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Società: prigione o libertà?

@ sleepinyourhat

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Mi viene in mente Into the wild. Mi viene in mente Chris, in fuga dalla società, alla ricerca della sua libertà. Impossibile. Perché la società è una gabbia. A volte d’acciaio, a volte di carta velina, ma sempre presente. C’è nel funzionario che timbra i suoi 300 cartellini l’anno e c’è in Chris, che, così si dice, “lascia tutto” e va a finire congelato in Alaska.

È così, mio caro Chris. Per quanto possa cantare Eddie Vedder, senza society non esisti. Non esiste neanche la tua fuga, né la tua libertà. Perché la società è la tua prigione e la tua libertà. È la tua ribellione e il tuo destino.

Ed è così per tutti noi. La società ci racchiude, ci limita, ci divora dentro eppure senza di essa nessuna mossa sarebbe possibile, semplicemente perché senza senso.

Mi viene in mente il linguaggio. Il linguaggio è un vincolo tremendo, delimita tutto, si impossessa di tutto, dà forma a tutto, eppure a volte lo sentiamo così insufficiente. Eppure dove andresti senza linguaggio? Niente, resteresti lì, impalato, senza la possibilità di esprimere alcunché.

Così è la società, o almeno, così mi sembra in questa notte di sospensioni. Prigionieri e graziati, guardie e ladri, eroi e mascalzoni. Società maledette che mi dipingono l’esistenza.

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