere.

5. Frida Kahlo – Oltre il Mito

Dove: MUDEC Museo delle Culture
Quando: 1 febbraio – 3 giugno 2018

Frida Kahlo “Autoritratto con scimmia, 1945” (comune.milano.it)

“C’era una volta, in una bella casa azzurra vicino a Città del Messico, una bambina di nome Frida. Sarebbe diventata una delle pittrici più famose del ventesimo secolo”.

Così il libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli” introduce la figura di Frida Kahlo, artista messicana complessa e controcorrente.

Ma se il “mito” di Frida è ben noto a tutti (dagli autoritratti dipinti mentre era costretta a letto da un incidente stradale all’amore passionale e tormentato per Diego Ribeira), la mostra al MUDEC di Milano vuole svelarne il vero volto, per superare la lettura semplicistica che spesso se n’è data (biografica o psicanalitica che sia) e approdare così all’effettiva conoscenza della sua poetica.

6. Boldini – Ritratto di signora

Dove: GAM Galleria d’Arte Moderna
Quando: 16 marzo – 17 giugno 2018

Giovanni Boldini “Treccia Bionda” (comune.milano.it)

Quando guardo i quadri di Giovanni Boldini, mi sembra quasi di sentire il fruscio delle eleganti vesti delle bellissime signore ritratte e percepisco davvero il loro sguardo civettuolo e penetrante. Sono proprio loro, queste sensuali donne, le protagoniste indiscusse della mostra “Ritratto di Signora” alla GAM, che propone una selezione di 30 opere dell’artista ferrarese. Ciò che trovo davvero sbalorditivo di Boldini è il suo saper infondere movimento e vita in raffigurazioni di per sé statiche della realtà, quali sono i ritratti. Le sue composizioni si animano infatti di un duplice dinamismo: stilistico, dato dal segno elettrico, quasi febbrile, e interiore, che veicola alla perfezione i moti d’animo dei soggetti.

Così, queste femmes fatales dell’alta società europea si consegnano ai posteri in tutta la loro ammaliante vanità. D’altra parte, più del dono dell’immortalità, cosa avrebbero potuto desiderare?

7. Albrecht Dürer e il Rinascimento tra la Germania e l’Italia

Dove: Palazzo Reale
Quando: 21 febbraio – 24 giugno 2018 

Albrecht Dürer “Ritratto di giovane veneziana” (comune.milano.it)

E dopo tanta arte moderna e contemporanea tra le nostre proposte di mostre imperdibili a Milano nel 2018, torniamo un po’ indietro nel tempo. Precisamente al 1471, anno fausto di nascita dell’eclettico Albrecht Dürer, pittore, incisore, scienziato, matematico e trattatista di Norimberga. Vissuto in un periodo di grande effervescenza socio-economica, l’intellettuale bavarese è considerato il protagonista assoluto del Rinascimento tedesco. Mosso da un insaziabile desiderio di conoscenza, Dürer viaggiò in lungo e in largo per l’Europa, assorbendo come una spugna tutto ciò che potesse arricchire il proprio bagaglio culturale. In Italia, ad esempio, si avvicinò all’arte classica e studiò la giovane prospettiva scientifica del Rinascimento nostrano.

In questa ricca rassegna di oltre 100 opere potrete scoprire i rapporti reciproci tra i suoi lavori e quelli di maestri a lui contemporanei, dai conterranei Lucas Cranach e Albrecht Altdorfer ai grandi esponenti della scuola veneta cinquecentesca, come Giorgione e Lorenzo Lotto.

8. Segno, forma e colore del Novecento italiano

Dove: Castello Sforzesco
Quando: 23 marzo – 1 luglio 2018

Roberto Crippa (comune.milano.it)

In primavera il Castello Sforzesco diventa teatro di un’ampia rassegna dei più celebri Maestri italiani del ‘900: tra gli altri, Boccioni, Modigliani, Carrà, De Chirico, Sironi, Morandi, Burri, Fontana, Crippa, Capogrossi, Pistoletto. Non dimentichiamoci però degli altri, me raccumand.

Tra disegni, incisioni, litografie e libri d’artista, scorrerà davanti ai nostri occhi il Novecento italiano (fino agli anni ’70), rappresentato da artisti sensibili che hanno saputo cogliere e trasfigurare i rapidi e convulsi cambiamenti di decenni estremamente vari e contradditori. Da enigmatiche donne dal collo sinuoso ad altrettanto enigmatici manichini metafisici, da forme dinamiche e continue a rivoluzionari studi grafici e cromatici, l’arte del ‘900 si rivela in tutta la sua natura camaleontica, fatta di impulsi contrastanti, di ordine e caos, creazione e distruzione.

9. Alik Cavaliere – I segreti della Natura

Dove: Palazzo Reale
Quando: luglio – settembre 2018

Alik Cavaliere “Apollo e Dafne” (comune.milano.it)

La prima immagine che fanno affiorare molte delle contaminazioni vegetali di Alik Cavaliere, protagonista della scultura italiana del secondo Novecento, è il mito metamorfico di Apollo e Dafne (non per niente, soggetto di una delle sue opere più emblematiche). Come Dafne, anche Alik è sfuggente e difficile da definire; come Apollo, l’artista di adozione milanese ha sempre inseguito nuove forme espressive. Ed ecco che, dalla prima impressione, ne sorge spontanea una seconda: l’immagine contorta dei tronchi nodosi della selva dantesca dei suicidi (“Uomini fummo, e or siam fatti sterpi”).

Nel ventennale della scomparsa, la mostra di Palazzo Reale districa la poetica dello scultore, popolata da alberi, cespugli, frutti, radici e rami in cui le ascendenze Liberty si mescolano a quelle surrealiste, dadaiste e pop. Un vero e proprio giardino segreto, dove le idee vengono plasmate e manipolate, prendendo forma grazie ai materiali più eterogenei, dal rame al bronzo, dall’acciaio al vetro, dalle stoffe al legno. Le opere di Alik emanano poesia, rivelandoci aspetti non comuni della realtà, in una sorta di rito iniziatico che attinge a un mondo onirico, quasi un inconscio collettivo junghiano: così, ad esempio, un albero non è più solo una pianta qualsiasi, ma diventa l’Albero della saggezza primordiale. Per sua stessa ammissione, lo scopo principe delle sue sculture è quello di stimolare la fantasia del pubblico, instaurando un rapporto dialettico di partecipazione reciproca.

Se volete addentrarvi ancor più in questa selva misteriosa, andate a dare un’occhiata al Centro Artistico Alik Cavaliere in Via De Amicis: tra le figure che popolano il giardino, potreste trovare anche voi stessi. Lettori avvisati…

10. Capitani Coraggiosi – Le frontiere dell’esplorazione dal ‘900 a oggi

Dove: MUDEC Museo delle Culture
Quando: metà ottobre 2018 – 6 gennaio 2019

Samantha Cristoforetti, esploratrice contemporanea (comune.milano.it)

Quando, da piccola, mi veniva posta la fatidica domanda esistenziale “Cosa vuoi fare da grande?”, io ero sempre in dubbio se rispondere la scimmia o l’esploratrice! Per questo, non vedo l’ora di andare a scoprire “Capitani coraggiosi” al MUDEC, certamente una delle mostre a Milano da non perdere nel 2018.

Come ben illustra il percorso espositivo, il concetto stesso di esplorazione si è decisamente trasformato ed evoluto nei secoli: se nell’800 l’obiettivo era completare la mappatura delle terre emerse, dai primi decenni del ‘900 viaggiatori singoli percorrono il globo terrestre soprattutto alla ricerca di un’esperienza culturale e sociale. Oggi, i novelli Cristoforo Colombo sentono irresistibile il richiamo delle nuove frontiere: le più alte vette del mondo, gli abissi più profondi, e, ovviamente, lo spazio siderale. Siete pronti a partire con Samantha Cristoforetti alla conquista delle stelle?

11. Paul Klee e il Primitivismo

Dove: MUDEC Museo delle Culture
Quando: 26 settembre 2018 – 27 gennaio 2019

Paul Klee (comune.milano.it)

“L’arte non riproduce il visibile, essa rende visibile”.

Così Paul Klee definisce l’arte, la sua in particolare. Partendo comunque spesso da un confronto col mondo, Klee rilegge la realtà in chiave astratta di accordi cromatici e segni geometrici. Forma e colore, elementi primordiali che si inseriscono all’interno del fermento primitivista che pervade l’Europa di inizio ‘900, come la mostra del MUDEC vuole illustrare.

In un periodo in cui la modernità si fa sempre più pressante, diversi artisti cercano infatti di tornare ad un’arte primigenia, che recuperi un’innocenza infantile di ascendenza rousseauiana. Come un bambino, Klee supera la realtà, rendendone visibile la fitta trama di magia e mistero.

12. Picasso e il Mito

Dove: Palazzo Reale
Quando: 18 ottobre 2018 – 17 febbraio 2019

Pablo Picasso “L’abbraccio” (comune.milano.it)

Last but not least, Picasso non può mancare tra le mostre da non perdere a Milano nel 2018. Dopo ore e ore di scrittura matta e disperatissima, ringrazio il cielo che Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno Crispin Crispian María de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Mártir Patricio Clito Ruiz y Picasso non abbia bisogno di presentazioni. Anche perché basta il suo nome completo per occupare tutto lo spazio che avrei dedicato a un’eventuale introduzione.

Con le 350 opere in mostra, questa immensa panoramica sull’artista spagnolo indaga il suo rapporto con il mondo classico e con il mito. Come Pablo seppe fondere un linguaggio formale estremamente innovativo con stimoli e rimandi antichi, così anche le sue opere si popolano di quest’immaginario ibrido, composto da fauni, centauri, minotauri ed esseri pseudo-mitologici. Ricorrenti figure bestiali, intimamente lacerate tra umanità e animalità, bene e male, vita e morte, in una scissione che incontra la violenza della guerra e della corrida, la fantasia sfrenata e l’erotismo.

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