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Lo Stato Sociale: fanculo a chi non si lascia cadere

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(Continua su Le Nius la rubrica musicale I meravigliosi dischi di Annalì. Oggi la giovane autrice presenta il nuovo singolo de Lo Stato Sociale).

Se li conosci ti stanno simpatici per forza. Vengono da Bologna e sono dei pazzi scatenati, quasi 80mila fans su Facebook e un tour alle spalle in cui hanno veramente spaccato. Sono Lo Stato Sociale, la mia risposta decisa quando vengo accusata (ingiustamente) di ascoltare solo musica lagnosa.

Ma sono soprattutto i protagonisti indiscussi della settimana scorsa: lunedì hanno proposto su ITunes il loro nuovo singolo ‘C’eravamo tanto sbagliati’ che ha spodestato Pharrel Williams con la sua onnipresente “Happy” e il compaesano Cremonini. Gli ultimi diventano i primi, a volte.

“C’eravamo tanto sbagliati” è un flusso di coscienza di sei minuti in cui si manda a fanculo praticamente tutto: i qualunquismi, i conformismi, le incoerenze e tutto ciò che ci fa essere tristemente ordinari. Per me è stato un modo soddisfacente di spendere gli ultimi 1.49 euro rimasti sulla PostePay. È un’invettiva diretta e disinvolta su di una piacevole melodia che, come per altre canzoni dello Stato Sociale, ti fa venir voglia di urlare a squarciagola e saltare (o pogare violento, per i più coraggiosi) sul ‘Lalalalala’ del ritornello, che diventerà di certo un tormentone.

Mi piace pensare che certe canzoni tirino fuori proprio ciò che pensi, ma non hai mai detto, come un grido di libertà alla faccia dell’inadeguatezza: non è da tutti, ma lo Stato Sociale di solito riesce in questa impresa.

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