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Ortaggi strani della cucina giapponese: vita da gaijin (II)

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@halfrain

Archiviati umeboshi e natto, oggi parliamo di altre insidie nella vita da gaijin, ovvero ortaggi strani della cucina giapponese come il daikon o goya-nigauri. Insidie meno note ma in agguato nel caso decidiate di rimanere in Giappone per un po’ di tempo.

Diciamocelo: per noi mozzarelle, il bancone delle verdure dei supermercati asiatici è innegabilmente inquietante. Ci sono accatastate cose aliene dalle fogge poco rassicuranti che, ne sei sicuro, se le porti a casa nella notte ti strangoleranno allungando i loro famelici gangli dalla credenza e dal frigorifero. Ma tu, mio giovane padawan, non lasciarti intimidire perché gran parte di questi loschissimi ortaggi asiatici non solo è deliziosa, ma costa anche molto meno dei vegetables più occidentali. Vediamo nel dettaglio la casistica più diffusa.

Ortaggi strani della cucina giapponese daikon, goya e kaki nipponici

Daikon @Franco Folini

Cos’è il daikon

La macro-carota albina affetta da gigantismo, quella specie di razzo bianco alto all’incirca quanto un bambino di sei anni, altro non è che il daikon, il più giapponese degli ortaggi. Si, è proprio lei, quella sorta di rapa con cui la principessa Peach prende a randellate i nemici dai tempi di Super Mario Bros. 2. Costa due soldi e dura una settimana, si può cucinare in ogni modo e probabilmente l’hai già mangiata anche se non lo sai, ridotta a sottilissime striscioline come immancabile accompagnamento del sashimi al ristorante giapponese. In tempi di economia a singhiozzo, una mano santa.

Goya-nigauri

La zucchina che sembra uscita dall’atelier di Roberto Cavalli, il cetriolo con la varicella, si chiama invece goya o nigauri. La sua principale caratteristica è quella di essere la cosa più amara sulla faccia del globo terraqueo ad essere stata dichiarata commestibile. Non per nulla nigai significa appunto “amaro”. Mangiata nelle preparazioni tipiche è insidiosamente gradevole e ti invoglierà a sperimentare: non farlo mai. La tentazione di tagliarlo a rondelle e farlo saltare in padella, sprigionando in tal modo un sapore che corrisponde più o meno al male assoluto, sarà forte, ma tu resisti, accedi a YouTube e scopri come si prepara l’Okinawa Chanpuru. In una mossa avrai imparato ad utilizzare il goya ed arricchito il tuo repertorio con un nuovo piatto poco conosciuto ma dall’appeal praticamente universale.

Goya Nigauri @yoppy

I kaki nipponici

I kaki nipponici sono un’autentica prelibatezza autunnale. Tuttavia, profumati ed economici, celano anch’essi una insidia latente. Se un giorno un amico te ne regalerà una cassetta, tu, superato il momento di giubilo dovuto alla consapevolezza del prezzo esorbitante della frutta nel Sol Levante, che ti ha portato all’anticamera dello scorbuto, non lasciarli in un angolo a maturare perché “sono duri”. Hanno una consistenza completamente diversa da quelli a cui siamo abituati e vanno consumati così come sono: se temporeggi troppo troverai solo devastazione e malestrom.

Kaki @Franco Folini

 

Inoltre, quello che ricorda da vicino una grossa lattuga è il cavolo cinese: resisti assolutamente al malnato istinto di mangiartelo in insalata o cucinarlo. Aggiunge quel je ne sai quoi di cineseria cafona ai tuoi secondi e presto non ne potrai fare a meno. Al tuo ritorno lo pianterai nell’orto di casa perché sarai ormai suo devoto.

Insomma, state attenti a quei vegetali… e cercate di familiarizzare un po’ con loro prima di addentarli!

Per continuare il viaggio nella cucina giapponese guarda qui.

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