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Volontariato Expo 2015: la grande beffa

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Volontariato Expo 2015, un binomio scottante e quanto mai inopportuno. Per motivi di lavoro ho partecipato alla tavola rotonda Expo 2015: temi, relazioni e occasioni, in cui è stato lanciato in anteprima il Programma Volontari per Expo, promosso da Expo 2015 S.p.A. in collaborazione con il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato e Ciessevi Milano. Da allora, era il 16 maggio, vorrei scrivere qualcosa a riguardo, ma esito. Almeno fino ad oggi.

Diciamo che prima ne sarebbe uscito un pezzo annebbiato dalla collera e poco lucido, e trattandosi di temi legati al mio lavoro non mi sembrava una buona idea. Avevo avuto la netta sensazione che, nella Sala Conferenze di Palazzo Reale di Milano, in quel momento si stesse consumando l’ennesima triste opera del teatrino dell’assurdo italiota, con numerose autorità, rappresentanti istituzionali ed esperti del mondo del volontariato e del terzo settore. Oggi la mia sensazione non è molto cambiata, però dovrei riuscire a esprimerla con meno invettive. Ma andiamo subito al soggetto della triste sceneggiatura teatrale.

Volontariato Expo 2015: chi (non) ci guadagna?

L’Expo, o meglio l’Abbuffata Expo, la grande occasione per risollevarsi dalla crisi, viene da poco investita da enormi scandali riassumibili in quelle parole che ormai compongono il dizionario degli affari pubblici italiani: corruzione, infiltrazioni mafiose, tangenti, appalti truccati.

Parole pesanti, che l’assuefazione al mal costume del nostro Paese ha drammaticamente alleggerito: “Hai sentito degli scandali a Expo 2015?”, “Be’, si, cosa ti aspettavi? Siamo in Italia”. Dicevamo: gli scandali investono l’Expo, saltano teste, vengono nominati super ispettori anti-corruzione, la credibilità dell’evento è ai minimi storici, e a Palazzo Reale di Milano si lancia la campagna di volontariato Expo 2015, Volunteer Expo, rivolta a migliaia e migliaia di giovani “fortunati”, invitati a candidarsi per “diventare volontari ed entrare nel vero social network dell’anno”.

In testa mi si fissa una sola parola che possa descrivere la mia sensazione: imbarazzante. Ma più passano i minuti, più si avvicendano sul pulpito i nomi altisonanti dei relatori, fino ad arrivare all’intervento del sindaco Giuliano Pisapia, e più la sensazione diventa sgradevole.

Volontariato Expo 2015 un binomio inopportuno, dicevamo. La parola volontariato non si armonizza per niente con la bufera che ha sollevato in aria giri e giri di mazzette. Expo 2015 era stato presentato come grande generatore di occupazione giovanile ma i numeri parlano chiaro, le posizioni retribuite offerte negli annunci sono molte meno rispetto alle previsioni, mentre si cercano oltre 10 mila volontari per attività di accoglienza e supporto ai visitatori dell’esposizione universale, che da qualche altra parte chiamerebbero hostess e steward.

Come ha scritto la blogger Ines Tabusso sul Fatto Quotidiano,

“questi giovani sono pazienti e ai lavoretti precari e sottopagati hanno fatto il callo e, in più di un caso, hanno anche dimostrato di essere capaci di lavorare gratuitamente per dare aiuto a chi ne ha bisogno. Ma Expo 2015, nonostante il terremoto delle presunte tangenti e l’alluvione di arresti e avvisi di garanzia, o forse proprio per questo, non pare proprio in condizioni di bisogno e il volontariato uno se lo immaginerebbe meglio impiegato in altro luogo”.

Del resto, il danno diventa beffa quando con un po’ di malizia si pensa all’esercito di giovani volontari come all’ennesimo inconsapevole ingranaggio di una macchina che, in un modo o nell’altro, produrrà guadagni anche per tasche criminali. Da imbarazzo, la sensazione diventa mestizia.

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