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Juve aprile 2014: i 4 pensieri del tifoso bianconero

Juve aprile 2014
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Mentre buona parte dei calciatori italiani cazzeggia in vista del mondiale o delle meritate (?) vacanze a Formentera, i prodi atleti juventini sono chiamati a un tour de force mica da ridere per questo finale di stagione, e questo mese di aprile è più caldo che mai.

Juve aprile 2014: i 4 pensieri principali del tifoso bianconero

1. Il campionato è ancora aperto. Anche se le giornate passano e le velleità romaniste diminuiscono, soprattutto se continuiamo a giocare come contro l’Udinese, quello scontro diretto messo proprio lì alla penultima giornata non ci fa dormire sonni tranquilli. Dobbiamo arrivare a quella partita con lo Scudetto già assegnato, altrimenti saranno guai. Anche se ammetto che se Roma-Juve diventasse decisiva assisteremmo almeno ad una partita esaltante in questo campionato un po’ noioso.

2. L’Europa League ci fa sentire meno provinciali. Essendo un fan degli appuntamenti dimessi, l’Europa League è una competizione a cui tengo molto. Capaci tutti a esaltarsi per le supersfide delle fantastiche quattro di Champions League. Ma è in questi campetti di periferia che ci si può riappropiare del senso primo del calcio. Non che la Juve lo stia facendo con particolare fervore: le sfide col modesto Lione, specie quella di ritorno, sono state all’insegna del “badiamo ad amministrare e se succede qualcosa di brutto pazienza”, che non è esattamente lo spirito sportivo per eccellenza. Ad ogni modo essere in semifinale ci avvicina al semicentro del mondo calcistico. Juve-Benfica è una sfida affascinante, più da Coppa dei Campioni che da Champions League, e ha un significato tutto speciale per me, ma ne parlerò al momento opportuno.

3. Vidal è l’ombra di se stesso. Dopo una prima parte di stagione esaltante condita da 18 reti (11 in campionato e 7 in Europa), il centrocampista cileno si è come bloccato. Non solo non segna più (ultima rete europea il 13 marzo contro la Fiorentina, in campionato non segna dal 3-1 all’Inter del 2 febbraio), ma ha perso anche quella capacità di leadership in mezzo al campo che gli era valsa (e gli vale ancora, fino a prova contraria) il soprannome di “guerriero”. Si dice abbia problemi a un ginocchio, probabilmente è anche stanco, ha giocato molte partite a un ritmo forsennato in questa stagione. Ma a me sembra quasi che gli sia successo qualcosa, a livello umano intendo. Arturo cosa c’è? Hai già firmato con il Real Madrid? Parlane con i tuoi tifosi!

4. Tevez è un giocatore del popolo. La notizia della marcia indetta in Argentina per la convocazione di Tevez ai mondiali è una di quelle storie che vale la pena raccontare. Carlitos sta disputando una stagione straordinaria, non solo per i tanti gol fatti ma per un rendimento costante di assoluto valore, anche quando non segna. La pecca della mancanza di gol in Europa non mi sembra possa giustificare l’atteggiamento pregiudiziale nei suoi confronti del ct dell’Argentina Sabella che, rifiutandosi di valutare le sue prestazioni tecniche, sembra aver deciso a prescindere di non convocarlo. I sudamericani, si sa, vivono il calcio con molta passione e hanno pensato di scendere in strada per chiedere la convocazione del loro “jugador del pueblo”, l’Apache Tevez nato e cresciuto nei barrios poveri della capitale Buenos Aires. Noi tifosi bianconeri siamo ovviamente dalla parte di Carlitos, soprattutto se a spuntarla al suo posto sarà Palacio o addirittura Icardi, come leggo da colleghi alla ricerca di senso in una stagione, ahi loro, inutile.

Immagine | Tevez al mundial 2014 Facebook

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