1. I Tedeschi sono tedeschi
La posizione della Merkel e di Schäuble nei confronti della Grecia è rimasta praticamente ferma nel corso di tutto il negoziato. Rigore ed austerity non sono mai stati messi in discussione dai veri leader d’Europa, la loro fermezza è apparsa a tratti inquietante, tanto da far evocare, ad alcuni commentatori, pesanti paragoni col passato nazista e prussiano.
2. I Tedeschi non sono impressionabili
Puoi far intervenire in tuo favore i maggiori economisti mondiali, vincere un referendum lampo, mostrare le file di gente disperata ai bancomat, incassare la solidarietà dell’intero orbe terracqueo, se un tedesco si mette in testa una cosa non c’è santo che tenga.
3. Se addirittura l’FMI propone di tagliare il tuo debito allora vuol dire che sei messo maluccio
Se il Fondo Monetario Internazionale, moloch del capitalismo globale, bersaglio delle estreme di tutto il mondo, spauracchio dei governi spendaccioni o indebitati, diretto dalla lady di ferro Christine Lagarde, propone di ridurre il tuo debito come un Jovanotti qualunque sconfessando la linea dura tedesca vuol dire che bene non sei messo.
4. Il socialismo europeo non è in crisi, è proprio defunto
La crisi greca ha evidenziato l’inconsistenza del Partito Socialista Europeo (PES) e dei suoi leader nazionali. Nessuna vera alternativa alle politiche di austerity viene oggi proposta dai socialisti, incapaci anche di mediare una soluzione umana per il caso grexit. Dopo il blairismo il nulla.
5. Se vi serve un avvocato non rivolgetevi ad Hollande
Considerato il principale difensore, al tavolo delle trattative, della causa greca non si può dire che lo sconto di pena ottenuto sia un risultato convincente. Il Lionel Hutz dell’area Euro.
6. Renzi chi?
Ignorato, bistrattato, di fatto inutile. All’inizio si atteggia a mediatore, poi si allinea ai tedeschi, alla fine cerca di ritagliarsi un posto come spalla del già debole Hollande. Sostiene di aver fatto nottata per salvare l’euro, speriamo che la prossima volta si riposi. Badogliano.
7. Meglio Fonzie o Richie?
Finché c’è da fare gli sbruffoni, girare in moto col giubbotto di pelle e incendiare i cuori delle pasionarie di mezza europa il bel Varoufakis c’è. Ma quando si tratta di passare intere nottate a discutere con quei noiosi dei tedeschi senza poter sorseggiare neanche un Mojito degno di questo nome il Fonzie di Grecia abbandona il tavolo lasciando la patata bollente nelle mani del povero Alexi “Richie Cunningham” Tsipras.
8. C’è sempre qualcuno più a sinistra di te
Puoi presentarti come novello leader altermondista, rappresentare l’unica vera alternativa all’austerity, provare a salvare un Paese allo sbando, ci sarà sempre un ex partigiano, una femminista, un anarchico, un tuo rivale di partito pronto a metterti i bastoni fra le ruote nel nome della purezza dell’ideale.
9. Fanno tutti i no euro con la dracma degli altri
Grillini, Leghisti, autonomi, postfascisti, tutti sarebbero stati in grado di fare meglio di Alexis Tsipras nelle trattative coi tedeschi. Volete mettere l’autorevolezza di un Di Maio nei faccia a faccia con Schäuble. Alla fine quanto sarebbe stato facile rifiutare le offerte dell’Europa ed assumere su di sé le responsabilità e i costi sociali e umani della Grexit, Salvini lo avrebbe fatto ad occhi chiusi mentre scriveva un tweet indossando la felpa della Grecia alla guida di una ruspa.
10. Politically correct e cinefilia non vanno d’accordo
Quando immaginiamo un anziano falco in sedia a rotelle che manipola chiuso in una stanza le politiche internazionali schiacciando ad una ad una le colombe non possiamo non pensare a Peter Sellers.