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Bologna bella e dannata: guida alternativa all’anima della città

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@Vincenzo Corvasce

Bologna: una città meravigliosa, splendida e facile da visitare, perfetta per viverci. Il posto dove, anche se non c’è il mare, “se dovessi rimanere in Italia, sarebbe l’unico in cui vorrei restare”.

Il centro è a misura d’uomo, o meglio, di studente: sembra infatti di stare in un grande campus universitario delimitato dalle mura e dalle antiche porte della città. È piccola abbastanza per potersi spostare comodamente a piedi, perdendosi tra le viuzze e percorrendo i lunghi portici da una piazza all’altra, ma grande a sufficienza perché ci sia sempre qualcosa da fare.

La bicicletta, biga in dialetto, è un’ottima alternativa per raggiungere agevolmente ogni angolo della città, attraverso le piste ciclabili dei viali o giostrandosi tra la folla del T-day, la zona pedonale del centro durante il weekend.

Tra i suoi 7 segreti, I barettini nascosti e I musicisti in piazza, Bologna offre numerosi punti strategici in cui è bello potersi letteralmente fermare, bloccando il proprio cammino a metà strada o restando fermi in un posto preciso per cogliere a pieno l’anima della città. Andiamo quindi a scoprire i 5 luoghi più rappresentativi in cui godersi l’anima di Bologna.

Strada Maggiore: musica, portici e profumo di croissant

@Vincenzo Corvasce

Una delle vie più belle della città, Strada Maggiore collega l’antica Porta alle due Torri, offrendo un lungo percorso porticato da entrambi i lati dalla strada, spesso usato anche dai ciclisti in caso di pioggia o a notte tarda.

La prima è una tappa forzata: il semaforo di Porta Maggiore vi darà il tempo necessario per organizzare il vostro itinerario, leggere la didascalia sulle mura, pianificare la vostra giornata, scattare qualche foto e fare anche conoscenza. A constatare l’interminabile durata della luce rossa, l’ironica frase di un signore in bici, che invece di spazientirsi la prende con filosofia:

C’è gente che è nata da questo lato della strada e non è mai arrivata dall’altra parte!

Superato l’incrocio, segue una fermata musicale: appena dopo la Facoltà di Scienze Politiche è facile lasciarsi incantare dalle calde note di un sassofono provenienti dall’alto. Sul lato destro della strada si può infatti notare una finestra aperta che lascia intravedere un soffitto affrescato sul quale si staglia la sagoma di un musicista che si esercita con passione di fronte al leggìo. Verso l’ora di cena c’è sempre qualcuno che si ferma improvvisamente in mezzo ai portici ed alza la testa incuriosito per rintracciare la provenienza della melodia; qualche volta resta abbastanza a lungo perché il sassofonista faccia una pausa e lo saluti, per poi riprendere ad allietare nuovamente i passanti.

Proseguendo sino in corrispondenza di Piazza Aldrovandi, si apre il portico più ampio di Bologna, adiacente alla chiesa di Santa Maria dei Servi. Questo spazio ospita una fila di mercatini natalizi sempre affollati e pieni di luci, in cui è possibile trovare statuine del presepe, sciarpe e guanti, cioccolata calda e dolci tipici di varie regioni italiane.
Nelle tiepide notti primaverili invece vi sono spesso gruppetti di ragazzi che giocano a frisbee o a calcio, coinvolgendo chiunque si fermi ad osservarli.

Questione di colazione

Altra tappa consigliata svoltando a sinistra su Via Guerrazzi, il Bar Maurizio è il luogo ideale per fare due chiacchiere con dei vecchi amici godendosi un concerto jazz. Il posto è piccolissimo, ma piacevole, informale ed accogliente: di sera la gente arriva a occupare completamente il passaggio sotto il portico, tra spritz economici, radio d’epoca, foto di personaggi famosi ed oggetti colorati ed originali.
Di mattina l’atmosfera si distende ed inizia poco a poco un via vai di studenti e aficionados che occupano i tavolini interni per leggere il giornale o improvvisare una colazione alle 5 del mattino prima di andare a dormire.

Per chi non resiste tanto a lungo, ma non vuole rinunciare ad uno spuntino notturno, non c’è posto più adatto del forno di Via Borgonuovo. Da Strada Maggiore si svolta in una traversina sulla sinistra in cui dall’1 alle 6 del mattino vengono sfornati pizze e cornetti caldi.

Per trovarlo basta lasciarsi guidare dall’aroma dolce e avvolgente delle brioches appena sfornate, inconfondibile anche a distanza, ed affacciarsi alla porticina di una serranda priva di insegne: qui troverete una gentile signora sempre disponibile ad elencare gusti e prezzi dei suoi prodotti.
Per questa sosta notturna, le condizioni atmosferiche non fanno testo: in piena estate o con qualche grado sotto zero, la fila conta spesso numerose persone, che poi si fermano a fianco per restare a chiacchierare e talvolta fare il bis.

Va infine dedicato qualche minuto per scoprire uno dei 7 segreti di Bologna. Appena prima di giungere alle Torri, ci si ritrova sotto un altissimo portico in legno, Corte Isolani. Alzando lo sguardo si potranno individuare tre frecce conficcate nel soffitto: chi si ferma di solito è accompagnato da amici o turisti e indica loro i punti in cui cercarle secondo una famosa leggenda che suscita sempre un certo fascino in chi resta immobile con lo sguardo verso l’alto.

L’antico palazzo è attraversato da una galleria ricca di negozi e mostre d’arte, dalla quale si sbuca in Piazza Santo Stefano. Continuando infine su Strada Maggiore si giunge alle Torri, dovendosi talvolta fare spazio tra la piccola folla di fronte alla pizzeria “Due Torri”, una buona soluzione per un economico trancio al volo.

Sotto le Torri: un salotto open-air

@Vincenzo Corvasce

Per la loro altezza, fama ed eleganza, le due Torri sono ormai diventate un simbolo riconosciuto di Bologna: costruite in muratura intorno al XII secolo, servivano per svolgere funzioni militari di segnalazione e difesa, ma anche per dare prestigio alle famiglie gentilizie che le possedevano. Nonostante la città conti ancora una ventina di torri, quelle degli Asinelli e Garisenda sono posizionate in uno strategico asse di collegamento per alcune delle antiche Porte e Piazze più famose.

Offrono un facile punto di ritrovo e di riferimento per orientarsi: giunti alle Torri, vi si trova spesso una gran quantità di gente seduta sul muretto dei portici, sui cubi di Piazza Ravegnana, ma anche ferma, semplicemente in piedi sotto le torri. La maggior parte è lì per aspettare qualcuno: sia da soli che in gruppo, molti giovani si danno appuntamento in questo luogo per decidere dove andare successivamente.
Attendere qualcuno qui non mette mai a disagio, non fa sentire inopportuni anche se si è da soli in quanto ci si sente legittimati a fare una telefonata, fermarsi per una pausa o mangiare qualcosa. Questa situazione si è creata da un paio d’anni con l’introduzione di alcuni cubi di pietra sparsi tra la chiesa e le torri. Molto criticati al momento dell’installazione perchè non rispecchierebbero lo stile artistico ed architettonico della città, svolgono tuttavia pienamente la loro funzione, creando una sorta di salottino all’aria aperta, riqualificando uno spazio vuoto ed offrendo un luogo per comunicare.
È infatti un contesto piacevole e dinamico in cui aspettare: di giorno si popola di turisti che fanno la fila per salire sulla torre degli Asinelli ed ammirare il panorama, oppure chiedono ai passanti perché le torri pendano così tanto, il che scatena nei bolognesi le risposte più improbabili e creative. La torre custodisce un altro dei 7 segreti, mentre è oggetto di scaramanzia per gli studenti universitari, poiché si dice che chi vi sale prima di laurearsi non porterà a termine gli studi.

Una dolce attesa

La più pendente delle due, la Garisenda, offre uno spunto letterario riportando una didascalia con la citazione di Dante, il quale la menziona nella Divina Commedia e nelle Rime.

Giusto di fronte, La Feltrinelli è un’ottima tappa durante l’attesa o per curiosare perdendosi fra le guide turistiche, i libri in lingua originale, i grandi classici, o un’idea per un regalo. All’uscita si possono trovare bancarelle con borse e gioielli fatti a mano, dove i venditori sono sempre sorridenti e disponibili a fare due chiacchiere. C’è sempre qualcosa da fare qui, anche se si è solo di passaggio o se si cerca un posto dove sedersi per un po’ quando non si ha una meta, ma non si riesce comunque a restarsene chiusi in casa.

All’angolo tra via San Vitale e via Zamboni per esempio, la Gelateria Gianni consente uno sfizio goloso a partire dal 1976: i gusti permettono un’amplia scelta e abbinano ingredienti originali con nomi fantasiosi, come Samurai e Il signore degli anelli.

Attraversando Piazza della Mercanzia sulla sinistra, ci si ritrova in Piazza Santo Stefano, animata dal mercato dell’antiquariato ogni primo weekend del mese, ed in Piazza Minghetti, che in inverno ospita le casette in legno dei mercatini di Natale più suggestivi della città, con specialità gastronomiche, vin brulè e ghirlande di agrumi e cannella, mentre in primavera fiorisce come un giardino ricco di piante aromatiche e boccioli profumati.

Oltre che punto di ritrovo, le Torri segnano anche il momento dei saluti: al termine della serata, quando i bar cominciano a chiudere e gli autobus notturni sfrecciano tutt’intorno, diventa d’obbligo fermarsi per almeno un quarto d’ora accademico sotto la rocchetta della torre degli Asinelli per accordarsi sull’incontro successivo, ricostruire gli avvenimenti della serata e scambiare le ultime chiacchiere prima di separarsi.

Da via Zamboni a Piazza Verdi: vita universitaria tra palazzi antichi e jam session

@Vincenzo Corvasce

Proseguendo all’angolo con via San Vitale, si scende lungo via Zamboni che conduce alla zona universitaria. Popolata da studenti giorno e notte, è una delle strade più movimentate e variopinte della città: col suo rumoroso acciottolato, ci guida attraverso locali da aperitivo, sfreccianti biciclette, maestosi portici e vivaci pub irlandesi.

Mentre sul lato destro trova posto la magnifica chiesa di Santa Cecilia, dalla parte opposta si passa da una facoltà all’altra: la via è infatti sede della più antica università europea, l’Alma Mater Studiorum, fondata nel 1088 da Irnerio a partire da organizzazioni di studenti che finanziavano direttamente i docenti.
Da Giurisprudenza a Lettere e Filosofia, alle Facoltà scientifiche di Filippo Re e le biblioteche, le aule universitarie si trovano in meravigliosi palazzi con decorazioni in marmo, chiostri, patio con colonne e soffitti affrescati o con architravi in legno, le cui pareti, adattate negli anni alle esigenze studentesche, strabordano ora di volantini, incontri culturali e poster di festival. Numerosi i murales e graffiti che riportano commenti sull’attualità o disegni fantasiosi e variopinti; uno dei più interessanti è quello che precede piazza Scaravilli: coloratissimo, di grandi dimensioni e in pieno stile Diego Rivera, rispecchia l’anima della città e stupisce ogni volta i passanti che si fermano giusto il tempo di scattare almeno una foto.

Centro nevralgico del mondo universitario è Piazza Verdi, nella quale confluiscono la maggior parte degli studenti di facoltà diverse che si spostano da una parte all’altra della città tra aule studio, segreterie e biblioteche. Impossibile non incontrare compagni di corso e volti familiari trai tavolini dei bar Le Scuderie o Il Piccolo & Sublime, lasciandosi così convincere a fare una pausa-caffè nella tabella di marcia.

La piazzetta offre tante ragioni per cui sostare qualche ora, soprattutto con l’arrivo dell’estate: a giugno inizia Zambest Festival, un appuntamento annuale che organizza eventi culturali, incontri di dibattito e serate musicali gratuiti per strada o nei cortili universitari. Verso l’ora di cena si trovano spesso i mercati biologici di CampiAperti, mentre la sera è possibile affacciarsi dalla terrazza del Teatro Comunale con una prospettiva dall’alto della piazza, godendosi un concerto gratis in una suggestiva e decorata sala del Settecento.

Studenti giorno e notte

La zona univeristaria è molto vivace e versatile: si presta a giornate culturali ed interessanti appuntamenti letterari della facoltà. Per un po’ di musica, vale la pena fare tappa all’Empire Pub, un piacevole locale in stile inglese che tutti i lunedì sera propone una jam session jazz molto varia e coinvolgente. Nonostante lo spazio sul palco sia ristretto, i musicisti sfiorano la dozzina e danno modo a ciascuno di improvvisare un solo, tra sguardi d’intesa, risate ed un’allegra atmosfera di complicità. Impossibile non lasciarsi catturare dalle note degli ottoni che attirano l’attenzione dei passanti sulla via di casa; l’ambiente informale e familiare permette a chiunque di esibirsi ed unirsi alla band per cantare almeno una canzone prima di andarsene.

You cannot stop Bologna

Lo stile e la clientela, tuttavia, diventano più giovani ed internazionali il mercoledì sera con l’Unitandem Erasmus (di martedì all’Irish Pub Cluricaune poco più avanti), incontri di scambio linguistico per migliorare le proprie capacità e fare amicizia, ed il giovedì per le serate di karaoke. Durante la settimana, la via è infatti popolata da studenti che si concedono un’aperitivo ai tavolini di qualche bar all’aperto o si siedono per terra in piazza e proseguono la festa tra cocktail e cicchetti economici lungo ‘la via della perdizione’, via Petroni.

Un rito tipico di alcune città del nord Italia è inoltre la festa di laurea per strada che segue la proclamazione. Passando per Piazza Verdi è probabile venire coinvolti in una di queste celebrazioni alternative in cui il neolaureato, con una corona d’alloro in testa, viene travestito nei modi più improbabili dagli amici, esultanti e divertiti, che lo incitano ad esibirsi in una performance canora, un balletto o qualche gioco a prove, che spesso richiedono l’intervento di esterni ignari ed incuriositi, attirati da cori, stelle filanti e una gran quantità di gente.

Proseguendo sino in fondo a via Zamboni, un’ultima tappa trasforma il mondo universitario in un’occasione per festeggiare. Nei giardini di Filippo Re, l’arrivo dell’estate porta con sè il BOtanique, una serie di incontri musicali per la maggior parte gratuiti, laboratori di yoga e proiezione di film e documentari, accompagnati da cibo e bevande degli stand gastronomici.
Comodi cuscini da accaparrarsi per sedersi nell’erba ed incantevoli lampadine hipster trascinano il pubblico in un “sogno di una notte di mezza estate” per godersi a pieno una serata di relax sotto le stelle.

Lungo via Rizzoli per una passeggiata tra artisti di strada e un po’ di poesia

@Vincenzo Corvasce

Proseguendo verso il centro, le torri si affacciano su una grande strada circondata da palazzi dei primi del ‘900 con ampi portici, banche, bar e negozi all’ultima moda su entrambi i lati. Quest’antico decumano romano conduce a Piazza Maggiore, il cuore della città, offrendo vari punti di interesse e tappe che interrompono ed allungano il percorso per raggiungere la piazza: sul lato destro si diramano varie traverse perfette per mangiare qualcosa in un’osteria tipica o prendersi una birra in un irish pub.

Nel weekend l’intera via viene chiusa al traffico e si trasforma in un’area pedonale chiamata T-days, per la coincidenza a forma di T con via dell’Indipendenza e via Ugo Bassi.

Il sabato pomeriggio diventa particolarmente piacevole passeggiarvi grazie ai numerosi artisti di strada che catturano l’attenzione dei passanti ogni dieci metri. Turisti, studenti fuori sede, famiglie bolognesi: ognuno rallenta il passo e si ferma ad ascoltare le squillanti note della chitarra elettrica sulla destra o ammirare i disegni coi gessi colorati realizzati da una ragazza sul marciapiede. Le originali e varie esibizioni incuriosiscono ogni tipo di pubblico: dagli artisti circensi, versatili e dinamici, all’immancabile gruppo di percussionisti che invita la gente a battere il ritmo e trascina gli appassionati del genere a ballare fino a sera, immersi nell’anima bella e dannata della città.
Sulla sinistra si incontra spesso uno studente di recitazione che rappresenta vari personaggi e provoca gli spettatori con monologhi accattivanti o ironici con il suo “barbonaggio teatrale”. Ognuno sfrutta le proprie abilità e si mette in gioco suscitando interesse e stupore per cercare di trattenere i passanti anche solo per cinque minuti.

Parte di Bologna è anche questo: perdere tempo fermandosi ripetutamente qua e là e cogliere la possibilità di apprezzare momenti unici e suggestivi, godendosi con calma il tragitto verso il centro storico.

Oltre alle fermate dell’autobus, compaiono qua e là anche le “fermate poetiche”, un’idea fresca ed originale delle sempre più numerose iniziative urbane che cercano di rendere la letteratura accessibile a tutti. Si possono notare mentre si lega la bici ad un palo, cui è appeso un cartoncino che riporta versi di poesie autobiografiche o legate al tema del viaggio, che riescono sempre a rubare un sorriso.

Proseguendo fino al semaforo, si gode infine di un punto di vista privilegiato: vale la pena fare dietro-front e scattare una foto della via con le torri che si stagliano alte e stilizzate sullo sfondo, esattamente come in una di quelle vignette di Andrea Pazienza.

Voltoni storici

@Vincenzo Corvasce

Lungo la perpendicolare che porta alla stazione, lo sguardo si perde in lontananza: via dell’Indipendenza si caratterizza per i vari e numerosi negozi e per il primo arco all’angolo con Rizzoli. La volta del Canton de’ Fiori rientra infatti nella lista dei 7 segreti e riporta l’iscrizione: “Panis vita, canabis protectio, vinum laetitia”, dovuta alle coltivazioni di canapa che hanno portato ricchezza alla città di Bologna.

Sul lato sinistro di via Rizzoli si apre la Piazza del Nettuno, troneggiata dalla statua del Gianbologna e su cui si affacciano lo splendido Palazzo Re Enzo e la biblioteca comunale Sala Borsa.

Il portico che conduce a Piazza Maggiore nasconde un altro dei famosi segreti, questa volta di tipo interattivo: l’architettura del voltone del Podestà offre infatti un “telefono senza fili” che permette di ascoltare in modo nitido le parole dell’interlocutore posto alla colonna in diagonale, mentre nella zona centrale di passaggio non si riescono nemmeno a distinguerne le voci. Questo curioso fenomeno risale al Medioevo, periodo in cui lo stratagemma veniva utilizzato dai sacerdoti per consentire ai lebbrosi di confessarsi evitando il rischio di contagio. Oggi costituisce una delle tappe obbligatorie per chi vuole scoprire la città, senza doversi prendere troppo sul serio.

Sotto il portico si trovano inoltre lo storico bar La Linea, l’emeroteca del cinema Lumière ed il centro di informazioni turistiche Bologna Welcome.

In caso di pioggia, offre un’ottima location per una festa di compleanno insolita, con una magica vista notturna della cattedrale di San Petronio. È perfetto anche per dare riparo a musicisti jazz colti di sorpresa da un temporale estivo; la struttura funge infatti da cassa di risonanza per il concerto ed è ampia abbastanza per accogliere il pubblico.

Dall’altro lato del voltone, Piazza Maggiore, sempre ricca di eventi, appuntamenti culturali ed iniziative, nei mesi estivi diventa sede del cinema sotto le stelle, in cui la gente si siede ovunque, fino ad occupare completamente la strada per tutta la durata del film.

Risalendo via D’Azeglio si potranno migliorare le proprie abilità a scacchi al prezzo di un’offerta libera ed una mezz’ora per sedersi a terra lungo la viuzza pedonale. A lanciare quest’originale sfida è un senzatetto sempre attento a studiare l’avversario e a dare dei consigli, mettendo a disposizione una scacchiera per migliorare il proprio stile e sperimentare una nuova strategia.

Via del Pratello e Piazza San Francesco: la movida al ritmo del jazz

@Vincenzo Corvasce

Giungendo in fondo a via Rizzoli, poi Ugi Bassi, si arriva all’incorcio con via Marconi e Porta Lame. Dopo aver percorso un’ampia strada trafficata, diventa piacevole avventurarsi per una delle viuzze più vive ed interessanti della città. Via del Pratello ha ormai dato il nome ad un intero quartiere, inglobando piazze e stradine per costituire al giorno d’oggi un’area frizzante ed alternativa.

Un tempo nota soprattutto per artigiani, lavori umili e degrado, la via si è trasformata nel corso degli anni in un punto di riferimento della vita notturna bolognese. Col suo stile casual ed informale, il Pratello attira solitamente una clientela universitaria, ma anche giovani coppie e lavoratori, appassionati di musica e vecchi amici dei baristi.

Il primo dei tanti punti critici che interrompono la marcia, la piccola enoteca agricola sulla sinistra dopo il bar Macondo può compromettere un’intera serata ed impedirvi di proseguire cedendo all’offerta di due bottiglie di vino contadino a 5 euro, da consumare con calma seduti sotto i portici o approfittando di un piccolo buffet ogni venerdì sera, al ritmo della musica dance anni ’80. È anche possibile acquistare qualche poster in bianco e nero di stelle del cinema e grandi classici del dopoguerra, mentre si fanno due parole con il proprietario. Meglio passarvi ad inizio serata: il negozio chiude infatti abbastanza presto per i ritmi del Pratello e verso le 22:00 iniziano già ad abbassare la saracinesca con uno splendido murales che ritrae il viso di una bambina immersa nella natura.

Se riuscirete ad andare oltre, all’angolo con via Pietralata lo storico Barazzo vi accoglierà a suon di blues, anche in settimana. Accogliente e sempre affollato, il locale ospita spesso anche musicisti jazz e ritmi afro, per una serata piacevole in cui alternare un ballo sfrenato sotto il palco ad una bevuta in compagnia di fronte all’entrata.

Altro bar interessante, il Tarcaban chiude via del Pratello con uno stile etnico e casual. Perfetto per organizzare feste di laurea e pranzi di compleanno, propone un aperitivo marocchino gustoso ed economico e mette a disposizione una chitarra per cantare in coro pezzi famosi con degli sconosciuti o dar spazio alla creatività.

Sulla strada del ritorno, il circolo Margot resta aperto sino al mattino. È un piccolo ed affascinante locale d’altri tempi, dal carattere intimo e familiare, per passare qualche ora a chiacchierare a lume di candela e godersi l’ottima scelta musicale di sottofondo.
Per entrare si deve bussare ad un portone rosso e l’oste, sempre di un’eleganza impeccabile, vi farà accomodare proponendo un’ampia gamma di vini e piatti tipici a qualsiasi ora vi presentiate.

Immancabile tappa prima di dormire, il Babilonia sazia i superstiti di una serata al Pratello con uno dei migliori kebap in città. Offre inoltre una buona scelta di piatti mediorientali il cui aroma fa rallentare il passo e attira i clienti, invitandoli a sostare nuovamente sulla via di casa.

Botellón sotto le stelle

@Vincenzo Corvasce

Da frequentare di giorno o di notte, Piazza San Francesco è una delle zone più interessanti e dinamiche del Pratello. L’omonima basilica gotica le fa da padrona, con la splendida facciata di mattoni a impronta romanica che mette in penombra l’intero sagrato. La piazza trasmette un fascino senza tempo, ma la magia scatta al calar del sole: i bar e le panchine che la circondano cominciano ad essere così affollati che un gruppetto di ragazzi con qualche bottiglia di birra o una chitarra si siede per terra proprio al centro. Questo gesto funge da scintilla per numerosi altri che ne seguono ben presto l’esempio, finché verso mezzanotte la piazza si riempie completamente e qualche volta risulta perfino difficile trovare un piccolo spazio per sedersi in mezzo alle persone.
È sicuramente uno dei luoghi più incantevoli in linea con l’anima della città in cui è possibile rimanere semplicemente fermi per ore, seduti all’aperto con gli amici, in estate come d’inverno, e godersi l’atmosfera che avvolge ogni cosa.
Spesso sulle scalinate del sagrato si radunano dei musicisti di strada che animano la serata con ritmi africani e sound esotici.

Tra la folla risuona sempre qualche nota di chitarra che riesce a coinvolgere i gruppetti adiacenti, mentre di fronte al bar De’ Marchi è facile trovare il gruppo di balli folk disposto in cerchio, animato da cori, tamburelli e coppie che danzano la pizzica.

Da non perdere la manifestazione “Il Pratello R’esiste” nella giornata del 25 aprile: la lunga viuzza piena di barettini e ristoranti si anima di colori e musica, tra bancarelle, vestiti etnici, vino economico e prodotti tipici. In particolare, la piazza ospita numerosi concerti, momenti di dibattito e spazi per associazioni no profit. La sera si riempie di gente in cui si fanno spazio giocolieri e si organizzano gare di limbo, in quella tipica esplosione di energia che Bologna riesce sempre a regalare.

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