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Isis fuori da Kobane: la resistenza curda vince (per il momento)

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@new york times

Fonti curde lo confermano: Isis è fuori da Kobane. Lo Stato Islamico è stato cacciato dalla parte nord di quella che è diventato un simbolo della resistenza del popolo curdo, libero e democratico, contro la minaccia totalitaria e nazista del Califfato.

Pur ignorati da gran parte del mondo occidentale, osteggiati da una Turchia che chissà se mai dovrà rispondere della connivenza con Isis, con l’appoggio (non convintissimo) dell’aviazione americana, i curdi sono riusciti per il momento a tenere Kobane. La situazione è ovviamente tutt’altro che risolta, visto che a pochi km da quella che è stata ribattezzata da molti la “Nuova Stalingrado” tutti i paesi sono sotto il controllo e la scure del Califfato.

Dopo un arretramento iniziale, le milizie curde sono riuscite a ripartire, grazie anche ai bombardamenti che qualche danno hanno provocato nelle file delle truppe di Al Baghdadi. Una piccola grande vittoria dopo tre mesi di battaglia casa per casa, le curde e i curdi possono essere chiamati a tutti gli effetti eroi, visto che in centinaia stanno offrendo la vita per il loro sogno di una società giusta ma anche per non far passare un esercito di pazzi che si è preso mezzo Iraq e mezza Siria (con le armi americane e i soldi di Qatar e Arabia Saudita, ricordiamo).

Isis fuori da Kobane: grazie ai “terroristi”

Tra parentesi, è sempre giusto non dimenticare come i movimenti curdi siano da sempre definiti terroristi dall’Occidente benpensante e di come non abbiano neanche uno stato. L’idea di un Kurdistan è ciò che più terrorizza il premier turco Erdogan, che continua a tenere il piede in due scarpe: da un lato condanna gli orrori di Isis, dall’altro impedisce ai curdi di passare mentre i militanti del Califfato si muovono indisturbati.

Kobane rappresenta il maggior successo ottenuto finora contro lo Stato Islamico, eppure non abbiamo visto molti governi e ministri ringraziare ufficialmente i combattenti curdi, nonostante il Califfato sia il grande spauracchio dell’Occidente. Dimenticanza casuale? Non proprio. I curdi usano comunque toni tutt’altro che trionfalistici: quella di Isis potrebbe essere una ritirata temporanea e c’è da scommettere che torneranno alla carica più numerosi di prima. Intanto la comunità kurda fa festa (nella foto Diyarbakir), cerca di rinserrare le fila per la futura difesa, nella speranza che l’aviazione americana resti a dare una mano.

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