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Quando si diventa anziani? Perché la soglia dei 65 anni è superata

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Ci siamo recentemente occupati di invecchiamento della popolazione, concludendo che sì, analizzando freddamente i maggiori indicatori (speranza di vita alla nascita, tasso di fecondità, indice di vecchiaia, età mediana della popolazione) la società italiana sta invecchiando. Per un’informazione completa dovremmo però anche chiederci: quando si diventa anziani?

Quando si diventa anziani: nuove soglie

La risposta, come spesso in questi casi, è: dipende. Se ci fermiamo ad un’analisi sociale delle età, è certamente vero che siamo di fronte a processi di invecchiamento della popolazione in tutta Europa e in Italia in particolare. Ma negli ultimi decenni l’età non è l’unico fattore ad essere cambiato: lo sono anche altri elementi, fisici, psicologici, culturali, sociali.

In poche parole le generazioni attuali non invecchiano allo stesso modo delle precedenti. Avere 80 anni oggi non è come averli avuti 50 o 20 anni fa. La nostra domanda “quando si diventa anziani” può quindi essere posta anche così: la soglia dei 65 anni è ancora valida per definire anziana una persona?

Probabilmente no, se pensiamo ad alcuni fattori quali i progressi della medicina, la maggiore consapevolezza rispetto agli stili di vita, il livello di istruzione mediamente più elevato, il contesto lavorativo mediamente più salubre.

Se consideriamo tutti questi elementi, la parola “invecchiamento” muta continuamente di senso, e non è più così significativo limitarsi a confrontare il numero di over 65 e concludere che, siccome ce ne sono di più, siamo di fronte a un processo di invecchiamento della società.

Per stabilire quando si diventa anziani è quindi più opportuno considerare soglie dinamiche di vecchiaia, piuttosto che una soglia statica fissata a 65 anni. Detta in altri termini, così come si parla di transizione all’età adulta, sarebbe meglio parlare di transizione all’età anziana.

Quando si diventa anziani: fasi della transizione

Non è quindi il giorno del 65esimo compleanno a sancire il passaggio all’età anziana, ma una serie di tappe, che la letteratura sul tema ha così individuato: l’uscita dal mercato del lavoro, l’uscita dell’ultimo figlio da casa, la nascita del primo nipote, la perdita del coniuge, il peggioramento delle condizioni di salute.

Solitamente la prima fase a manifestarsi è l’uscita dei figli da casa, che avviene in genere tra i 50 e i 60 anni, l’uscita dal mercato del lavoro avviene usualmente introno ai 65 anni, mentre la perdita del coniuge e il peggioramento delle condizioni di salute avvengono più avanti.

Sicuramente questa nuova concettualizzazione dell’anzianità presenta il vantaggio di superare il ragionamento per soglie, spesso davvero grossolano: ho visto 70enni che definire anziani è davvero inopportuno. Tuttavia ci sono ancora alcuni elementi critici.

Il primo è che queste tappe sono pensate chiaramente per chi ha costruito una famiglia: la morte del coniuge, l’uscita dei figli da casa, la nascita dei nipoti; ben tre fasi su cinque comportano l’esistenza di una famiglia. E una persona senza famiglia quando diventa anziana? Solo in base al lavoro e alla salute?

Il secondo è che il fattore “perdita del coniuge” esclude chiaramente uno dei due coniugi dal vivere tutte e cinque le fasi, tanto che, passatemi il sarcasmo, ci si chiede: ma allora il coniuge che muore prima non è mai diventato veramente anziano?

Infine, delle cinque fasi che decretano quando una persona diventa anziana, le prime quattro hanno una data definita, mentre la quinta rimane piuttosto indefinita: quando e come devono peggiorare le condizioni di salute perché il passaggio sia compiuto?

Quando si diventa anziani: 5 modelli di invecchiamento

Una recente ricerca internazionale ha individuato cinque modelli di invecchiamento, considerando le cinque fasi sopra descritte:

1. Invecchiamento prolungato: durata media di oltre 20 anni del processo di invecchiamento, a causa soprattutto della ritardata morte del coniuge. Paesi coinvolti: Svezia, Paesi Bassi, Svizzera.
2. Invecchiamento medio-lungo: durata lunga soprattutto per un avvio precoce del processo. Paesi: Danimarca, Germania, Estonia.
3. Invecchiamento intermedio: durata inferiore ai 20 anni con tappe scandite regolarmente, tipico di Francia e Belgio.
4. Invecchiamento breve: le tappe si susseguono velocemente e il peggioramento delle condizioni di salute avviene prima che in altri contesti. Paesi: Austria, Repubblica Ceca, Polonia.
5. Invecchiamento posticipato: il processo inizia tardi e le tappe si svolgono con irregolarità, tipico di Italia, Spagna, Grecia.

In conclusione torniamo alla nostra domanda iniziale: quando si diventa anziani? Effettivamente, dipende. Da dove si vive, da quello che si fa e, naturalmente, anche dalla fortuna. La ricerca sociale però ha avviato un filone molto promettente, seppur ancora immaturo.

D’altra parte gli studi sulla transizione all’età adulta sono giunti ormai a una maturità tale da aver definitivamente soppiantato l’idea che si diventi adulti da un giorno all’altro. Non vedo perché lo stesso non possa avvenire presto anche per stabilire quando si diventa anziani.

Intanto accontentiamoci della pulce nell’orecchio: che l’invecchiamento della società sia solo un processo che dipende da come definiamo l’anziano?

Immagine | Fechi Fajardo

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