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10 cose che abbiamo imparato dal caso Crocetta-Espresso

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@acinews

1. Il caso non è chiuso e non è detto che lo sarà a breve

Tra smentite, conferme e contro smentite, la veridicità dell’intercettazione è ancora tutta da dimostrare. Difficile pensare che un settimanale storico e affidabile come l’Espresso abbia osato tanto senza i dovuti riscontri, altrettanto improbabile che la Procura abbia voluto smentire il tutto per ben tre volte senza sapere il fatto suo. Forse sapremo presto la verità, o forse no.

@livesicilia

2. Non essere impulsivi

L’anticipazione delle intercettazioni era on line da dieci minuti e già erano partiti i commenti più assurdi. Deputati regionali e segretari di partito si sono dovuti produrre in capitomboli verbali allucinanti per andar dietro agli incredibili colpi di scena del Tutino-gate.

@cultura.biografieonline.it

3. Tutto è relativo, forse

Democratici e berlusconiani, solitamente ipergarantisti e nemici delle intercettazioni, si sono improvvisamente rivelati forcaioli di un certo livello. Per non parlare dei 5 stelle che si fidano più di un articolo del, bistrattatissimo, L’Espresso del nemico De Benedetti che delle ripetute smentite della Procura, corto circuito totale.

@stupefatti.blogspot.com

4. Un non detto può essere peggio di mille non fatti

MUOS, ponti crollati, scandali nella formazione e nella sanità, piano giovani in tilt, arresti, alleanze improbabili, situazione economico-finanziaria da incubo non hanno scalfito la tenuta del governo Crocetta. Poi basta non dire (forse) la cosa giusta al momento giusto e si scatena il finimondo.

@livesicilia

5. I simboli non bastano

Può un governatore gay, ex comunista e antimafia nuocere come mai nessun altro alla causa LGBT, alla sinistra e al fronte della lotta alla criminalità organizzata? Certo che può.

@ilgiornale

6. “u pisci fete ra tiesta” (il pesce puzza dalla testa)

Un giorno in Sicilia, diceva qualcuno parafrasando Andy Warhol, ciascuno potrà essere assessore regionale per quindici minuti. Ed in effetti da Zichichi e Battiato ad oggi il buon Crocetta ha stabilito il record assoluto di ben 37 assessori avvicendatisi nell’arco di due anni e mezzo. Evidentemente bisognava cambiare qualcos’altro.

@livesicilia

7. C’è sempre una seconda chance

Fabrizio Miccoli, travolto da un caso analogo alcuni anni fa (allora si trattò di Falcone) si gode il suo esilio dorato a Malta. Chissà che Crocetta non ci faccia un pensierino.

@ilgiornale

8. Nessuno (nemmeno i Siciliani) capisce nulla di Sicilia

Dalla Guzzanti a Gino Strada tutti si sono sentiti in dovere di dire la propria sul caso dimostrando di conoscere molto poco di Sicilia e di Siciliani. Un po’ come gli elettori di Crocetta.

@ilgiornale

9. Buttafuoco oltre a mancare di buongusto è pure scarso

Sarebbe bastato aspettare una settimana per avere argomenti validi con i quali scrivere un nuovo capitolo del suo Buttanissima Sicilia e invece no. Sfiga, fretta o incompetenza fanno si che il postfascista catanese più amato dai radical chic siculi se ne esca col peggior articolo possibile sulla vicenda Tutino-Crocetta, con allusioni al limite della querela e retorica omofobica a gogò. Vomitevolmente fuori sincrono.

@siciliafan

10. L’antimafia è morta e sepolta

L’antimafia istituzionale dei Crocetta, degli Helg, dei Montante ha dato un duro colpo al (fu) movimento, prima di tutto offrendo il fianco ai tanti commentatori e giornalisti che non aspettavano altro per ricominciare a gettare fango su tutto e su tutti in onore al diktat gattopardesco. Il requiem è rappresentato dalla recente polemica che vede contrapposti trattavisti e fiandachiani, ed, in ultimo, dopo essere riusciti a sfiancare Rita e Lucia, tifosi di Manfredi vs tifosi di Salvatore Borsellino, atto (si spera) finale della tragedia nella quale è precipitato il fronte antimafia siciliano.

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