Site icon Le Nius

10 cose fighe della vita da freelance

vita da freelance
Reading Time: 3 minutes
@A Name Like Shields Can Make You Defensive

La vita da freelance riguarda ormai sempre più persone, soprattutto giovani. Fino a pochi anni fa il termine ben si adattava solo a pochi scellerati (in genere fotografi, giornalisti, artisti o simili) che resistevano alle lusinghe del lavoro dipendente, divisi da un fossato semantico dai ben più atteggiati liberi professionisti (in genere notai, avvocati, consulenti o simili) e dai ben più solidi lavoratori autonomi (in genere artigiani, commercianti, gommisti o simili).

L’esperienza lavorativa di massa era quella del lavoro dipendente regolato da contrattazioni sindacali, forse un po’ noioso ma ben protetto. Esperienza sempre più preclusa ai giovani del terzo millennio, che s’arrabattano tra collaborazioni occasionali, formazioni eterne o vite da NEET. E, prima o poi, finiscono per diventare freelance.

Sono i liberi professionisti di nuova generazione, forzati ad aprire partita Iva per fare qualche lavoretto, de-sindacalizzati, subissati di tasse, ignorati dalla pioggia mensile di 80 euro, senza tutele in caso di malattia e maternità, inondati di contributi che poi daranno loro pensioni ridicole e, quando serve, pure coglioni.

Eppure, dentro questo spazio metafisico che è l’essere freelance oggi, ci stanno anche alcune cose fighe che solo una vita da freelance può regalare. Ve ne proponiamo 10.

Vita da freelance: 10 cose fighe

10. Andare in posta quando non c’è nessuno, ad orari assurdi tipo le 12.58 o le 14.03 di un pomeriggio afoso di luglio. Oppure ancora andare dal parrucchiere il mercoledì alle 11.45 ed evitare i supermercati il sabato pomeriggio.

9. Gestire eventuali figli con (relativa) nonchalance, certo non economica ma quanto meno logistica. Il nido è aperto dalle 10.30 alle 11.45? Fa niente! Per il resto della giornata il freelance lo accudirà tra un tweet e un power point.

8. Lavorare dalla sala d’attesa del dentista (lo so che non è una roba figa ma piuttosto che leggere il catalogo delle protesi dentarie 1998/1999 è sempre un passo avanti).

7. Cazzeggiare nei nuovi spazi creativi assieme ad altri freelance: hub, coworking, incubatori, officine della creatività, tutto è buono pur di fare freelancing tutti assieme.

6. Farsi trovare in casa quando arriva un pacco di Amazon senza dover poi andare a ritirarlo al Centro Smistamento in zona industriale sud, dove per andare c’è un autobus alle 8.33 e per tornare uno alle 16.21.

5. Uscire col pigiama sotto golf e pantaloni, perché tanto fra mezz’ora sei di nuovo a casa.

4. Fare una breve pausa playstation a metà pomeriggio e riprendere a lavorare alle 3 di notte.

@Alessio Maffeis

3. Lavorare dalla Sala Borsa di Bologna. E, naturalmente, da tutte le biblioteche fighe in giro per l’Italia e il mondo.

2. Lavorare da Berlino, Amsterdam, Barcellona, Melbourne, Kuala Lumpur, Seattle, El Salvador, Pechino, Johannesburg, Tunisi, Rio de Janeiro. Beh, se ce la fai.

1. Lavorare dal letto dalle 9 alle 11 di mattina e spararsi una pennichella dopo pranzo.

L’autore ringrazia Agu per il contributo.

CONDIVIDI
Exit mobile version