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We Animals: esseri invisibili nella macchina moderna

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We Animals – Noi Animali. Gli animali sono una presenza costante nella nostra vita e nel nostro quotidiano: sono compagni di vita nelle nostre case, ci aiutano nel lavoro e nelle operazioni di soccorso, sono – per molti – cibo e strumento di vestiario oltre ad essere fonte di reddito per chi alleva e ‘cavie’ per chi fa ricerca. Le nostre vite sono intimamente intrecciate alle loro secondo percorsi non sempre lineari, chiari e condivisibili.

Di qui uno spazio per approfondire, informare e curiosare sul mondo di noi animali: umani e non. Una rubrica per raccontarci questo universo. Il titolo della rubrica, We Animals, è un omaggio al lavoro della fotografa Jo-Anne McArthur. Un lavoro che è alla base del film documentario The Ghosts in our machine di Liz Marshall. Ma vediamo più nel dettaglio i temi di questi due lavori che fanno da apripista a questo nuovo spazio.

Qual è la linea di confine tra i diritti dell’umano e del non umano? Una domanda spinosa che genera molto dibattito. A questo proposito tutti abbiamo presente le numerose campagne di sensibilizzazione, raccolte di firme e mobilitazioni per i diritti degli animali. È una riflessione che (come spesso succede) parte dal mondo anglofono – dove i contrasti sono più forti – per poi spandersi a livello globale. Il documentario The Ghosts in our machine indaga proprio questo difficile tema: gli animali, esseri invisibili all’interno della macchina moderna. Si tratta di un documentario scritto e diretto da Liz Marshall sulla base appunto del lavoro fotografico di Jo-Anne McArthur, We Animals.

In We Animals la McArthur ha raccolto migliaia di foto scattate in quindici anni di ricerca sulle condizioni di vita degli animali in diversi contesti. Le fotografie sono state scattate negli allevamenti, nel mondo dello spettacolo e intrattenimento, nei centri di ricerca, in santuari e centri di recupero. Il suo lavoro vuole rendere visibile un universo sommerso e invisibile ai più. Il filo conduttore è quindi l’empatia tra umano e non-umano e lo sviluppo di una compassione che unisca tutti gli esseri senzienti. Di qui il titolo We Animals. Celebri gli scatti che colgono il lato “umano” di animali, a sottolineare la mancanza di confine tra umani e animali di fronte alle emozioni. Jo-Anne McArthur commenta così il suo lavoro:

The connection that I have to animals while I’m photographing them is one of empathy. There is a huge mistreatment and inequality between human and non-human animals, 
and that’s always in the forefront of my mind.

Come accennato, il lavoro della fotografa canadese è alla base del documentario The Ghosts in our machine. Il documentario ruota attorno ad un cast di animali non-umani ed è stato realizzato seguendo per un anno Jo-Anne McArthur durante la realizzazione di We Animals. Nel corso di questo anno la McArthur ha fotografato le storie di diversi animali negli Stati Uniti, in Canada ed Europa. Ogni storia è una finestra su una delle industrie legate al mondo animale: alimentazione, moda, intrattenimento e ricerca. Ecco il trailer del documentario:

La riflessione etica e morale che ruota intorno al lavoro di Jo-Anne McArthur e di Liz Marshall si inserisce in un filone di ricerca filosofica, legale e politica molto prolifico, come testimonia la TED talk It’s Time to Re-Evaluate Our Relationship with Animals tenuta dall’avvocato Lesli Bisgould:

In conclusione le relazioni tra umano e non-umano sono un universo complesso, affascinante e non privo di forti contraddizioni. Il nostro sarà un viaggio non solo attraverso i temi di questo dibattito ma anche attraverso gli aneddoti, le curiosità, le informazioni e le storie del nostro quotidiano con animali non-umani.

Immagine | Jeffrey

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