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Nasce la Sinistra Italiana: solita palude o alternativa a Renzi?

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Se ne parlava da tempo, ne abbiamo già parlato anche qui (vi ricordate Human Factor?), e alla fine è successo: nasce Sinistra Italiana, il nuovo contenitore dei progressisti che proprio non ce la fanno a reggere Matteo Renzi. Per raccontare chi c’era all’affollatissima (con tanto di comizio improvvisato a beneficio di chi non era riuscito ad entrare) assemblea fondativa del teatro Quirino a Roma non si può però prescindere dal prefisso “ex”.

C’erano infatti gli ex Democratici Fassina, D’Attorre e Galli, gli ex grillini Zaccagnini e Campanella, l’ex Sel Claudio Fava, addirittura il repubblicano e “super ex” Giorgio La Malfa, a suo dire in quota Keynes. Ad appoggiare il progetto l’ex (e storico) Segretario Generale della CGIL Cofferati, Vendola e Boldrini. Fra gli intervenuti anche alcuni parlamentari di Sel fra i quali Fratoianni, Scotto, Palazzotto.

I nomi in campo sono quindi chiari, così come lo sono quelli di chi non c’era, a cominciare da Landini e da Civati.

Un po’ meno lo sono i contenuti.

Dagli interventi sicuramente interessantissimi pronunciati al Quirino vengono infatti fuori, a beneficio del grande pubblico, solo due concetti: l’essere alternativi a Renzi e il mostrarsi disposti al flirt con i Cinque stelle.

Mettere in chiaro la distanza dal premier è cosa ovvia per la nuova formazione di sinistra, ma nonostante ciò, visto il numero ed il peso dei vari fuoriusciti dal PD, è altrettanto scontato attirare su di se le critiche di chi vede nella nuova formazione il coacervo di quella palude, di quei gufi rancorosi nemici della contentezza più volte evocati dai tweet del rottamatore.

In un boomerang potrebbe trasformarsi anche il sostegno preannunciato (o minacciato) al M5S nelle imminenti amministrative ed in particolare a Roma. Ovvio che i grillini rispediscano al mittente il tentativo di alleanza, con il risultato di far sembrare quello di SI un tentativo disperato di saltare sul carro dei (probabili) vincitori.

Il dilemma principale di SI, insomma, pare quello di nascere già con un problema di posizionamento. In mancanza di un progetto autorevole veramente alternativo alle forze in campo si tenta di giocare il ruolo di ago della bilancia fra le due potenze più affini (PD e 5S) rischiando però, vista la differenza delle percentuali, di fare più la figura dell’ago nel pagliaio.

C’è da temere dunque, nonostante i 41 parlamentari che aderiscono al gruppo (31 deputati e 10 senatori), che Sinistra Italiana nasca già morta, incapace cioè di esprimere un’identità chiara capace di farla uscire dal limbo delle percentuali inferiori al numero delle dita di una mano. Fassina sostiene che saranno alternativi ad Happy Days, l’importante al momento sembra dimostrare di non essere dalle parti di The Walking Dead.

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