Tanti sono i giochi presentati all’E3, ma oltre ai grandi titoli visti vorrei segnalare un videogame ancora in fase di sviluppo: RIOT: Civil Unrest.
Da un team tutto italiano capitanato da Leonard Menchiari, RIOT è un simulatore di alcune rivolte realmente accadute negli ultimi anni, che hanno attratto notevolmente l’attenzione dei media. Alcuni esempi sono i NO Tav in Italia, gli Indignados in Spagna o la guerriglia urbana a Keratea, Grecia.
Chissà se svilupperanno lo scontro tra polizia e Black Bloc a Milano per il No-Expo Mayday?
Graficamente RIOT si presenta come un pixel-art, stile retro in 2D, anche se l’ambientazione è in 3D. Di scenario in scenario cambieranno gli elementi caratteristici, come lo sfondo, i vestiti dei rivoltosi e persino le uniformi dei poliziotti.
Come funziona RIOT? Come ognuno di noi ha una propria personalità, il comportamento del singolo individuo all’interno della folla inferocita è totalmente imprevedibile: ci sarà il rivoltoso che aggredisce per primo, quello che scappa, quello che provoca, quello che è lì senza sapere perché, Basta Che Ci Sia Bordello. La folla (o lo schieramento) non si sposterà come un unico blocco, per quanto il giocatore le darà indicazioni di movimento: ogni piccolo incontro tra i personaggi è ben studiato, di modo da rendere il tutto il più realistico possibile.
Insomma, consiglierei RIOT a tutti gli aspiranti sociologi che vogliono testare le proprie competenze, ma anche a qualunque videogiocatore che si interessa al mondo in cui vive, e non solo a quello di Super Mario o Minecraft!