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Elezioni Europee 2014 chi vincerà? Previsioni e azzardi

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Azzardiamo un pronostico sulle prossime elezioni europee, con la consapevolezza che sia ardua impresa, anche da appassionati di corse clandestine, prevedere il risultato di una competizione che già si annuncia al fotofinish, soprattutto dopo i risultati sorprendenti delle ultime politiche.

Andiamo a vedere quali sono le soglie sopra e sotto le quali è difficile che le forze in campo si muovano e che segnano il successo o meno di ciascuna forza politica. Partiamo dal basso.

Elezioni Europee 2014 chi vincerà? Previsioni e azzardi

Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE)

Se va bene: 1,8%. L’accozzaglia liberaldemocratica viene fagocitata dal NCD di Alfano, schiacciata fra Forza Italia e Partito Democratico, eclissata come alternativa dal M5S. Il definitivo addio ai Monti.

Se va male: 1,8%. L’unico risultato che mi sento di dare secco, è scritto nelle stelle.

Fratelli d’Italia

Se va bene 4,5 %. Il tramonto di Berlusconi riporta all’ovile il camerata nostalgico, felice di poter rimettere la X sulla fiamma di Alleanza nazionale, la Meloni diventa il nuovo leader della destra destra, Bruno Sacchi potrà finalmente portare in Europa i ragazzi della terza C.

Se va male 3,5%. Vedere lo sbarramento a testa in giù potrebbe significare il definitivo tramonto dell’estrema destra parlamentare in Italia, nuovi e più ficcanti autoritarismi solleticano ormai le fantasie degli Italiani.

L’altra Europa con Tsipras

Se va bene 4,5 %. Le sorti progressive del socialismo in Italia non si fermano alla presidenza della regione Puglia, il miracolo di tenere uniti i 4 intellettuali e i 273 partiti e movimenti della sinistra radicale italiana è riuscito. Viva Marx, viva Lenin, viva T-Si-Pras.

Se va male 3,5%. Le ultime vestigia del tempio altermondialista sono ormai crollate. Nulla poterono i prodi guerrieri federati comandati dal greco Alexis contro le armate congiunte dei Renzian-Grillini. Più che 300, 3%.

Lega Nord

Se va bene 6%. Le camicie verdi riescono a raccogliere nel nord le briciole della valanga antieuropeista concesse loro dall’avanzata pentastellata e qualche voto in fuga dal berlusconismo. Salvini battezza il nuovo corso padano e si lascia definitivamente alle spalle la pesante eredità del Senatùr.

Se va male 3,9%. Anche al Nord il voto di protesta è stato fagocitato da qualcun altro.

Nuovo Centro Destra (NCD)

Se va bene 6%. Angelino si rivela per quel che è, non l’ennesimo yes man berlusconiano ma un astuto democristiano siciliano, buono per tutte le stagioni, pronto a tirare le fila di un centrodestra allo sbando ed ad accogliere l’esodo dei pretoriani di FI in fuga.

Se va male 3,9%. Per uno 0,1 Angelin perse la cappa. Brunetta stappa il suo Chateau Lafite del ’69 accompagnandolo con un Havana più alto di lui.

Forza Italia

Se va bene 20%. Il pressing delle reti Mediaset sulle vecchine è riuscito, lo zoccolo duro si è salvato e grazie all’Italicum potrebbe comunque essere decisivo in caso di ballottaggio, sempre che da qui alle politiche rimanga qualcuno del partito a piede libero.

Se va male 15%. NCD, Lega e FDI hanno rosicchiato l’elettorato di Silvio, Renzi e Grillo gli hanno rubato i sostenitori più smaliziati, anche Dudù è passato con gli Alfaniani, i vecchietti di Cesano Boscone gli ridono in faccia. Antigua, Mosca o Beirut?

Movimento 5 Stelle

Se va bene 32% (o comunque un punto in più di Renzi). #vinciamonoi, marcia su Roma, invasione definitiva delle bacheche facebook di mezz’Italia, processi via Web, Napolitano rinchiuso a Cesano Boscone, rogo di IPad sintonizzati sull’home page di Repubblica. Andrea Scanzi percorre l’intero palinsesto del digitale terrestre, da Porta a Porta a Megacostruzioni, in posa Tardelli ’82.

Se va male 25% (o comunque un punto in meno di Renzi). #vinciamopoi, scherno costante del restante 75% dei votanti (perfino i montiani dell’1,8), logorante lunga marcia verso la prossima data elettorale utile, Mao Tse Tse Tung.

Partito Democratico (PD)

Se va bene 32% (o comunque un punto in più di Grillo). L’indomani tutti renziani, Brunetta avvistato a Eataly, Casaleggio firma il contratto per la gestione del blog di Matteo, Gennaro Migliore si iscrive ai Boy Scout. Si passa da due a mezza Camera da convocare quando il Premier non ha calcetto, Mineo e Civati diventano le uniche due voci critiche verso il renzismo della galassia, oltreché, in virtù delle loro due tessere, la principale opposizione interna al Partito.

Se va male 25% (o comunque un punto in meno di Grillo). D’Alema resuscita come la mummia di Lenin nella famosa puntata dei Simpson. All’interno del Pd si apre una faida che i Balcani in confronto erano Disneyland. Alla fine Gianni Cuperlo viene eletto segretario perché reputato unanimemente come il più adatto a sopportare le sofferenze e gli insulti grillini dei successivi vent’anni di opposizione.

Astensione

Bene o male che vada andranno a votare fra il 50 e il 60% degli Italiani. Il titolo più probabile, per tutte le testate giornalistiche (e di sicuro per quelle che non parteggiano per i vincitori eventuali) sarà “Ha vinto l’astensione”. Qualunque vittoria e qualunque sconfitta, qualunque raggiungimento o meno del quorum non potrà non avere un valore del tutto relativo di fronte ad un paese che rimane a casa e sceglie di non scegliere. Ed è davvero un peccato perché nonostante l’osceno spettacolo messo in scena da tutti gli attori politici dello stivale, come diceva il Poeta, “chissà perché non piove mai quando ci sono le elezioni”.

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