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“Compro Oro”: ma io cosa vendo?

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Sono dappertutto. Circa 35.000 secondo il Corriere della Sera. Spuntati come funghi dopo l’acquazzone-crisi, i negozi ”Compro Oro” fanno ormai parte del nostro paesaggio urbano (ed economico). Il loro successo? Mettere assieme più esigenze. Capita che molti di noi abbiano necessità immediata di denaro, e sappiamo bene quanto le banche siano oggi restie a concederlo. E allora, ecco la catenina della zia a far tirare un sospiro di sollievo.

Di questi tempi, inoltre, sembra che una delle poche attività che conviene avviare sia proprio il ”Compro Oro”. Un’occhiata alle statistiche: secondo il Rapporto Italia 2013 di Eurispes quest’anno il 28% degli italiani si è rivolto a loro (contro l’8,5% dell’anno scorso).

Verrebbe poi spontaneo pensare: i ”ComproOro” trattano preziosi, quindi chissà che regolamentazione! Invece, è minima. Il requisito d’accesso è la ”licenza di pubblica sicurezza”: bastano una fedina penale pulita e idonee misure di sicurezza. Sono considerati un negozio come tanti altri. E allora, perché li guardiamo con sospetto? Forse perché sono apparsi all’improvviso, un po’ come tanti sciacalli. E perché, visivamente scarni, con dipendenti spesso privi di competenze, paiono essere fatti apposta per la nostra epoca. Epoca di impoverimento.

I ”ComproOro” fanno un’attività lecita, sia chiaro. Qualcuno di loro ha favorito operazioni di riciclaggio o di ricettazione. Ma – ripeto – non è la norma. Quello che è normale è che siano decisamente furbi. In che modo? Anzitutto, il prezzo. Vero è che l’oro, come tutti i metalli preziosi, è soggetto a fluttuazioni di mercato. Ma queste dovrebbero essere trasparenti e verificabili da ogni (potenziale) cliente. Così non è! Provate a fare il giro dei ”ComproOro” vicino a voi: difficilmente troverete lo stesso valore nello stesso pomeriggio.

Che fare quindi? Quando c’è un bisogno (pressante), si sa, è difficile essere lucidi. Ma ecco alcuni consigli utili. Prima di uscire: pesare sempre l’oro, verificarne i carati – una cosa è la massima purezza (24k), altro è un 75% d’oro e il resto altre leghe (18k) – e avere uno straccio d’idea di come scovare le quotazioni (fonti utili ed usate sono il Sole24ore o la Cofinvest). Una volta al ”Compro Oro” e conclusa la transazione fatevi sempre dare una ricevuta dettagliata, e curate che i vostri dati siano inseriti nel registro del negozio (sarete al riparo da possibili indagini penali). E se possibile girate più punti vendita.

Forse così riuscirete a non subire le furbizie altrui. Resta, comunque, un’impressione un po’ amara. I ”Compro Oro” possono essere utili, certo. Però, quando le cose andavano bene (o almeno lo credevamo) non c’erano mica. Sono fatti per gente impoverita, ma non per far loro beneficenza. Restano un cascame della crisi, un suo rigagnolo cupo ma gonfio.

Sperando che intanto passi l’acquazzone.

Foto | www.serrandarte.com

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