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Sanremo 2017: i dieci migliori in gara

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@ginger generation

Ci vuole molto coraggio per guardare Sanremo fino in fondo.

Lo dicevano gli Ex-Otago, da Genova, in tempi non sospetti. Lo condividiamo un po’ tutti in questa settimana: la settimana dell’immancabile appuntamento con il Festival di Sanremo. Giunto al sessantasettesimo compleanno, riesce sempre a far parlar di sé: bene, quando la mente è Carlo Conti, benissimo se all’uomo più amato dagli italiani ci si affianca la donna più amata dagli italiani, la regina assoluta, Maria De Filippi. Lui fa il primattore, completamente a proprio agio sul Palco dell’Ariston neanche fosse casa sua (poco ci manca, comunque), e lei regna: parte un po’ in sordina, poi è tutto in divenire.

Si guadagna il suo scalino, senza troppa fatica esporta i suoi momenti ‘C’è posta per te’, poi si becca il bacio più invidiato della storia: quello di Robbie Williams.

Chiacchiera disinvolta con Ricky Martin, distribuisce tra il pubblico portachiavi con la faccia di Carlo Conti, maneggia con eleganza un pericolosissimo mestolo di legno, respira il profumo dello shampoo di Keanu Reeves senza avere reazioni esagerate dettate dall’ormone. Ma, oltre ai ‘Promessi Sponsor’ (come Maurizio Crozza li ha qualificati), ci sono gli ospiti: Robbie, Ricky, i Clean Bandit, Giorgia, Biffy Clyro, Carmen Consoli e Tiziano Ferro che, come al solito, li vale tutti. Non abbiamo potuto mancare di notare anche la fastidiosissima presenza fantasma di Mina che deturpa le canzoni di Parov Stelar nelle pubblicità della Tim.

Poi ci sono le canzoni. Il Carletto nazionale voleva lasciarci di stucco quest’anno. Così, troppo belle per essere escluse, ha deciso di aumentare il numero delle canzoni in gara e, dalle solite venti (che già erano troppe), siamo passati a ventidue. Ventidue canzoni molto italiane, molto sanremesi, molto discutibili. Caro Carlo Conti, era proprio necessario? No. Per cui vi semplifichiamo la storia e facciamo selezione vera: eccovi le dieci canzoni (in ordine rigorosamente inverso, dalla dieci alla uno) che sarebbero bastate per questa sessantasettesima edizione del Festival della canzone italiana.

Sanremo 2017: la nostra top ten

10. Elodie – Tutta colpa mia

Chi è? Arriva seconda alla scorsa finale di Amici disputata con Sergio Silvestre, ha i capelli corti e rosa e canta una canzone che ha scritto Emma. Da quando Emma scrive canzoni? Non deve essere molto pratica, in effetti. La canzone ‘Tutta colpa mia’ porta un primato al Festival di Sanremo: la parola amore, nel testo, si ripete oltre 25 volte. Ma aldilà della canzone, Elodie mi ha fatto una bella impressione, nella speranza che riesca ad emanciparsi da Emma e dai fantasmi dei Modà.

9. Sergio Sylvestre – Con te

Da fedelissima del #teamXFactor, non conoscevo questo gigante buono che è Sergio Sylvestre. Ha appena 26 anni, ha vinto la scorsa edizione di Amici ed ha cantato sul palco dell’Ariston un pezzo che porta la firma di Giorgia (e non una cosetta alla Kekko dei Modà, come mi sarei aspettata). Ha una bella voce, molto potente, forse un po’ sprecata per il pezzo che gli è stato affidato. Anche lui è forte, fortissimo, del supporto spropositato di un sacco di bimbeminchia.

8. Marco Masini – Spostato di un secondo

Un Marco Masini super hipster, perfettamente calato nel canone pop d’autore anni ’10: recitato un po’ drammatico, quasi rappeggiante, con ritornello bello strong. Alla Tommaso Paradiso, insomma. Masini conosce bene il sapore della vittoria qui a Sanremo, quindi si prende un rischio: fa un salto fuori dalla comfort Zone, lontano dal classico stile masiniano, parte lento e apre nell’inciso. Racconta di sé, della sua maturità. Ovviamente, guarda al passato ma lo fa con un po’ di orgoglio che non guasta mai, forte delle soddisfazioni che si è preso nonostante le difficoltà.

7. Michele Bravi – Il diario degli errori

Ultima ‘scoperta’ di Morgan a X-Factor, nel lontano 2012, lo abbiamo visto nascere e morire nel giro di pochi mesi, intorno ad una canzone scritta da Tiziano Ferro (“La vita e la felicità”). Però, da solo, è uscito dal dimenticatoio ed è arrivato sul palco di Sanremo con un sorriso che contagia e un pallore che preoccupa. La sua è proprio una canzonetta che piacerà a un sacco di bimbeminchia, ma non fa niente.

6. Francesco Gabbani – Occidentali’s karma

Classe 1982, debutta sul palco dell’Ariston l’anno scorso vincendo la sessantaseiesima edizione del Festival tra le Nuove Proposte. Ci è o ci fa? Non mi è chiarissimo, di certo parliamo di un personaggio piuttosto strambo: è vestito come me quando faccio Zumba e balla come me quando faccio Zumba, accompagnato da un uomo scimmia. La canzone è provocatoria: per noi occidentali che tendiamo a ‘scimmiottare’ le culture orientali. Succede, però, che mentre mi chiedo ancora se Gabbani ‘ci è o ci fa’ sto ballando e canticchiando la sua canzone.

5. Paola Turci – Fatti bella per te

Gnocca da paura, Paola Turci non poteva mica deludere. ‘Fatti bella per te’ è un inno ad amare se stesse, ad essere donne coraggiose. Pure quando si è oggettivamente brutte e chiatte. Come una medicina: da ascoltare tutti i giorni, una volta al giorno, prima dei pasti. Grazie Paola, io faccio il tifo per te.

4. Clementino – Ragazzi Fuori

Sarò impopolare, ma a Clementino come fai a volergli male? È il rapper più umile che ci sia in giro, anche perché non saprei spiegare diversamente le continue presenze al Festival. I ‘ragazzi fuori’ sono ragazzi annoiati, ma lui canta della speranza e del riscatto che ha trovato nel rap, con cui ha combattuto e sconfitto la noia. Mette da parte anche il napoletano per abbracciare completamente la tradizione sanremese: il gioco, però, non vale la candela. Clementino ti si vuole bene, ma forse è il caso di trovare un’alternativa a Sanremo per l’anno prossimo. S’adda cagnà.

3.Samuel – Vedrai

Io ho una certezza in questo Sanremo: è Samuel, che per amore andrei a sostenere anche nel caso di una deriva techno. Per adesso, comunque, ai Subsonica ci pensiamo con nostalgia, ma ci crogioliamo con un pochino (non troppo) di pop fresco ma mai banale by Samuel. Tiene il palco che è una meraviglia, saltella e ci fa saltellare sul divano e quando canta non lo batte nessuno. ‘Vedrai’ parla di crisi e di speranza, di una sana voglia di ricominciare. Non vincerà mai, ma la sentiremo tantissimo in radio. E va già benissimo così.

2. Ermal Meta – Vietato Morire

Io ho un debole in questo Sanremo: il mio debole si chiama Ermal Meta. Per chi non lo conoscesse, è un musicista e cantautore albanese naturalizzato italiano. Barese, più precisamente. Scrive canzoni per chiunque. E a Sanremo, come solista tra le nuove proposte, ci è arrivato l’anno scorso con una canzone che ancora non mi spiego come possa non aver vinto. Così ci riprova quest’anno con ‘Vietato Morire’: un racconto intenso e personalissimo. Nonostante questo, la canzone si sposa benissimo con la costruzione pop e piuttosto radiofonica. Esperimento riuscito alla grande: la canzone funziona e a Sanremo ci sta a pennello.

1. Fiorella Mannoia – Che sia benedetta

Più big di chiunque altro, Fiorella è lontana anni luce da tutti gli altri competitors. Sono passati 29 anni dalla sua ultima volta a Sanremo e ci torna con un inno alla vita, scritto da Amara (una super giovane cantautrice italiana). Canta che la vita è perfetta, ma è perfetta per la vittoria anche la sua canzone. È visibilmente emozionata, ci mette il cuore e la pancia ma le aspettative altissime non sono state deluse. Le piace vincere facile? Chissenefrega, tanto vince lo stesso.

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