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Marina bellezza o della ritrovata fierezza

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@rosei83

Sono andato a sentire Silvia Avallone un paio di settimane fa, subito dopo aver letto Marina Bellezza. Volevo capire quanto c’era in lei del furore che attraversa i suoi giovani protagonisti. Già accostare la parola furore a giovani, oggi, sembra bizzarro: un po’ come mettere un motore Ferrari su una Smart.

Invece, Avallone ha confermato la sua furia. Gentile, ma ferma. Anzi, ha rincarato la dose. Ha evocato “lo spirito barbarico e ferino” dei suoi personaggi. E la cosa avrebbe meno interesse, se questi non fossero stati ispirati da persone vere.

Marina è antipatica, egoista, eccessiva. Ma bellissima, di feroce determinazione, talentuosa. Andrea è assoluto, integro, puro. Lei vuole quello che tutti già desiderano: il successo, i lustrini, la tv. Lui si fabbrica un sogno nuovo ma profumato d’antico: fare il malgaro, come il nonno. Un lavoro totalizzante, di selvatica dedizione. Si amano, si lasciano, si ritrovano. Crescono. Sempre con una furia cieca, totale, biblica.

Attorno a loro il Biellese, una terra desolata uscita malconcia dall’ubriacatura di un benessere rapido quanto evanescente – ricordate Aiazzone? – ora abbandonata ai crudi morsi della crisi. Due coppie di genitori inetti nel loro compito fondamentale di rendere i figli felici e adulti. E lontano, in America, il fratello di Andrea impersona quel mito infantile, durissimo e fragile come cristallo, che ognuno di noi deve infrangere per crescere.

Diventare adulti, veramente e duramente adulti, fa di loro degli eroi, dei sopravvissuti, dei Robinson Crusoe a casa loro che prendono su di sé il carico enorme di riconquistarsi un pezzo d’Italia, di salvarla, di ri-colonizzarla.

Un “romanzo civile” si diceva fino a poco tempo fa, ma scevro di qualsiasi strascico ideologico, denso di selvaggia e passionale determinazione, che urla la necessità, ribadita dalla scrittrice durante la presentazione, di prendere un’altra strada – non importa se è sterrata, fangosa, abbandonata o vergine – quando la principale, quella che sembrava la nostra, risulta sbarrata.

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