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Perché l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) sottostima le rinnovabili?

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L’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) è stata creata nel 1974 dai paesi duramente colpiti dalla prima crisi petrolifera. 23 membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) fondarono la IEA con l’obiettivo di raccogliere e condividere informazioni sul mercato energetico, elaborando trend energetici futuri, e coordinandosi per mitigare gli eventuali impatti di nuove crisi energetiche. Da allora, la IEA è diventata una fonte autorevole per dati e analisi energetiche. Il suo World Energy Outlook (WEO) annuale è considerato il gold standard nella modellazione energetica, ed ha risonanza mediatica tale da influenzare le scelte per investimenti futuri e per le scelte politiche strategiche.

Considerando l’autorevolezza della IEA, è difficile comprendere il suo pessimismo cronico per l’energia eolica e solare. In questi anni l’Agenzia ha collezionato una serie di fallimenti sulle proiezioni per eolico e solare che dovrebbe perlomeno mettere in discussione la validità dei suoi dati. Quali sono le ragioni di questi fallimenti? Abbiamo provato a dare una risposta.

Perché l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) sottostima le rinnovabili?

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1. Il pessimismo della IEA e le previsioni errate

Questo grafico ci racconta la storia – linea blu in grassetto – della capacità aggiuntiva alla generazione elettrica derivante da fonti rinnovabili (escluso il grande idroelettrico) comparato con le proiezioni del WEO. Pur andandoci vicino, non riesce mai ad arrivare ad una stima esatta. Diventa ancora peggio quando si scava nei dettagli. Alcuni numeri: il WEO 2010 prevedeva 180 GW di capacità installata da solare fotovoltaico entro il 2024; l’obiettivo è stato raggiunto nel Gennaio del 2015.

La capacità eolica installata nel 2010 ha superato le proiezioni del WEO 2002 e 2004 del 260% e 104%. Altri analisti indipendenti – Bloomberg New Energy Finance e Citi – si sono avvicinati a prevedere con precisione le fonti rinnovabili. Le uniche previsioni che confermano il pessimismo della IEA sono quelli di BP, Shell e Exxon Mobil.

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2. Le proiezioni IEA di breve e lungo periodo

Nella grafica in alto si vede il tasso di crescita delle installazioni annuali di fonti rinnovabili, e le proiezioni fatte dalle IEA nel 2013. Le linee tratteggiate rappresentano le proiezioni standard WEO, cosa succede se non cambia nulla. Le linee punteggiate sono da “scenario ponte” nella relazione speciale WEO su energia e cambiamenti climatici, che dovrebbe tenere in considerazione il mutamento politico.

La stima di una riduzione improvvisa del 40% di impianti solari fotovoltaici ed un conseguente lungo periodo stazionario può essere considerato. Ma non c’è motivo di pensare sia probabile come dice la IEA.

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3. Gli errori della IEA sul solare

La situazione precipita con il solare. Ad esempio, queste sono le stime della IEA del costo d’investimento del fotovoltaico di grande dimensione nel 2020 confrontati con quelli di altri scenari. Il PV su grande scala è già in molti paesi più convenienti delle stime.

Viste le evidenze sugli errori della IEA, proviamo a dare delle risposte al perché. La teoria più comune è politica: la IEA riflette gli interessi dei più potenti settori dell’energia, vale a dire, i combustibili fossili. Le industrie dei combustibili fossili sono fortemente polarizzate verso il mantenere lo status quo; si potrebbe sostenere che la IEA rifletta questi pregiudizi con le sue proiezioni. I suoi risultati mostrano lo status quo che cambia molto, molto lentamente, provando ad indurre in errore i governi sottostimando l’eolico ed il solare. Ma teniamo presente che la IEA pur sottovalutando il potenziale di crescita del solare e dell’eolico, invita costantemente i governi ad investire nelle fonti rinnovabili. Si può in un certo senso sostenere che sottostimando le rinnovabili si siano date più ragioni agli stati di investirvi. È difficile però dimostrare come le proiezioni della IEA abbiano plasmato le decisioni di investimento.

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4. Conservatorismo istituzionale

Il grafico sopra mostra le quote del mercato mondiale di elettricità 1980-2014. Non si nota la “crescita esplosiva” delle fonti rinnovabili in prospettiva, resa ancor più difficile dalla lentezza del mercato globale. Una spiegazione può essere radicata nel conservatorismo istituzionale, una visione che tiene in considerazione la realtà delle prospettive di lungo periodo e la complessità dei sistemi energetici del mondo. Tuttavia si corre il rischio di sottovalutare le tecnologie di trasformazione del sistema, come avvenuto nel caso delle rinnovabili.

Si potrebbe sostenere che la politica si muova più velocemente delle proiezioni della IEA e ci sono buone ragioni per pensare che l’ambizione politica dei prossimi 20 anni sia di gran lunga superiore a quello che viene esplicitamente promesso dai governi oggi. Di quanto? Come si svilupperà la politica? Non è chiaro e nessuno, nemmeno la IEA, è ben posizionata per dirlo.

L’evoluzione della politica nei prossimi anni avrà un’enorme influenza sulla distribuzione delle rinnovabili. Questo introduce un valore di incertezza non indifferente per eolico e solare.

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5. Curve di crescita delle rinnovabili

In questo grafico di Nicholas Felton per il New York Times, si evince il la curva di crescita a forma di S. Questo accade quando vengono introdotte tecnologie dirompenti che tendono a crescere lentamente in un primo momento, per poi esplodere in modo esponenziale, fino a livellarsi ad una crescita lineare.

Una delle possibili ragioni per le deviazioni di solare fotovoltaico ed eolica nelle analisi storiche è un modello di crescita applicato in modo non corretto. Il WEO assume una crescita lineare, mentre la storia ha dimostrato una crescita esponenziale per le tecnologie delle fonti rinnovabili. L’attuale crescita esponenziale è parte di una crescita logistica a lungo termine.

Nel momento in cui eolico e solare diventeranno mature, raggiungeranno la parte superiore della curva a S, e si stabilizzeranno in qualcosa di più simile a una crescita lineare.

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6. Le stime sbagliate della IEA

Provare a catturare l’intero sistema energetico mondiale in un modello e proiettare la sua evoluzione nell’arco di diversi decenni è praticamente impossibile. Per tentarci la IEA deve utilizzare alcune ipotesi estremamente generalizzate che, inevitabilmente, non contemplano importanti sviluppi in paesi o tecnologie specifiche. Alla IEA sostengono che gli analisti che si occupano di eolico e solare hanno il tempo per fare un lavoro bottom-up, considerando le politiche nazionali, i prezzi di mercato, e le curve di apprendimento della tecnologia. La IEA semplicemente non può farlo per ogni paese, mercato e tecnologia energetiche del mondo, avrebbe bisogno di un piccolo esercito di ricercatori, e quindi deve fare affidamento su ampie ipotesi aggregate sulla base delle stime di crescita del PIL e della popolazione. Queste grandi ipotesi inevitabilmente perdono dei pezzi per strada. Ma se diamo diamo un’occhiata a 15 anni di previsioni IEA si scopre che sono sbagliate le proiezioni per le rinnovabili, è sottostimato il consumo di carbone e sovrastimato il consumo di petrolio.

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7. Tutti gli errori della IEA

Ci sono ipotesi nel WEO che sembrano difficili da difendere per qualsivoglia motivo. Come accennato, la IEA continua a ritenere che il tasso di crescita degli impianti di energia rinnovabile si appiattisca o sia in caduta, nonostante il forte aumento degli ultimi anni. Perché la IEA non prende questa ipotesi in considerazione, continuando a proporre un modello troppo conservatore? In realtà, l’Agenzia non si limita a sottovalutare la riduzione futura del costo del solare. Stima anche che il solare sia più costoso in questo momento di quello che realmente è.

L’Agenzia sembra sbagliare in più punti. Il suo modello utilizza un tasso di interesse dell’8% (superiore a quello che gli sviluppatori effettivamente pagano), presuppone che gli impianti solari abbiano una durata di 25 anni, mentre la realtà dimostra come siano più longevi e afferma che non esistano più siti idonei per il solare, ipotesi facilmente smentibile vista la presenza di moltissimi luoghi buoni per il solare.

Perché continaure a presupporre scenari negativi sulle fonti rinnovabili quando ci sono controprove così evidenti? Nessuno sembra saperlo. Sarebbe meglio per la IEA collaborare con l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), un think tank internazionale creato appositamente per analizzare lo sviluppo delle energie rinnovabili. Sarebbe una buona idea, piuttosto che ipotizzare surrettiziamente cosa potrebbe accadere tra 20 o 30 anni, e consentirebbe di utilizzare modelli energetici credibili da dare ai politici per le scelte degli anni futuri.

Fonte| Vox.com

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