Festival di Venezia: look e abiti delle star4 min read

12 Settembre 2015 Cultura -

Festival di Venezia: look e abiti delle star4 min read

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Mi sento un po’ come Meryl Streep ne Il Diavolo veste Prada, quando attacca con la filippica dell’origine del color ceruleo guardando la goffissima Anne Hathaway (goffa tipo quanto Zorro è Don Diego De la Vega solo senza mascherina), ma commentare i look e gli abiti del Festival di Venezia è un po’ come fare le i imitazioni dei prof del liceo: necessario.

Sulla prima, veramente nulla da eccepire, perché al di là del nome impronunciabile, Alba Rohrwacher indossa, con la classe di cui è solita, un fantastico Valentino Houte Couture. Per fortuna lo stilista ha un nome in italiano.

Siamo saliti per scendere subito a picco, con un esemplare di zanzariera elegante sì, ma sempre di zanzariera. È il caso della bella Alena Seredova che forse c’ha la bellezza di default e pensa di non doversi impegnare sul red carpet. Sarà che a me non è mai piaciuta troppo, ma stavolta proprio non ho voglia di cambiare idea.

Procediamo con Carmen Chaplin e grazie al dio della moda esiste Lanvin, anche se ci richiama le atmosfere di Etro. Un abito strepitoso, da principessa orientale dal carattere duro e passioni pulsanti.

Poi guardo Catherine Deneuve e penso che forse a’na certa ‘ste dive si stufano un po’ di esserlo, perché lei rimane bellissima ma il suo abito è decisamente di basso livello, soprattutto se ci abbini dei gioielli Pomellato. Vado avanti perché questi strafalcioni mi rendono triste.

Per fortuna ci sono i dettagli di Chiara Mastroianni con una clutch Olympia Le-Tan e nell’altra foto, in dettaglio delle fantastiche decolletè rosa, Prada. Ecco, non so se avrei scelto accessori così giovani per un red carpet, ma resta il fatto che meritavano.

Poi volevo parlarvi di Claudia Gerini, che, io la amo, ma qua c’ha fatto ‘na figura barbina. E si vede che se potesse si nasconderebbe dietro il palo a righe che è meglio vestito di lei. Come quando esci a fare spesa sotto casa che “tanto non incontro nessuno” e zzàcc, ti ritrovi a Venezia. Claudia, Claudia, Jessica se sarebbe sparata ‘na bella posa con palese domanda nello sguardo “A Iva’ che dici, posso anna’ bene?”.

Risaliamo rapidissimamente con Diane Kruger che ha appena pronunciato un evidente e coatto “scansateve!”. Ma lei può visto il perfetto e regale Oscar de La Renta.

Lei è Einat Weizman, attrice israeliana, a Venezia per il film di Amos Gitai Rabin, The last day. In tanti hanno criticato il suo look, un po’ hippy strega, celtic chic, ma io lo trovo fantastico ed elegante.

Impeccabile, e giustamente serio, il look della madrina Elisa Sednaoui, che calca il red carpet in Armani Privé. Beh, ma qua siamo davanti a un’eleganza innata, figuriamoci se c’è pure una bella cornice.

Fantastico, e qua sono pronta alla gogna mediatica, il look di Hadar Morag, un po’ negozietto di Camden Town a Londra, che puzza un po’ di polvere, ma che quando esci il venerdì sera ti senti figa e con un’alloure che manco Janis Joplin.

E a proposito di rock star, ne abbiamo una mancata: Laurie Anderson, arrivata a Venezia con un film sul marito Lou Reed e niente da mettere. Fa pose strane, e tendenti al simpatico, come nei selfie in cui “meglio scema che cessa”, ma le scarpe sembrano quelle che ti dà la zia di campagna per pulire le tue con cui hai pestato una cacca. Ecco lei fa il tutto con disinvoltura e quasi la amo mentre la prendo in giro.

Sento un brividino se guardo Lidiya Liberman nel suo Alberta Ferretti. Regale e spiazzante come ogni “Alberta” che si rispetti. È il caso di rendere onore alla battuta che Ozpetek fa dire a uno dei suoi personaggi in Mine vaganti,  che nel tentativo di tenere a “bada” il suo spirito gaio, è con un Alberta con punto di domanda che chiede alla strafica Nicole Grimaudo se quello che indossa è un abito della stilista. Sì, questo è un Alberta e direi che si vede.

Saliamo per riscendere a picco con Linda Messerklinger e il suo maglioncino arancione su pantalone marrone. Che a scriverlo pure la pagina si perderebbe nei pixel. Red carpet nun te temo, voleva dire. Ma ecco, è il caso che la si bocci, o che la si osanni, perché io ‘na certa sfacciataggine la ammiro.

Miriam Catania. che dire? Vai a doppiare che di bello c’hai il marito. Poi, decolletè nere come una povera plebea qualunque. Non vorrei somigliare a Costantino della Gherardesca in questo momento, o al piccolo George principino, ma certi orrori li terrei chiusi.

‘A Nancy, per fortuna che qualcuno ancora crede nella forza del nero. Ti sarai chiesta “e mo che me metto?”, ecco meglio ‘na risposta semplice che sta bene su tutto.

Qui avanti esemplare di donna spiaggiata sul lido di Venezia. Valeria Marini, che ha detto di aver smarrito la valigia appena arrivata al Festival. Io direi che si vede, si vede eccome. Ecco, noi non avremmo voluto vederlo.

Che dire oltre?
Da Venezia è tutto, al prossimo cambio d’abito!

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Animo mal mescolato tra toni scuri e una buona dose di arancione. Leone ascendente scorpione: selettiva e piena d’amore. Mi piace la gente quanto il cinema, per questo a volte li preferisco a targhe alternate. Non so che significa ma ho sempre amato il dispotismo illuminato.
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