I sogni segreti di Walter Mitty4 min read
Reading Time: 3 minutes[quote align=”center” color=”#999999″]Ben Stiller non è l’attore più sexy in circolazione, ma di certo è un amante del rischio: con I sogni segreti di Walter Mitty realizza un remake che era arenato in scaletta di produzione dagli anni ’90, cimentandosi nel doppio ruolo di attore protagonista e di regista.[/quote]
Non contento, affronta il genere della commedia drammatica, trattando temi quali il viaggio di formazione, la decadenza del mondo del lavoro, il rapporto tra reale e virtuale, l’amore come motore di riscatto.
Sarebbe facile stroncare questo film dalle nostre poltroncine, osservando che la trama è troppo facile, le tematiche sono troppe e troppo complesse per essere approfondite a dovere, alcuni personaggi sono eccessivamente caricaturali per risultare credibili, l’insistere sui panorami di natura selvaggia mozzafiato è subdolamente ammiccante e, soprattutto, che il finale è scontato. Il fatto è che a dire che si è rimasti delusi dall’happy end non si rischia di certo, anzi, fa subito intellettuale di spessore.
Eppure basta concentrarsi sul protagonista per cambiare la percezione di tutto il film. Walter è il tipico antieroe, di quelli che stanno sempre in ultima fila, nell’ombra. Neanche a dirlo è impacciato, titubante, senza grinta e con l’autostima sotto i tacchi. Si apprende della prematura scomparsa di suo padre, che l’ha costretto a crescere troppo in fretta.
Eppure per tirarsi su Walter non si butta su sostanze che generano dipendenza, o nel sesso virtuale. Né entra in una setta, o si annulla in un ideale. Lui immagina di essere un supereroe, come un bambino. Ma non si limita a fantasticare come tutti: lui quando immagina riesce a bloccare del tutto la realtà, cosa inusuale. Quello che viene scambiato per stupida distrazione in realtà è un superpotere! è proprio questo suo apparente limite la sua arma vincente.
Walter è un altro Clark Kent. Clark non si trasforma in Superman, lui è Superman mascherato da Clark. Allo stesso modo Walter è già lui stesso un supereroe, la metamorfosi per lui non sta nel diventare qualcosa di diverso da prima, ma solo nello scoprire quello che già è. Così come ogni viaggio è portato davvero a compimento se si è in grado di tornare e vedere con occhi nuovi le stesse cose che si erano lasciate a casa.
Un eroe non agisce per compensazione, ma per motivi nobili, che il protagonista trova nell’aspettativa di un nuovo amore e nella difesa della dignità e del senso del suo lavoro. L’ambiente di lavoro, dominato dal grottesco, è una presenza anche troppo insistita nel film, considerando che il vero focus del film è l’interiorità. La storia d’amore è da sempre un espediente facile per coinvolgere lo spettatore al cinema.
Eppure sappiamo che l’uomo medio neutralizzerebbe l’amore per una donna davvero speciale, perché questo lo costringerebbe a mettersi troppo in gioco, a tirare fuori tutte le sue potenzialità nascoste. Walter è un eroe perché è in grado di farsi ispirare dall’amore, intuendone il potere salvifico e maieutico.
Nella pellicola il mondo esterno è ipersoggettivizzato, tutto si svolge tra il surreale e il simbolico. Persino un anonimo aeroporto presenta delle scritte simboliche, una perquisizione della polizia diventa un’animazione stilizzata da videogioco. Questo perché noi vediamo tutto filtrato attraverso lo sguardo di Walter, che è il vero centro del film.
Tutta la vicenda è una questione tra il protagonista e se stesso, per questo non c’è nessun personaggio totalmente reale, a tutto tondo, ma caricature simboliche. Anche il fotografo più che reale è un mitico guru semi-imprendibile dal sapore zen, e il fantomatico leopardo delle nevi che insegue ricorda lo Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie.
Alla luce di queste considerazioni, perché questo film dovrebbe avere una trama più complessa di quella di un fumetto? Questo non è un film in cui la trama in sé conti qualcosa. A contare è il messaggio simbolico: in un mondo in cui riuscire a essere se stessi e a farsi apprezzare per il proprio valore sono atti eroici, ciò che ci salva davvero sono i rapporti umani e la capacità di mettersi in gioco.
Chi è un vero supereroe di oggi? Uno che finisce in copertina? Per me è uno che nell’ombra fa lo stesso viaggio interiore di Walter Mitty: torna indietro nell’adolescenza a recuperare le proprie potenzialità insite nel suo immaginario per diventare davvero se stesso e quindi un uomo in grado di amare.
Pier
Tanta fatica a realizzare un film che è (pure un libero) remake de ''Sogni proibiti'' (1947, regista McLeod)? forse il messaggio di individualismo coraggioso, creativo ed affettivo di W.M. faceva così paura? Intanto il percorso di Stiller si fa interessante: qualche giorno fa ho rivisto il suo ''Zoolander'' (2001), intelligente e colorata parodia del mondo della moda. Forza Benny!
Chiara
il messaggio non può che fare paura a chi sa quanto avrebbe bisogno di compiere lo stesso percorso di Walter, ma ha paura di farlo, perché è indubbiamente faticoso, non sono in molti a riuscire a diventare se stessi, anche fra chi sembra esternamente avere successo. a pensarci, anche dietro Zoolander c'era una parodia dell'idea di successo, se penso ai criteri di selezione con cui il protagonista viene scelto per fare il volto della campagna Derelikt … osannato, ma in realtà cercavano uno non solo con il corpo, ma con una personalità da manichino. l'idea dietro è: noi ti osanniamo e ti ubriachiamo di successo e riconoscimenti vari, tu in cambio farai quello che noi vogliamo per raggiungere questo, cioè sarai un burattino nelle nostre mani.
Giuseppina
Nella società nella quale oggi viviamo, è risaputo che esistono parecchi individui insicuri che hanno il problema di riuscire a crescere. Questo film suggerisce un percorso che questi uomini immaturi dovrebbero seguire per superare il blocco, per crescere, diventare se stessi e quindi imparare ad amare.
Chiara
in un certo senso sì. osservazione d'obbligo quando si fanno questi discorsi è mettere in luce come nel nostro mondo a mancare sempre di più sia la figura del padre, o di chi ne fa le veci. il tutto complicato dal fatto che gli uomini in media tendono a parlare meno apertamente delle proprie insicurezze, cosa che li rende automaticamente più fragili, perché più soli. comunque questo è un film che parla a tutti, a prescindere dal sesso.
Daniela
Lo psicoterapeuta Giulio Cesare Giacobbe, autore fra l'altro di "Come smettere di farsi le seghe mentali e vivere felici" e "Alla Ricerca delle coccole perdute" suggerisce come terapia alla depressione e ansia quella di visualizzarsi come supereroe, guerriero di luce, donna di luce.
Pier
in effetti visualizzarsi come supereroe quando vai a caccia di supersconti, sei in coda kilometrica alla posta o consoli la suocera, aiuta!
Daniela
Si si ... non stai pulendo il bagno di casa ma ti stai specchiando in un lago dorato.
Daniela
Ovviamente la teoria e terapia di Giacobbe è molto più complessa però mira a ricostruire l'identità adulta dell'individuo con una forte autoimmagine e, a quanto pare, il nostro cervello ci crede poi!