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Budapest: 10 foto che vi convinceranno della sua bellezza

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Michele Pasquale @ntwari_mickey

La bellezza salverà il mondo. Dicono. In tutta onestà non so se sia vero, ma in attesa di capirlo possiamo almeno provare a vedere se l’estetica può aiutare noi come singoli individui. E se c’è un posto sulla Terra dove fare questo tentativo è Budapest.

Budapest è bella. Un’affermazione che presa così com’è sembra non voler dire niente. Ci sono un sacco di luoghi “belli” al mondo, ognuno a modo suo. La bellezza, d’altronde, è un concetto relativo per definizione. Nella capitale ungherese, però, la bellezza sembra quasi diventare qualcosa di più concreto, qualcosa di stabile e innegabile.

Budapest è bella. E ciò è oggettivo.
O, per meglio dire, lo è più che altrove.

Negli ultimi mesi ho avuto modo di passare del tempo a Belgrado che consideravo, e considero ancora, una città stupenda, con poche attrazioni, ma piena di fascino, carattere, atmosfera. Poi sono stato a Budapest. Volendo fare un paragone stupido ed efficace è stato come stare per anni insieme alla propria fidanzata, la tipica ragazza carina, dalla bellezza acqua e sapone, ma che ami alla follia, e poi improvvisamente finire nel backstage di una sfilata di Victoria’s Secret. Ecco, un tipo di esperienza che può farti cambiare le prospettive. La bellezza è soggettiva. Ma fino a un certo punto.

Passeggiare nel centro di Budapest vuol dire fare un’esperienza prima di tutto estetica. Non c’è una squarcio, un punto di vista che non faccia venire voglia di fermarsi a contemplarlo per almeno qualche minuto. Una bellezza che alla lunga, dopo l’ennesimo “wow, guarda!” ti entra dentro, ti prende, ti fa venir voglia di possedere a lungo il piacere di quella vista. E ti ritrovi a stare meglio anche se il tuo umore è cupo come il Danubio di notte. Perché inizi a desiderare un po’ di quella bellezza nella tua vita e ti riprometti di ottenerla. Di essere migliore. Di salvarti.

Nei dieci scatti selezionati cercherò di rendere anche solo in minima parte cosa voglia dire vivere Budapest come esperienza estetica e salvifica.

Le foto sono di Michele Pasquale @ntwari_mickey

La bellezza di Budapest raccontata in 10 fotografie

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Tutto inizia dal Danubio. I palazzi, le piazze, i monumenti, tutto bellissimo. Ma senza il fiume non ci sarebbe stato nulla. È più di un fiume, è quasi un cuore, un centro vitale. Che lo vogliate o no, c’è sempre un motivo per finire nelle sue vicinanze. Lento, costante, forte. Passarci sopra camminando su un ponte o attraversandolo con un battello è come guardare dentro la città. Quello dei corsi d’acqua che aiutano lo scorrere dei pensieri è un vecchio luogo comune, forse addirittura un po’ stantio, ma se è nato e ha prosperato a lungo credo che una buona parte della colpa vada attribuita proprio al Danubio. Cammini sul lungoriva, stretto tra le spalle e con una gran confusione in testa. Il vento ti schiaffeggia in modo amichevole, il rumore dell’acqua fa ordine. Alla fine rimani incasinato lo stesso, ma quel ritmo ti entra dentro. Diventa tuo. Respiri meglio.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Vörösmarty tér è una delle piazze principali di Budapest. Se vi piacciono i luoghi appartati e da scoprire non è proprio il posto per voi, ma una tappa vi conviene farla comunque. Qui infatti potete trovare molte bancarelle e la maggior parte di queste vende dell’ottimo cibo. Mangiare è un’esperienza che coinvolge tutti e cinque i sensi e questa piazza, sia a pranzo che a cena, ne è l’esempio migliore. Già solo passare e guardare gli stand è soddisfacente. Se poi decidete anche cosa volete mangiare (cosa non semplice) e vi sedete, posso garantire che quando vi alzerete avrete un ottimo ricordo da portare con voi. Il piatto migliore? Ricordarsi i nomi ungheresi è un filo complicato, ma con qualsiasi piatto cascherete bene. Se non vi lasciate impressionare consiglio lo stufato di testicoli di tacchino. Non fate quella faccia. Merita. Persino alla vista.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

A Budapest ci sono molte statue, alcune classiche, altre decisamente inaspettate. In centro ce n’è una raffigurante un poliziotto sovrappeso in memoria dei tempi in cui la criminalità in città era ad un livello così basso che le forze dell’ordine potevano poltrire ed ingrassare senza problemi. Pare, tra l’altro, che strofinargli pancia e baffi porti fortuna in campo amoroso (spoiler alert: non funziona). Un’altra invece si trova sul lungoriva, poco distante da Vörösmarty tér. Raffigura una bambina, seduta sulla ringhiera, che gioca a fare la principessa. Il posto, di suo, sarebbe già un luogo speciale: il fiume, Buda dall’altra parte, il tram che passa lì dietro. Poi c’è questa statua con la storia dello scultore che ha preso spunto dalla figlia. Basta un attimo per avvicinarsi e toccarle il ginocchio: sì, anche in questo caso dovrebbe portare fortuna. Rimane impressa come una fotografia. A volte affinché qualcosa accada basta un dettaglio innocuo come un bambino che gioca.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Correre fa bene, siamo tutti d’accordo. Vedere qualcun’altro farlo, invece? Ok, di sicuro è più divertente, ma può essere benefico a sua volta? Prendiamola alla larga. Sapete cos’è Margitsziget? È l’Isola Margherita, una striscia di terra in mezzo al Danubio. Si tratta di una delle isole sul fiume, una delle più belle anche se forse non la più famosa. Questo titolo infatti spetta alla Óbudai-sziget dove ogni anno si tiene il celebre Sziget Festival (“sziget” vuol dire proprio “isola” e si pronuncia “sighet”, mi raccomando). Margitsziget non può contare su un’attrattiva del genere, ma è comunque un’ottima meta per andare a passeggiare e rilassarsi. Ora provate ad immaginare di capitarci nel bel mezzo di una maratona, o forse solo mezza. Budapest è una grande città, succede sempre qualcosa. Il sole è alto, avete un panorama per niente disprezzabile da entrambi i lati e un treno di gente colorata e sudata vi passa di fianco. Corrono, ridono e nel loro andare ti aiutano a mettere le cose al loro posto. Ok, forse è sempre più benefico correre, ma ogni tanto fa bene anche guardare.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Meglio Buda o meglio Pest? Per la difficoltà nel rispondere siamo quasi ai livelli del classico “vuoi più bene a mamma o a papà”. Entrambe hanno scorci meravigliosi, entrambe sono posti da vedere. Pest forse ha più da offrire, ma dipende comunque dalla sensibilità individuale. A Buda infatti, pur essendoci meno, c’è comunque molto. La chiesa di Mattia col suo tetto colorato, il borgo, il castello, l’atmosfera. E poi il Bastione del Pescatore: un balcone neogotico sulla città con una vista per la quale sprecherete metà batteria delle vostre macchine fotografiche. E visto che, come già detto, a Budapest basta muovere la testa di pochi gradi per rimanere affascinati, magari proprio davanti a quel panorama vi capita di imbattervi in due suonatori, lì da chissà quanto, che offrono la miglior colonna sonora, forse l’unica possibile, a tutto quello che avete davanti agli occhi. Eh vabbè, solo per questa volta magari un un po’ di batteria si può sprecare per un selfie…

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Uno spazio vuoto può essere una possibilità per creare qualcosa. A Budapest, da alcuni edifici abbandonati, dei giovani hanno saputo ricavare qualcosa di speciale, dei bar, luoghi di ritrovo. Li chiamano, non a caso, ruin pub. Ci si incontra, si ride, si suona, si fa arte. E ok, si beve, si fuma e, di tanto in tanto, si mangia. Sono luoghi diversi, pieni di cose. E se il termine “cose” vi sembra un filo generico e perché in effetti dentro quel concetto potete farci stare di tutto. Alcuni hanno anche degli spazi all’aperto e passare dal piacevole assembramento del chiuso all’aria fresca, pur rimanendo circondati da tantissimi oggetti e persone, è una sensazione un po’ disorientante. Stordente, ma piacevole come il primo sorso di birra a stomaco vuoto dopo aver passato la giornata a passeggiare. Il tutto è amplificato dalla cadenza della lingua ungherese che si parla negli altri tavoli. In pratica un jazz. Non ci capirete niente, ma vi lascerà ammirati.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Posto e momento giusto. Spesso è tutta una questione di coincidenze. Diciamo pure quasi sempre. A Buda, non molto distante dal Castello, c’è una strada che dà, come al solito, su un panorama stupendo. Ai lati sono presenti parecchi alberi di ciliegio. Ecco, ora immaginate di passeggiare su quella strada in una soleggiata giornata di primavera nella quale soffia però un po’ di vento. Petali rosa che volano in tutte le direzioni, la sensazione di freschezza causata dalla brezza, i bambini che corrono e si lanciano palle di fiori. Tutto intorno dettagli da cui non volete distogliere lo sguardo, che entrano in testa e smuovono ciò che c’era. Se provate a far finta di non sapere dove siete, probabilmente sarà la cosa più simile all’essere in Giappone che potrete fare senza mai andare nel Sol Levante. Ci arrivate in un’ora e mezza di aereo. Ma dovete indovinare il posto e il momento giusto.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Qua il concetto è azzardato, me ne rendo conto. Ronald Reagan e bellezza nello stesso paragrafo? Nella stessa frase? Si tratta però di qualcosa di simbolico, che rappresenta gli avvenimenti che hanno segnato l’Ungheria nel secolo scorso. Perché la storia, per quanto tragica, può essere affascinante e definisce ciò che siamo. In Ungheria l’oppressione comunista successiva alla seconda guerra mondiale fu vissuta sempre con odio e fastidio. La rivoluzione del ’56, seppure repressa con violenza, fu un segnale che aprì gli occhi a molti. Gli ungheresi però hanno sempre cercato di mantenere orgoglio e dignità, fino alla transizione democratica della fine degli anni ’80. Oggi a Budapest dicono che l’unica stella rossa che possono tollerare è quella che appare su una famosa marca di birra. Dati questi presupposti, non è quindi così strano che sia stata dedicata una statua ad un nemico dichiarato del comunismo, sebbene sia sicuramente un personaggio controverso. Solo se sai dove sei stato, può andare avanti. Ah, anche questa statua, ça va sans dire, porta fortuna. Basta stringere la mano a Reagan. Se ci riuscite.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

La principessa Sissi è un personaggio molto popolare in tutto il mondo. In Ungheria però lo è ancora di più. Elisabetta di Baviera infatti, amava il popolo magiaro e passava molto tempo a Budapest. Si dice addirittura che si sia messa a studiare l’ungherese e che l’abbia imparata in un anno. Difficile che sia vero, ne dubitano persino loro, ma è un aneddoto significativo. Ovviamente questo amore era ed è tuttora corrisposto. Non a caso una delle piazze principali della capitale, Erzsébet tér è dedicata proprio a lei. Si trova vicino alla zona dove la vita notturna è più viva. Lì c’è un bar molto frequentato che però di giorno potreste non notare perché in pratica è scavato nel terreno sotto una specie di piscina. Di sera invece è difficile che vi sfugga. La piazza si riempie di ragazzi che siedono a gruppetti sul prato, bevono, ridono, scherzano. Budapest è una città con molti giovani e in Erzsébet tér la loro energia si sente e non lascia indifferenti. E, visto che stiamo parlando di bellezza, quando vi troverete lì capirete perché le ragazze ungheresi sono da sempre così ben considerate.

Michele Pasquale @ntwari_mickey

Siamo andati avanti per gradi, svelando l’estetica di Budapest poco a poco. Per frammenti, da diverse angolazioni non convenzionali, come in un lento spogliarello. Ora però è arrivato il momento di affrontare apertamente la questione. Devo usare un altro cliché, ma non posso evitarlo. Per Budapest non sono parole vane, è la verità. Di giorno è una città meravigliosa, ma dopo il tramonto riesce persino a migliorare. Il Danubio diventa nerissimo, le luci mostrano sfumature nuove. Passare su un ponte e vedere quello che mostra quest’ultima foto (il Parlamento e il Castello) è una sensazione che non si scorda facilmente. Non è guardare un quadro: è essere in un quadro. La luce che squarcia il buio mostrando delle meraviglie. La bellezza che penetra nel tuo umore nero e ne provoca la rarefazione, la perdita di significato. E inizi a desiderare un po’ di quella bellezza nella tua vita e ti riprometti di ottenerla. Di essere migliore. Di salvarti. Sì, forse la bellezza salverà il mondo. Quanto meno, viene facile crederlo in un posto come Budapest.

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