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Sondaggi politici: l’effetto Renzi

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[quote align=”center” color=”#999999″]”Battute, gesti, ammoina e colore locale… neanche un’idea, un progetto, un’apertura culturale di qualche minimo peso, ma soltanto il sospetto, non dichiarato ma tangibile, di una sostanziale vocazione di destra”   A. Asor Rosa[/quote]

Dalla ruota della fortuna alla probabile elezione a segretario del Partito Democratico passando per Palazzo Medici Riccardi e Palazzo Vecchio, Matteo Renzi ne ha fatta di strada. Che fosse nato sotto una buona stella era intuibile fin da quando, nel 1994, vinse più di 48 milioni di lire nel programma di Mike Buongiorno.

Ad onor del vero però, bisogna riconoscere a Matteo una buona dose di tenacia e perseveranza. Negli anni, ha lavorato parecchio su se stesso e sulla sua immagine. Ha perso peso, rinnovato il proprio look e fatto di tutto per indurre nell’opinione pubblica l’idea che un giovane democristiano in politica ormai da una quindicina d’anni possa essere l’incarnazione del rinnovamento.

Secondo il sondaggio pubblicato ieri sulle pagine del quotidiano Europa, ma effettuato prima del confronto fra i tre candidati trasmesso da SKY, il 66,6% degli intervistati voterebbe Renzi alle primarie dell’ 8 dicembre, mentre l’ 84,8% indica nel sindaco di Firenze il sicuro prossimo segretario del PD.

In ogni caso, la vittoria di Renzi alle primarie è un fatto destinato ad incidere sensibilmente nel panorama politico nazionale. Secondo il sondaggio di Ipsos per Ballarò del 3 dicembre, il 48% degli intervistati ritiene che una affermazione del sindaco di Firenze costituisca una risorsa in più per il governo, mentre per il 40% sarebbe una minaccia alla stabilità attribuendo a Renzi delle mire su Palazzo Chigi. L’elezione del nuovo segretario avrebbe ovviamente anche dei riflessi sullo stesso PD che si rafforzerebbe per il 41% degli intervistati, mentre rischierebbe di spaccarsi per il 38%.

     

Inoltre, quella di Matteo Renzi è una figura capace di spostare gli equilibri interni del partito. Secondo il sondaggio Ixè per Agorà di due settimane fa, se da un lato è in grado di far guadagnare al Pd un 3,3 %, dall’altro è da Forza Italia che attingerebbe il 3,4% di voti nuovi mentre la sua elezione farebbe perdere l’1,8% in favore di Sel. Ciò dimostrerebbe una virata verso destra del partito.

Immagini| RAI

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