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Pasolini in scena al teatro dell’Orologio

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Un padre ingombrante e goffo ritorna dal figlio dopo vent’anni fingendosi malato pur di farsi accettare, cosciente di essere stato irresponsabile ed egoista:
[quote align=”center” color=”#999999″]“Confesso di amare questa società da noi costruita, fondata sul capriccio di eterni figli, quali noi siamo sempre stati: distruggere, consumare, esaurire”[/quote]

La tragedia dell’essere figlio e la misteriosa predestinazione di dover pagare le colpe dei padri è il tema dello spettacolo Tutti i padri vogliono far morire i loro figli di Fabio Morgan e Leonardo Ferrari Carissimi con gli attori della compagnia CK Teatro (Mauro Santopietro, Luca Mannocci, Irma Ciaramella, Chiara Mancuso, Anna Favella ) in scena al Teatro dell’orologio fino a giovedì 3 aprile.

Gli 8 episodi della tragedia pasoliniana Affabulazione creano l’ambientazione e la struttura narrativa dello spettacolo, in cui il rapporto tra un padre e un figlio, tema tragicamente trattato da Pasolini anche in altre opere teatrali e cinematografiche, nasce e muore in un unico frammento di vita che è in scena:
[quote align=”center” color=”#999999″]“Non importa se i figli sono buoni, innocenti, pii: se i loro padri hanno peccato, essi devono essere puniti”.[/quote]

Tutti i padri vogliono far morire i loro figli ci parla a tratti della Roma cara a Pasolini e lo rievoca ricordando il mistero che racchiude la sua fine all’idroscalo di Ostia, dopo quarant’anni dalla sua morte, e che ancora non siamo riusciti a svelare.

La regia di Leonardo Ferrari Carissimi riadatta il tema pasoliniano creando frammenti di sogno in cui il padre Carlo, interpretato da Mauro Santopietro, goffamente cerca di farsi perdonare la voragine che la sua assenza ha prodotto. La sofferenza del figlio è un canto di solitudine di una generazione che si è trovata a dover combattere con le ombre di giovani sessantottini, che con l’alibi degli ideali hanno nascosto la loro inadeguatezza a essere padri.

Eterni figli che hanno procreato coscienti di non voler mai crescere, nella speranza che non sarebbero stati puniti per il loro agire irresponsabile, come se il mondo finisse con loro. Il figlio orfano non più di un solo padre ma di un’intera società sa solo rivendicare l’egoismo paterno ma non reagire alla sua assenza “Sogno?! Ma non avete sognato abbastanza nella vostra vita? Adesso è giunto il momento di stare svegli!”. Carlo non sarà mai abbastanza lucido per stare sveglio, si aggrappa ai ricordi e ritrova energia solo nelle provocazioni sessuali dirette alla ragazza del figlio.

Nonostante Tutti i padri vogliono far morire i loro figli sia reso perfettamente sulla scena e gli attori esprimano con talento l’ingiustizia a cui le colpe dell’uomo li ha condannati, gli spettatori rimangono imprigionati in una trama onirica, come se la notte fosse trascorsa senza immergersi nel sonno/sogno e la mattina seguente non rimanesse nulla di noi…

Lo spettacolo Tutti i padri vogliono far morire i loro figli è in scena al teatro dell’Orologio fino al 3 aprile.

Immagini / Manuela Giusto

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