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Samia Yusuf Omar

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Samia Yusuf Omar è un’atleta somala con una storia incredibile, di dolore e ingiustizia. Diventa famosa in tutto il mondo il 19 agosto 2008, quando nelle batterie dei 200 metri alle Olimpiadi di Pechino corre talmente piano (per le extraterrestri con cui si confronta, s’intende) da dare il tempo al pubblico di applaudirne convintamente gli ultimi metri.

Samia appare magrissima rispetto alle potentissime avversarie, eppure commuove il mondo arrivando al traguardo con grande fatica.

Ma una volta tornata nella sua terra, la Somalia, non trova nessuna accoglienza festosa: perseguitata perché, si dice, indigesta ai gruppi islamisti radicali che non ne apprezzano la professione di atleta, riesce a spostarsi in Etiopia e da lì comincia la sua tragica avventura.

Nessun applauso di nessun pubblico commosso accompagna questa volta Samia mentre attraversa il Sudan e il deserto della Libia per arrivare alla costa mediterranea. Già, la fatidica costa libica da cui centinaia di migranti in fuga come Samia si imbarcano per l’Europa.

La vita dell’atleta olimpionica Samia Yusuf Omar naufraga assieme a quella di altre persone il 2 aprile 2012 al largo di Lampedusa.

Ora un libro di Giuseppe Catozzella uscito questa settimana, Non dirmi che hai paura, ne racconta la storia.

Il video di Samia che corre i 200m a Pechino è davvero commovente, ve lo metto qui sotto. Ma poi, per favore, leggete questo.

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