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Belgrado: 10 foto per scoprire la bellezza oltre la cortina

Belgrado

Michele Pasquale @ntwary_mickey

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Michele Pasquale @ntwary_mickey

Belgrado ha un grande pregio: non lascia indifferenti. In un senso o nell’altro, è una città che suscita qualcosa. Ho già avuto modo di parlare della Serbia e tante delle cose dette valgono anche per la capitale. A Belgrado però c’è qualcosa in più: era la città più importante della Jugoslavia e ancora adesso, nonostante la frammentazione della vecchia repubblica socialista, continua ad essere un polo attrattivo per tutti i Balcani. Qui più che altrove si può avere un’idea di quello che fu.

Belgrado è una città grande, viva e giovane, dove non c’è quasi niente di così eclatante da lasciare a bocca aperta, ma tantissimo in grado di riempire la mente e il cuore per giorni. Per capirci meglio, non è la modella per cui perdere subito la testa. No, è diversa. È la ragazza che a pelle può starti anche sulle scatole, con cui litighi fino a quando ti rendi conto che non vuoi fare altro che rivederla ancora e ancora.

Quando ho raccontato il mio viaggio a Budapest ho scritto che non è facile catturarne la bellezza perché fin troppo palese. A Belgrado il problema è l’opposto: questo è uno di quei posti che il loro meglio lo nascondono, te lo fanno sudare. E anche se lì per lì si potrebbe rimanere delusi, rimane sempre quella sensazione di qualcosa di irrisolto e nascosto. È una città che ti invita ad andare oltre, senza però esporsi. Sta a te fare il primo passo per scoprirla.

Le prossime dieci foto, realizzate come di consueto da Michele Pasquale, vogliono portarvi alla scoperta di Belgrado, consigliandovi dove andare a sbirciare per essere certi di scoprire questa eccezionale città.

Michele Pasquale @ntwary_mickey

La Jugoslavia era un paese socialista e ne aveva del tutto l’aspetto. Nelle grandi città dominavano cemento, forme geometriche semplici e una certa atmosfera che faceva intuire che le Facoltà di Architettura di quegli anni non dovevano essere popolate da simpaticoni. Oggi la situazione non è migliorata più di tanto. Certi palazzoni te li devi tenere. Ma in giro per le strade non è raro trovare piccole gemme, disegni, murales, dipinti più o meno suggestivi. Alcuni sono in bella vista, altri bisogna andare a scovarli. La gente da quelle parti sa essere di una fantasia straordinaria. Certi colori possono rendere più digeribili anche i peggiori ecomostri.

Michele Pasquale @ntwary_mickey

Negli ultimi trent’anni la storia a Belgrado è andata veloce, probabilmente molto più veloce di qualsiasi altro posto in Europa. Per forza di cose i tanti cambiamenti hanno avuto le loro conseguenze. In centro molti vecchi edifici sono rimasti abbandonati e molti di loro non versano in buono stato. Più di qualcuno però sta cercando di trovare una soluzione. Molti ragazzi stanno riqualificando questi palazzi per dare loro una nuova vita. Per esempio, il progetto Kvaka 22, portato avanti solo da giovani volontari, ha recuperato la vecchia sede di un’orchestra rendendola un luogo dove si svolgono mostre, concerti, esposizioni. Dove si fa arte. Dove si vive.

Michele Pasquale @ntwary_mickey

Lo abbiamo detto, Belgrado è una grande città, spostarsi può non essere semplice. Non esiste una metropolitana e il traffico è corposo. Bisogna affidarsi agli autobus, ai tram e ai taxi. Quest’ultimi sono sempre il metodo migliore per spostarsi nei Balcani, ma non sono la soluzione più economica. Bus e tram, per quanto spesso vi faranno rimpiangere i disagi che proviamo ogni giorno sui mezzi pubblici italiani, regalano la possibilità di calarsi nell’atmosfera, di stare a contatto con la gente del posto, di rimanere in contemplazione di un mondo tanto diverso quanto simile attraverso grandi vetrate non molto pulite. Dovreste aver capito quale soluzione preferisco e consiglio. Però, mi raccomando, ricordatevi di fare il biglietto.

Michele Pasquale @ntwary_mickey

La religione ortodossa gioca un ruolo importantissimo nella narrazione dell’identità nazionale serba. L’alfabeto cirillico, il saluto a tre dita, le feste: viene tutto da lì. Visitare una chiesa è quindi un’esperienza che va fatta. All’interno proverete un’atmosfera molto simile a quella dei luoghi di culto cattolici, ma per certi versi più rarefatta, solenne, austera. Questo per assurdo vale per tutte le chiese, tranne che per la principale. Sveta Sava è infatti il tempio ortodosso più grande del mondo ed ha un aspetto esterno maestoso. Dentro però è poco più di un garage perché i lavori, iniziati ormai decenni fa, non sono ancora stati ultimati. Una specie di Sagrada Familia serba, in pratica.

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All’inizio ho detto che a Belgrado non c’è niente che faccia rimanere a bocca aperta. Quello che intendevo è che manca un’attrazione caratteristica, manca qualcosa di così bello da diventare per i turisti l’emblema stesso della città. La cosa che vi si avvicina di più è Kalemegdan, la fortezza. Situata in posizione strategica e poco distante dal centro cittadino, offre tanto verde, chioschi, panchine e diversi monumenti. È il posto migliore dove andare a rilassarsi: potrete passeggiare, divertirvi e scattare foto. Anche se avete litigato con la città per tutto il giorno, quando vi troverete lì non potrete non fare pace.

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A Kalemegdan troverete esposti anche alcuni carri armati e cannoni. Del resto, la guerra è un ricordo relativamente recente. Per schernirsi e sdrammatizzare, la gente del posto dice spesso che il periodo di pace che stanno vivendo è anche troppo lungo per le loro abitudini. Ironia a parte, alcune ferite sono ancora visibili in città. Alcuni edifici recano i segni dei bombardamenti effettuati nel 1999 nell’ambito dell’operazione Allied Force, successiva alla Guerra del Kosovo. La memoria è ancora viva, nel bene e nel male. Parlare oggi con coloro che all’epoca erano bambini ti fa quasi sentire un po’ stupido. Ripensi alle difficoltà che pensavi di vivere da piccolo e ti viene da ridere. Guardi i palazzi svuotati e ti senti più vicino a quel posto.

Michele Pasquale @ntwary_mickey

È un ricordo bellico anche ciò che viene considerato il simbolo di Belgrado da chi ci vive. Stiamo parlando della Statua del Vincitore, una scultura raffigurante un guerriero nudo realizzata all’indomani del primo conflitto mondiale. Inizialmente era posta nella centralissima Piazza della Repubblica, ma le signore benpensanti dell’epoca vollero che fosse spostata a causa della sua imbarazzante nudità. Ora si trova proprio a Kalemegdan e osserva fiera ciò che avviene all’orizzonte. Forse è meglio così. In mezzo alla confusione vitale del centro, tra persone, bar, voci, non si sarebbe trovata pienamente a suo agio.

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Ogni città che si rispetti ha un fiume che l’accarezza. Belgrado esagera perché ce ne sono addirittura due. Uno è il Danubio che, come abbiamo visto più volte, ha una storia, un’importanza e una presenza talmente considerevole che definirlo solo un corso d’acqua è quasi riduttivo. L’altro è la Sava, uno dei suoi maggiori affluenti. Quest’ultimo rappresenta una sorta di benvenuto per coloro che arrivano da nord in autobus o in macchina. Quando l’attraversi, ti rendi conto che sei finalmente arrivato. Non vedi l’ora di scendere e di ricongiungerti con la città. Proprio come la Sava e il Danubio fanno poco distante.

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La Sava funge in un certo senso anche da confine naturale tra due zone distinte. Da una parte il centro storico, dall’altra Novi Beograd, una delle diverse municipalità che compongono la città. Avete presente l’architettura comunista di cui parlavo prima? Bene, qui ne avrete più di un esempio. File di palazzi grigi a perdita d’occhio in tutte le direzioni. Nonostante la prima impressione sia quasi angosciosa, non è un posto triste. Andateci di giorno e vedrete vite scorrere. Fatelo di notte e respirerete un’atmosfera serena, fuori dal tempo, di confortevole alienazione; come se tutto fosse storto, capovolto, ma allo stesso tempo dotato di una sua logica affascinante… come in questa foto. D’accordo, la suggestione in questo gioca un ruolo determinante. Novi Beograd rimane però un posto speciale.

Michele Pasquale @ntwary_mickey

Mi rendo conto che in alcuni punti mi sono lasciato un po’ prendere la mano. Me ne scuso. Il fatto è che Belgrado per me rappresenta molto più di un luogo da visitare. Non posso essere obiettivo nei suoi confronti. Ad ogni modo, vi consiglio di fare la tara alle mie parole, ma di darmi retta quando dico che si tratta di una città in cui andare. Per essere d’accordo con me potrebbe bastare visitare Piazza della Repubblica, camminare per Knez Mihailova (la via principale), raggiungere Kalemegdan e osservare da lì la congiunzione tra il Danubio e la Sava al tramonto. Sì, forse potrebbe bastare solo questo per far sussurrare anche a voi “volim te, Beograd”. Ti amo, Belgrado.

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