La politica italiana assomiglia sempre di più ad un club, se la suonano e se la cantano tra di loro. Tizio si allea con Caio, poi lo molla e lo pugnala alle spalle, poi Caio trama con Sempronio e la mettono in quel posto a Tizio. Così appare, o più drammaticamente così è.
Quarantotto ore fare commentavamo, increduli, le voci di palazzo che si rincorrevano circa una staffetta Letta-Renzi: ne parlavamo, ipoteticamente, come del suicidio politico di Matteo Renzi. E ci domandavamo se Renzi non stesse commettendo l’errore più grande, spinto da pressioni esterne. Poi viene fuori che è Matteo Renzi il primo a voler prendersi il governo senza passare dalla cabina elettorale. Staffetta non è, ma vera e propria presa del Palazzo con le unghie e coi denti.
Se ci guardiamo indietro nell’ultimo anno la corsa di Renzi è rapida quanto impressionante: perde le primarie contro Bersani, torna protagonista nella non elezione di Prodi a Presidente della Repubblica, inizia la scalata al Partito che si conclude con l’elezione a furor di popolo due mesi fa (DUE MESI FA) alle primarie del Pd. All’epoca ci eravamo chiesti se fosse solo l’inizio di una guerra già dichiarata in precedenza a Enrico Letta.
Certo sarebbe stato difficile pensare ad una scalata senza elezioni, era più semplice (più logico?) prevedere le elezioni, un’altra volta. Invece siamo entrati in una fase storica in cui in Italia cambiano i governi senza elezioni. Giochi di potere, intrighi di palazzo, accordi tra nemici per una legge elettorale pessima, l’Italicum (nome dalle sfumature inquietanti), tutto alle spalle dei cittadini italiani. E un’opposizione che sembra più preoccupata di finire sui giornali in prima pagina che di opporsi.
Politicamente Letta ha fallito, si era dato 180 giorni, ne sono passati più di 200 e non è successo niente. Sono ore decisive, il suo governo non arriverà a fine mese e Matteo Renzi cannibale ha già pronta la squadra di governo. Quanto durerà? Un altro anno e poi via con un altro governo? Gli italiani, assistono arrabbiati e impotenti all’ennesima farsa a tinte democratiche.