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L’Italia vende armi agli amici dello Stato Islamico?

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@businessinsider.co.id

Il Made in Italy è da sempre e per noi tutti fonte di orgoglio. I prodotti italiani sono indossati, guidati, assaporati dai più importanti personaggi della politica, della cultura e dello spettacolo nel mondo. Non c’è da meravigliarsi dunque se ancora una volta potrebbe essere figlio del genio e dell’industria italica un oggetto che ha il potenziale di modificare le vite degli abitanti di questo pianeta ben più di quanto abbiano fatto Iphone, Ipad e compagnia cantante, ovvero un missile.

L’Italia vende armi agli amici di Isis?

Forse non tutti sanno, infatti, che l’Italia detiene il 3% del mercato mondiale delle armi e che fra i suoi primi tre clienti ci sono, oltre la tanto odiata India dei Marò, gli Emirati Arabi Uniti (9% del prodotto esportato), fra i maggiori finanziatori, secondo il Dipartimento di Stato americano, dello Stato Islamico e la Turchia di Erdogan, protagonista (si fa per dire) del momento storico grazie all’abbattimento del jet russo con un missile che potrebbe portare la firma di uno dei colossi delle armi dello stivale.

Proprio la Turchia si sta rivelando uno dei clienti più affezionati, passando dai 30 milioni di euro di commesse del 2009 agli 85 nel 2014, in curiosa concomitanza con il blocco della vendita delle armi all’interno del territorio siriano a partire dal 2011.

Qualche malalingua potrebbe obiettare che non è coerente schierarsi a sostegno dei francesi e contro l’Isis e poi vendere armi ai suoi maggiori alleati nella regione, ma queste anime belle dovrebbero poi andare a leggere i dati che ci dicono che dopo gli attentati di Parigi l’indice Bloomberg di Finmeccanica ha fatto un balzo in avanti di un più 8%, insomma, in tempi di crisi mica bruscolini.

La guerra, insomma, rende e rende bene, e lo sanno i nostri amministratori che infatti fanno di tutto per assicurare sbocchi di mercato importanti alle nostre aziende di punta. Certo il povero Silvio dovrà adesso pensare bene a chi invitare a cena fra il compagno di bisbocce Putin e il suo amico Erdogan, grande cliente di Finmeccanica, come abbiamo detto.

In compenso Renzi mantiene vivi i rapporti politici, economici e finanziari con le potenze del Golfo. Il 6 ottobre scorso ha infatti incontrato a Palazzo Vecchio a Firenze il principe degli Emirati Arabi, mentre il 9 novembre (appena 4 giorni prima degli attentati di Parigi) si è recato in visita ufficiale in Arabia Saudita.

La ministro Pinotti ha invece piazzato un vero e proprio affare vendendo al Kuwait 28 caccia Eurofighter realizzati da un consorzio europeo del quale Finmeccanica è parte al 50%. Pecunia, insomma, non olet, o forse puzza giusto un po’ di polvere da sparo, sangue, e terrore. Ma una pistola, un missile, un bazooka, si sa, alla fine sono solo strumenti, proprio come l’Iphone, l’Ipad o internet. L’importante alla fine è come si usano. O no?

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