Mercury Meltdown è una serie di videogiochi basata su mercurio: non sul messaggero degli dei, bensì sulla liquida sostanza grigiastra. Il giocatore deve controllare un blob di mercurio, e lo può muovere solo inclinando il piano di gioco. Il mercurio può essere diviso in bolle più piccole, le quali saranno più veloci delle bolle grandi.
Le porte di aprono se si “schiaccia” il relativo interruttore. Questi sono attivabili solo se si dispone del colore giusto o se si ha una sufficiente quantità di mercurio. La bolla viene colorata quando passa sotto appositi dispositivi, e unificare bolle di diversi colori li mischia secondo uno schema cromatico di 7 tonalità (rosso, giallo, blu, verde, ciano, azzurro, grigio).
Ogni volta che si è colpiti da un nemico, o che la bolla cade fuori dal piano, si perde una corrispondente parte di mercurio: se 100% è la quantità iniziale e ne cade il 40%, rimanete in gioco col 60%. Il livello finisce quando arrivate sulla bandiera, che a sua volta può esser di colore diverso, o quando tutto il vostro mercurio cade.
Il punteggio finale aumenta in base al tempo residuo, alla percentuale di mercurio rimasta e ai bonus ottenuti. Durante il livello scorrerà un timer: esso non rappresenta un limite di tempo, ma è un tempo indicativo per completare il livello.
Nei posti più disparati e pericolosi sono nascosti dei bonus (cristalli giallognoli); raccogliendoli sbloccherete vari extra alla fine del livello, quali nuove skin o party games.
Di per sé un videogioco della serie Mercury Meltdown offre un intrattenimento limitato, in quanto i livelli, di difficoltà crescente, dopo un po’ stancano. Inoltre il multiplayer è praticamente assente e il gioco è progettato per il giocatore singolo. Un qualche accenno di modalità multigiocatore è presente nella versione per PSP, ma con scarsi e deludenti risultati.
Tuttavia ad un primo impatto Mercury Meltdown attira molto sia per la grafica essenziale (anche se nella versione Wii la grafica è in stile cartoon), sia per i comandi intuitivi, ma anche per il concept originale di poter dirigere questa sfera instabile, realizzata con accettabile realismo.