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Viaggio nei Balcani: Novi Sad e Sremski Karlovci in 10 foto

Michele Pasquale @ntwari_mickey

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Michele Pasquale @ntwari_mickey

Quando si parla di Balcani, e in particolare di ex-Jugoslavia, spesso si fa riferimento ad un unico universo omogeneo con tratti abbastanza caratteristici. Come tutte le generalizzazioni anche questa non è altro che un’inesattezza. Pur avendo ovviamente moltissime cose in comune, ognuna delle sei attuali repubbliche (sette se considerate il Kosovo uno stato indipendente) può sorprendervi in modo originale e diverso. Anime molto simili tra loro, conviventi per lungo tempo, ma capaci di mantenere una certa identità. Uno degli esempi principali è la Serbia, che scopriremo attraverso il capoluogo Novi Sad e il borgo Sremski Karlovci.

Oltre al già citato Kosovo, esiste infatti un’altra provincia autonoma che fa parte di questo stato: la Vojvodina. È una regione che si trova a nord e che, per vari motivi storici e geografici, possiede dei tratti caratteristici che la distinguono dal resto del paese. Capoluogo e città più importante di questa area (nonché la seconda più grande in Serbia per numero di abitanti dopo Belgrado) è Novi Sad.

L’abbiamo visitata per cercare di descriverla e per provare a capire cosa rende la Vojvodina allo stesso tempo uguale e diversa dal resto della nazione. Non ci siamo però fermati solo lì. Oltre a Novi Sad vi parleremo di Sremski Karlovci, un piccolo borgo a qualche chilometro dal centro principale. Un paese di poche migliaia di abitanti, ma con tante cose da scoprire.

Come di consueto le foto sono di Michele Pasquale @ntwari_mickey

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Quando arrivate in Serbia, e quindi anche a Novi Sad, una delle caratteristiche che salta all’occhio sono le strane lettere che compongono la maggior parte delle scritte. Qui infatti si usa l’alfabeto cirillico, sebbene quello latino sia comunque molto diffuso. Il primo impatto è sempre traumatico. Alcuni segni sono del tutto misteriosi, altri sono ingannevoli perché sono identici a quelli che conosciamo, ma hanno un suono diverso. Basta poco però per imparare perché, come imposto nel XIX secolo da Vuk Karadžić, linguista e più importante riformatore della lingua serba, ad ogni lettera corrisponde un suono e ad ogni suono corrisponde una lettera. Se volete fare bella figura con i locali, uno dei modi più semplici per impressionarli è dimostrare che sapete leggere il cirillico. Poi, ovvio, rimane il problema di capire quello che si dice e di riuscire a pronunciare fino a cinque consonanti di fila, ma già leggere è sufficiente.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Novi Sad si trova sulla riva del Danubio. Il fiume la divide da Petrovaradin, in teoria un’altra municipalità, ma di fatto parte integrante della città. Proprio qui si trova la fortezza, l’attrazione più importante e il posto dove dovete andare se volete godere di un ottimo panorama. Oggi è celebre tra i giovani anche e soprattutto per essere il luogo dove ogni anno si svolge il famoso Exit Festival, ma per molti decenni è stato soprattutto un punto strategico di difesa contro l’invasione ottomana. In Vojvodina infatti i turchi sono arrivati e hanno combattuto, ma la regione è sempre stata parte dell’impero austro-ungarico. Per questo motivo qui, a differenza di altre zone dei Balcani, non troverete alcun segno della cultura musulmana. Passeggiare per Novi Sad è come passeggiare in qualsiasi altra città mitteleuropea. Passeggiare in molti centri della Vojvodina è come passeggiare in una Novi Sad in miniatura.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Quando si tratta di festeggiare, e quindi di bere, nei Balcani c’è un’unica incontrastata regina: la rakija. Si tratta di un superalcolico prodotto attraverso la distillazione di diversi tipi di frutta. Il contenuto alcolico medio si aggira sul 40%, ma alcune versioni fatte in casa (e la produzione domestica di questa bevanda è un’usanza molto diffusa) raggiungono una gradazione che è meglio non sapere. Anche a Sremski Karlovci troverete dell’ottima rakija. Ma non solo. Questa zona della Serbia è infatti rinomata per la vitivinicoltura. In paese è presente più di una cantina dove potrete degustare e conoscere la storia di numerosi vini ad un prezzo decisamente contenuto. Tra tutti, il più caratteristico è sicuramente il bermet, vino da dessert, ad alta gradazione (16-18%), ottenuto dalla macerazione di diversi tipi di erbe e spezie. Si racconta che casse contenenti bottiglie di bermet fossero addirittura a bordo del Titanic. In ogni caso, il suo gusto intenso è un’esperienza da provare. E potete farlo solo in Vojvodina.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Abbiamo già visto come il Danubio possa essere una presenza importante, quasi fondamentale, nel caratterizzare lo spirito di una città. A Novi Sad succede la stessa cosa. Il fiume non passa esattamente attraverso il centro, ma è lì, presente, sereno. Dalla fortezza di Petrovaradin potete osservarlo, viverlo e respirarlo. Da lì, potete anche rendervi conto della più importante caratteristica geografica della Vojvodina. Eccezion fatta per la Fruška Gora (monte che si trova nella zona, dove è presente anche un parco naturale), il panorama è quasi completamente pianeggiante. Chilometri e chilometri senza neanche una montagna all’orizzonte. Una vista quasi disorientante all’inizio, soprattutto per chi, come noi italiani, è abituato ad avere quasi sempre le Alpi o gli Appennini sullo sfondo. In autunno e in inverno, quando non è raro essere circondati da grandi nebbie, più che nei Balcani sembra di essere nella Pianura Padana. Il Danubio a Novi Sad è però anche fonte di ricordi difficili. I ponti che lo attraversano furono tutti distrutti dai bombardamenti NATO degli anni ’90 causando l’isolamento della città per molto tempo. Nel bene e nel male, quel fiume è sempre fondamentale.

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«Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti ed un solo Tito». Questa era la celebre filastrocca che per anni ha descritto la situazione in Jugoslavia. Sappiamo bene come sono andate le cose quando Tito morì. Tra le differenze che furono determinanti nel determinare gli eventi, quelle “tre religioni” giocarono un ruolo importante. In tutta la Serbia il credo principale è quello cristiano ortodosso, un aspetto fondamentale nella rappresentazione dell’identità nazionale. Il famoso saluto a tre dita serbo, per esempio, altro non è che un gesto proveniente dalla tradizione ortodossa che si riferisce alla Trinità. In Vojvodina però, soprattutto nelle zone più vicine al confine, sono presenti molti cattolici (quasi il 20% della popolazione). Trg Slobode, la piazza principale di Novi Sad, è dominata dalla cattolica e bellissima Chiesa del Nome di Maria. Persino nei centri più piccoli, è normale vedere edifici di entrambe le confessioni. Una convivenza pacifica che ha anche degli aspetti singolari e divertenti. Con la scusa che Natale, Capodanno ed Epifania nel calendario ortodosso cascano circa due settimane dopo quanto siamo abituati, se passaste le feste in Vojvodina vi sembrerà quasi che siano eterne.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Passeggiare nel centro di Novi Sad è rilassante. Architettura di stampo asburgico, tanta gente, molti negozi, bar nascosti da scoprire e dove perdere tempo bevendo e chiacchierando. Si respira un certo benessere, non al livello dei paese occidentali, ma comunque superiore al resto dei Balcani. Non a caso la Vojvodina è la regione più ricca e industrialmente sviluppata della Serbia. Lo è stato per decenni e lo è ancora, nonostante le conseguenze della guerra di vent’anni fa si siano fatte sentire. Come sempre accade in situazioni del genere, sono sorti anche movimenti indipendentisti che vorrebbero qualcosa di più dell’attuale status di regione autonoma. Più di qualcuno pensa che sarà proprio la Vojvodina il prossimo episodio della disgregazione dell’ex-Jugoslavia, ma la situazione è molto complessa e, qualora esistesse davvero la possibilità di una separazione, non dovrebbe avvenire in tempi brevi. In ogni caso, se andate a Novi Sad non pensate a certi argomenti. Godetevi il caos ordinato delle sue strade. È decisamente molto più appagante.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

“Meso” in serbo vuol dire carne, “mesara” è quindi la macelleria, un posto con una certa importanza se si parla di cibo nei Balcani. Diciamo pure che un vegetariano in questa parte di mondo farebbe un po’ fatica. Tutte le specialità più buone della zona comprendono la carne. I ćevapi sono abbastanza noti anche da noi (ma i migliori li trovate a Sarajevo): polpette cilindriche fatte con un misto di diverse carni. Con lo stesso impasto si prepara anche la pljeskavica, un hamburger, quasi sempre di considerevoli dimensioni, servito con vari contorni o dentro una pita come panino. Le origini di questa pietanza vanno ricercate nel sud del paese, in particolare nella città di Leskovac, ma in tutta la Serbia potete mangiare delle ottime pljeskavice. Se posso permettermi, consiglio la variante “punjena”, ossia ripiena di formaggio. Un’altra specialità che non potete perdervi è la sarma, un involtino di foglie di verze lessate con ripieno di riso e carne. Tutta roba ben poco leggera, come potete notare. Ma credo che sia anche per quello che hanno inventato la rakija.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Sremski Karlovci è un concentrato di bellezza. Il paese è piccolo (meno di diecimila abitanti) e potete visitarlo tutto in mezza giornata, ma il suo centro è qualcosa che va visto. Nella piazza principale potete trovare il Karlovačka Gimnazija, la scuola superiore più antica in Serbia e istituto ancora adesso molto rinomato, la fontana dei Četiri Lava (quattro leoni), disegnata dall’italiano Giuseppe Aprili e simbolo del paese, e il seminario ortodosso. Nel periodo dell’impero asburgico Sremski Karlovci è stato infatti un importante centro culturale, ma anche spirituale. Per decenni è stata la sede principale dell’autorità ortodossa serba. Anche da un punto di vista politico il paese ha avuto una sua importanza storica. Fu qui che nel 1699 venne firmato il trattato di pace che pose fine all’avanzata dell’Impero Ottomano in Europa, due anni dopo la schiacciante sconfitta che l’esercito turco subì a Senta, cittadina della Vojvodina nord-orientale.

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A Novi Sad ci sono molte opzioni per il tempo libero. Il Srpsko Narodno Pozorište, il teatro nazionale, è uno dei più importanti del paese. La vita notturna è molto viva. Il già citato Exit Festival è l’evento dell’anno e richiama ad ogni edizione (quest’estate siamo arrivati alla diciassettesima) migliaia di turisti da tutto il mondo. Soprattutto inglesi che, grazie al cambio molto favorevole tra la sterlina e il dinaro, possono fare la bella vita come in pochi altri luoghi. Sebbene più di qualcuno denunci da tempo un progressivo processo di commercializzazione che ha fatto perdere lo spirito iniziale di protesta contro il governo e le autorità, l’Exit rimane ancora uno dei festival più importanti e interessanti d’Europa. Oltre alla cultura, in Serbia è molto importante anche lo sport e Novi Sad è ricca anche da questo punto di vista. In città esiste una polisportiva impegnata in tutte le discipline più importanti. Ha un nome magari non originalissimo, ma abbastanza significativo: SD Vojvodina.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

I colori pastello degli edifici del centro di Novi Sad risaltano in maniera più forte durante la primavera. Probabilmente è questo il periodo dell’anno più adatto per visitarla. Accanto all’architettura di stampo asburgico non è difficile però trovare anche palazzoni in stile socialista, come a voler sottolineare la differenza tra la “Serbia-Vojvodina” e la “Serbia-Serbia”. Ciò però non infastidisce l’esperienza estetica, anzi. Se non potete visitare tutta la regione, andare a Novi Sad è comunque un buon modo per farsi un’idea. La Vojvodina è una terra tranquilla, lineare, gentile, multiculturale, profondamente balcanica, ma diversa. Ci vuole tempo per capirla in fondo e una vacanza breve potrebbe non bastare. Nel dubbio, un tentativo vale comunque la pena farlo. Ne uscireste sicuramente arricchiti.

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