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Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza, LeFilm della settimana

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Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza recensione

Due film negli anni settanta più tre a partire dagli anni duemila che vanno sotto il nome di Living Trilogy di cui Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza ne è il capitolo conclusivo per il settantunenne Roy Andersson maestro indiscusso della black comedy filosofica e beckettiana. Meritatissimo in questo senso il Leone d’Oro vinto a Venezia per questi 39 quadri surreali che tra nonsense e ironia raccontano le miserie umane. Si comincia con un incipit impagabile che vede tre divertentissimi incontri con la morte e si prosegue con personaggi/maschere (e non è un caso che siano due venditori di denti da vampiro e di maschere da carnevale a farci da guida lungo il film) che si muovono tra la vita e la morte, tra passato e presente, tra miseria e (apparente) nobiltà. Il tutto visto da un piccione/regista che beffardo e compassionevole riflette sulla tragicomica e spesso miserevole e assurda condizione umana.

TRAGICOMICO @@@@

Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza

Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 101′
Regia: Roy Andersson
Cast: Holger Andersson, Nisse Vestblom
Produzione: Roy Andersson Filmproduktion AB, 4 1/2 Film, Nordisk Film- & TV-Fond
Distribuzione: Lucky Red

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