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10 motivi per continuare a guardare Sanremo 2016 nonostante la prima serata

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Tutti amano Sanremo, ripete ossessivamente Carlo Conti. Ne sei proprio sicuro?

Negli occhi di Carletto, ieri, prima serata della sessantaseiesima edizione del Festival di Sanremo, si leggeva un po’ di paura: la sensazione di déjà-vu è un fatto reale e consistente, e ieri sera lo abbiamo captato tutti. Pure Conti. Sanremo 2016 sarà molto simile a Sanremo 2015.

Si parte con un excursus di tutte (e dico proprio tutte eh, cioè non si sono vergognati nemmeno di mettere Povia e Marco Carta) le canzoni vincitrici dal 1951 sino ad oggi. Amarcord ed un omaggio a David Bowie, con una cosa che sa un po’ come: ecco, ce lo siamo levati dalla palle e pure quest’anno stiamo a posto. Trascorre così la prima mezz’ora di Festival e neanche l’ombra di un conduttore imbarazzante: bellissimo.

Ma poi si comincia veramente e per quattro (dico QUATTRO) lunghe ore Carletto non lo scalza nessuno da lì sopra. A me, e non credo di essere la sola a pensarlo, il tempo è sembrato lungo il doppio: la serata scorre senza scariche adrenaliniche, scosse, o un imprevisto che possa raggirare di un minimo la prevedibilità più scontata (e no, il mal di pancia di Garko non vale).

Non c’è da stupirsi, ma è ancora presto per negare ogni speranza al Festival della canzone italiana che tanto (almeno secondo quanto dice Carlo Conti) ci piace. E, nel temporeggiare mentre si rimedia un po’ di brio per questo show colossale, ecco i miei dieci motivi per resistere e guardare il Festival di Sanremo 2016 nonostante la prima puntata.

Dieci motivi per continuare a guardare Sanremo 2016 anche dopo la prima serata

@rockol

1. Dobbiamo ancora sentire Elio e le Storie Tese

Sì, perché i Bluvertigo li abbiamo già ascoltati, Morgan è già caduto sul Red Carpet e ha già lanciato un basso durante l’esecuzione di “Semplicemente”, lasciandoci tutti con il fiato sospeso per dei lunghissimi secondi, fino a quando un povero tecnico che doveva scontare qualche grossa punizione divina lo ha afferrato al volo: panico (ma ve lo immaginate se non lo prendeva?).

Così oggi sarà la volta degli Elii, che pare che abbiamo in serbo per noi una canzone geniale. Che non puntano alla vittoria, ma ad essere eliminati e ripescati. Rideremo un sacco, come al solito. E non vediamo l’ora.

@melty

2. Gabriel Garko in quattro giorni potrà, forse, imparare almeno una battuta senza fare errori

Perché il minimo che ti aspetteresti da uno che fa l’attore, seppur la sottoscritta non lo abbia mai visto recitare, è che tre o quattro frasette da dire sporadicamente quando presenti un gruppo, un cantante o il sito web del Festival, se le ricordi. E invece no, non è poi così scontato se ti chiami Gabriel Garko.

Con la stessa espressione dal 1990, la rinuncia al parrucchiere per un considerevole investimento in botox e gli zigomi che sono arrivati una manciata di secondi prima, Garko fa il suo ingresso trionfale sul palco dell’Ariston e non ne azzecca veramente una: non ci vede, ha mal di pancia, si dimentica cosa deve dire, si mette gli occhiali per leggere meglio e comunque sbaglia lo stesso.

Forza Gabriel, non pensavo che qualcuno potesse fare peggio di Arisa lo scorso anno. Tu, invece, ce la puoi fare.

3. Non ci sarà più la Pausini

Il peggio è passato, mettiamola così. Le sue urla sono state confinate alla prima serata e ora, se proprio ne sentite il bisogno, potete andare a risentirla su Youtube, assicurandovi che comunque si vive benissimo anche se questo passaggio lo saltate.

È vero, lo so: Laura non ha deluso le aspettative. Però, dipende sempre da quali siano queste aspettative. Io, per esempio, ancora non mi capacito del perché Carletto non abbia invitato nemmeno per sbaglio i miei cari Capitani coraggiosi.

4. Virginia Raffaele

È una delle poche speranze per questa edizione del Festival, seconda solo a Elio. L’anno scorso, nei panni di Ornella Vanoni, abbiamo fatto fatica a capire se si trattava di quella vera oppure no. Per cui, Carletto ha pensato bene di trascinarsela dietro. E meno male, dai.

È la sola che a graffiare un po’, a scomodare e a scuotere dall’inerzia il pubblico più apatico del mondo: quello dell’Ariston. Per tutta la serata di ieri ha vestito i panni di Sabrina Ferilli e, ogni sera, interpreterà un personaggio diverso. Sono certa che almeno un sorrisino ce lo strapperà.

@qn

5. Madalina Ghenea che è bella ma non bellissima, quindi non la odio per partito preso

Non so chi sia o cosa facesse prima nella sua vita, ma ha una faccia simpatica, seppur un pessimo gusto nel vestirsi: l’abito animalier con cui esordisce e scende le pericolosissime scale dell’Ariston rimanda un po’ all’uomo tigre.

Quantomeno, però, riesce a ricordare le battute, ci mette un po’ di suo quando racconta del papà che si addormentava davanti a Sanremo (come dagli torto, giustamente) e gli fa un baffo a quel manichino di Garko, nonostante abbia questa vocina un po’ nasale, come i bambini con le adenoidi ingrossate.

6. Sanremo Arcobaleno

Sul Festival incombe la discussione sulle unioni civili e diversi artisti hanno aderito alla campagna #SanremoArcolabaleno annodando al microfono dei nastri con i colori della bandiera LGBT. Un messaggio che in pochi istanti è diventato virale sui social: la prima ad esprimersi è stata Noemi, seguita da Arisa, Enrico Ruggeri, i Bluvertigo e poi ancora Irene Fornaciari.

7. Il giovedì delle cover

Da un po’ di tempo a questa parte, nella settimana del Festival il giovedì è diventato la ‘serata cover’ e, soprattutto, la mia serata preferita, omaggio ai brani più celebri della musica italiana. Per la serie: quella che hai portato tu fa cagare al confronto, non dimenticarlo mai.

@qn

8. La gara dei giovani: quei poverini ce li dimentichiamo sempre

Sono confinati a improbabili orari, ma vi garantisco che ci sono. E se si trova la forza di reggere gente come Dolcenera o la Michielin, è giusto concedere un’ascoltatina pure a loro. Anche perché poi finisce che vanno in ibernazione fino al Sanremo successivo e non vogliamo mica essere impreparati poi per la sessantasettesima, no?

9. I sei minuti di diretta stampa di Rocco Tanica

Valgono tutte le quattro ore di Festival. Tanica non sarà con gli Elii sul palco, quest’anno, ma ancora una volta in sala stampa a fare l'”inviato” e a farci, dopo tutto quello strazio, morire dal ridere. Non c’è nessuna rottura con i colleghi, per cui possiamo goderci quei pochi minuti di ilarità scomoda che tanto ci piaceva l’anno scorso e che, a quanto pare, deve essere inspiegabilmente piaciuta pure a Carlo Conti.

@sanremo

10. Cristina D’Avena

Il super super super ospite della finalissima, il prossimo sabato, non sarà Renato Zero ma lei. La conferma della sua venuta, dicono, sia stata un parto: una lunghissima attesa da parte dei suoi fan che avevano addirittura avviato una petizione per sostenere la sua partecipazione al Festival (Mah).

Inutile dire che siamo molto curiosi di sapere con quali brani Cristina D’Avena si esibirà a Sanremo: probabilmente un medley dei suoi millemila successi. Certo è che se mi canta “Saylor Moon e il cristallo del cuore” beh, non ce n’è più per nessuno.

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