Natale in casa Cupiello: Latella reinterpreta Eduardo2 min read

11 Dicembre 2014 Cultura -

Natale in casa Cupiello: Latella reinterpreta Eduardo2 min read

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@Natale in casa Cupiello Latella

Il Teatro di Roma ricorda l’opera di Eduardo De Filippo portando in scena Natale in casa Cupiello, un capolavoro di amore e tolleranza dolorosa che racchiude la sua filosofia di vita, che a volte diventa disperata e ribelle rassegnazione.

La regia di Antonio Latella reinterpreta il teatro di Eduardo dando alla tradizione un respiro europeo. Alla ricerca di forme e linguaggi contemporanei, studia la tradizione come punto di partenza della conoscenza superandola e attualizzandola.

[quote align=”center” color=”#999999″]“Per ereditare qualcosa bisogna accettare il fatto di non essere più figli ma ‘orfani’ solo quando accetti di essere orfano hai la capacità di ereditare e di capire cosa stai ricevendo. Succede quando smetti di parlare di te stesso e parli dell’altro, provi a esprimerti attraverso l’altro, attraverso colui che ti lascia un’eredità.”[/quote]

Lo spettacolo apre con tutti i personaggi in fila vestiti di nero, dove solo il linguaggio estremamente espressivo di Eduardo crea il legame con la sua famiglia Cupiello, sovrastata da una stella cometa minacciosa nella sua spropositata grandezza. Come evidenzia Latella:

[quote align=”center” color=”#999999″]“la stella cometa non porta nessuna buona notizia, non mi interessano i buoni sentimenti … La stella illumina un presepe dietro il quale abbiamo messo tutto quello che non vogliamo vedere o che non vogliamo accettare, mentre arrivano le feste. La famiglia e le sue relazioni interne. La casa e gli equilibri che governa. Il carrozzone da trainare per un’altra madre coraggio.”[/quote]

Sicuramente questa visione tragica e senza speranza si discosta dalle passate edizioni di Natale in casa Cupiello, Latella rappresenta una stella cometa che acceca, non illumina. Il presepio napoletano durante lo spettacolo si materializza in animali di pezza che i personaggi portano in braccio in una gestualità drammatica.

L’interpretazione intensa degli attori, Francesco Manetti (Luca), Monica Piseddu (Concetta), Nino Musella (Tommasino) e di tutti gli altri rendono diversamente coinvolgente questa lettura dell’opera di Eduardo, che amava ripetere “Quello che succede a Napoli succede dappertutto: abbiamo creato i confini per distinguerci, ma la vita non distingue.”

Lo spettacolo è in scena al Teatro Argentina di Roma fino al 1 gennaio 2015. Per maggiorni informazioni, visitate questa pagina.

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Mi sono appassionata al teatro semplicemente perché guardare la vita degli altri mi faceva stare bene. Le persone che in questi anni ho incontrato hanno contribuito a farmi diventare una persona che considera valore “la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano… quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco”.
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