Quella parolina – anche – è la stessa che ci fa sollevare un sopracciglio quando leggiamo che tra le file del cosiddetto Stato Islamico, ci sono delle ragazze, spose dei jihadisti ma anche – ancora, anche – parte attiva della propaganda.
L’8 marzo non è un giorno fatto di “pizza per sole donne” e mimose. La festa della donna è una giornata in cui ricordare le conquiste fatte dal genere femminile. E, come ha ben sottolineato Patricia Arquette durante la Notte degli Oscar e come fa la cronaca ogni giorno, mettendoci sotto il naso casi di femminicidio quasi quotidiani, sembra che il ruggito delle leonesse sia più debole.
Le donne raccontate in questo libro hanno preso le armi non a cuor leggero, “lo hanno fatto ritenendola una necessità storica. L’unico modo per poter cambiare realmente le cose. In modo radicale, rivoluzionario”, spiega Staccioli. Un istinto che, al di là dell’orientamento politico e degli atti gravi compiuti dalle protagoniste, è ancora oggi necessario che rimanga vivo e vigile, in quanto simbolo di una volontà che vuole cambiare lo stato ingiusto delle cose. Leggere questo libro aiuta a mettere a fuoco il contesto che ha portato queste donne a decisioni terribili e irrevocabili.
Ecco 10 nomi, storie e volti di donne rivoluzionarie dal libro.
Elena Angeloni – PAM a pagina 2
Il libro: Sebben che siamo donne. Storie di rivoluzionarie di Paola Staccioli, 254 pagine, 16 euro, DeriveApprodi, Roma 2015A
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Stefania Leo
“Nel 1970 decide di lasciare Milano, il lavoro, gli affetti, il figlio, per mettere il proprio corpo nella lotta del popolo greco contro la dittatura dei colonnelli. Muore il 2 settembre, a 31 anni, per un difetto del congegno a orologeria dell’esplosivo che sta collocando in una macchina sul retro dell’ambasciata statunitense di Atene, il “cervello” della dittatura”.
Barbara Azzaroni – P.L. a pagina 3
“Barbara Azzaroni per anni ha lottato con noi sul terreno degli scontri di classe di questa città cosiddetta democratica. L’hanno costretta alla clandestinità nella quale ha continuato, in altre forme, la stessa battaglia. […]Per noi, compagni di Bologna, Barbara non era per nulla clandestina. La conoscevamo e la stimavamo tutti” (da un volantino firmato “Il Movimento”).
Laura Bartolini – F.A. a pagina 4
“Cosa c’è dietro l’angolo?!? Sa di cose antiche come l’amore e l’affetto che mi legano a te e di cose nuove come quelle che ci aspettano e… senza retorica… sono sicura che saremo comunque insieme a farle… Un bacio tenerissimo”.
(Da una cartolina spedita al fratello Claudio rinchiuso nel carcere di Palmi)
Wilma Monaco (Roberta) – UCC a pagina 5
Wilma Monaco guidava la struttura clandestina dell’Unione dei Comunisti Combattenti. In questo ha messo in gioco il proprio corpo, per il conflitto, per il reclutamente, per la propaganda, per gli espropri. È stata uccisa dalla scorta di Antonio Da Empoli, neodirettore del Dipartimento degli Affari economici e sociali della presidenza del Consiglio, collaboratore diretto di Bettino Craxi.
Annamaria Ludmann (Cecilia) – BR a pagina 6
“Annamaria aveva già il tarlo comunista che le rodeva il cervello. Anziché uscire con me, la sera preferiva stare con i “compagni” e le “compagne”. Diceva che io non capivo, che ero un immaturo, che bisognava lottare per distruggere “questa società marcia”…” (da un’intervista pubblicata su “Gente”).
Diana Blefari Melazzi –Nuove BR a pagina 7
“Dichiarare una militanza rivoluzionaria […] significa rivendicare fino in fondo la propria identità politica, e opporsi a un procedimento che ha come scopo non quello di condannare dei reati penali, ma di processare e impedire un’ipotesi rivoluzionaria, un’istanza e necessità politica e sociale, cosa che nessun tribunale del mondo riuscirà mai a fare, per quanti secoli di galera riusciranno a infliggere!” (da una lettera dal carcere di Diana)
Annamaria Martini (Luisa) – NAP a pagina 8
“Uccisa da un carabiniere nel luglio 1975, a ventidue anni, mentre sta entrando in una base romana. Alla vita della giovane militante dei NAP si ispira Vasco Pratolini nella sua ultima opera, Il mannello di Natascia e altre cronache in versi e prosa”.
Chi era Margherita Cagol (Mara) – BR a pagina 9
“Fondatrice delle Brigate Rosse, è stata uccisa il 5 giugno 1975 alla Cascina Spiotta, sulle colline di Acqui Terme, durante il sequestro dell’industriale Vittorio Vallarino Gancia”.
Maria Soledad Rosas – NO TAV a pagina 10
“La galera è un posto di tortura fisica e psichica, qua non si dispone di assolutamente niente, non si può decidere a che ora alzarsi, che cosa mangiare, con chi parlare, chi incontrare, a che ora vedere il sole. […]
Maria Antonietta Berna – Militante a pagina 11
Maria Antonietta Berna – Thiene (Vi), 6 giugno 1957 / 11 aprile 1979 – Collettivo politico veneto per il potere operaio
Antonietta e Lorenzo sono militanti del Gruppo sociale di Thiene, nato nel 1977 nell’ambito dei Collettivi politici veneti per il Potere operaio. […] Si ritrovano nelle sedi, nei cortei, alla radio, al bar Giardini. Con la voglia di cambiare il mondo ma anche di soddisfare nell’immediato i bisogni materiali e il desiderio di una socialità alternativa".