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Iran e Occidente: un passo avanti e uno indietro?

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@RT_com

Il 16 gennaio 2016 si sono concluse le operazioni relative all’accordo sul nucleare firmato a Ginevra nel luglio 2015 tra l’Iran ed i Paesi del 5+1 (Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Gran Bretagna, i paesi che hanno diritto di veto all’Onu, più la Germania): il raggiungimento del cosiddetto “Implementation Day”, giorno in cui l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha confermato il rispetto da parte dell’Iran degli standard imposti riguardo alla proliferazione atomica, ha comportato la caduta delle sanzioni economiche imposte da parte di Nazioni Unite, USA e Europa, che sin dalla fine degli anni ’70 avevano progressivamente costretto l’Iran all’isolamento commerciale.

In concomitanza, l’amministrazione Obama ha ottenuto la liberazione di cinque prigionieri statunitensi detenuti in Iran, in cambio di sette iraniani in attesa di processo negli USA.

Iran e Occidente: in arrivo nuove sanzioni?

Se da un lato Barack Obama sottolinea l’efficacia della diplomazia sotto il suo mandato, dall’altro si prepara ad apporre la firma su nuove restrizioni, conseguenti al programma sui missili balistici portato avanti dall’Iran stesso.

Il presidente iraniano Rouhani, pur condannando le nuove restrizioni, ha parlato di “un nuovo capitolo” negli affari internazionali, sottolineando come tutto il mondo abbia riconosciuto l’affidabilità dell’Iran. Il ministro degli esteri Ansari invece ha parlato delle nuove sanzioni, definendole senza legittimità morale o legale

Le nuove restrizioni sono illegittime perché il programma balistico dell’Iran non è progettato per avere la capacità di trasportare testate nucleari

Secondo l’IMF, la fine delle sanzioni potrebbe significare per l’Iran una crescita del PIL pari quasi al 5%, oltre alla ripresa dei commerci con le nazioni estere, specialmente per quanto riguarda gas, petrolio e industria meccanica; l’Iran rappresentava ad esempio per la Peugeot-Citroen il secondo maggior mercato di vendita. In aggiunta, si stima uno scongelamento di conti bancari iraniani presenti in tutto il mondo per un totale di circa $30-50 miliardi.

La mossa diplomatica di Obama non è priva di conseguenze sul fronte della lotta al terrorismo: il conflitto tra sunniti e sciiti rappresenta una profonda divisione che potrebbe portare Teheran al tavolo contro l’avanzamento di ISIS insieme alle altre potenze.

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