Site icon Le Nius

Il Carnevale di Sauris e le frittelle di salvia

Reading Time: 3 minutes

C’è un Carnevale piuttosto particolare in Carnia, nell’alto Friuli, quello di Sauris. Raro caso di isola linguistica tedesca in Italia, il paese venne infatti fondato nel Medioevo da popolazioni alpine provenienti dall’odierna Austria. La valle piacque, e decisero di fermarsi, importando la lingua: oggi infatti a Sauris si parla un dialetto del gruppo linguistico bavarese.

Inserita nei ”Borghi autentici d’Italia”, Sauris piace anche oggi. Ha sposato un turismo soft, istituendo uno dei primi alberghi diffusi del nostro Paese. Offre tra l’altro una cucina, quella carnica, sapida a variegata, per nulla scoraggiata dall’altitudine (siamo sopra i 1200 metri), anzi testardamente volta a valorizzare un territorio aspro quanto spettacolare. Solo per dare qualche cenno, in questa stagione la cucina carnica di Sauris offre i magnifici cjarsons (=calzoni), portafogli di pasta farciti di raffinate composizioni di erbette, formaggio, ortaggi e altro ancora; o il prosciutto crudo IGP, dalla caratteristica affumicatura old style a legna di faggio, il tutto innaffiato da una ruspante birra artigianale prodotta in quattro varietà. Vi consiglio di assaggiare la birra affumicata, che fa da pendant ai salumi, e quella aromatizzata alla canapa.

Ma dicevamo del Carnevale di Sauris come ottima occasione anche per gustare la cucina carnica, in particolare le frittelle di salvia o salviadi. Immaginate l’atmosfera: è sabato grasso, ha fatto buio da poco, c’è un freddo cane, siete in questo paesino con le case di pietra e i ballatoi in legno quando, all’improvviso… annunciato dai suoi sonagli, il volto nero di fuliggine, ecco il Rolar, che avverte la gente dell’inizio della mascherata. Poco dopo compare, coperto da un’austera maschera di legno, il Kheirar, con una grande ramazza. Un tempo quest’ultimo entrava in ogni casa e con il gesto di spazzare il pavimento allontanava anche l’inverno coi suoi rigori.

@_topo_

Oggi invece la mascherata si dipana per le vie del paese, composta di maschere belle in costume popolare carnico, e maschere brutte, anch’esse fatte in legno e con sembianze grottesche. Il corteo finisce sotto un tendone, c’è gran festa per turisti e valligiani, vin brulè per tutti e assaggi della cucina carnica, e fra i dolci ci sono anche le frittelle di salvia (o mentuccia essiccata, qui vi propongo le prima perché di solito è più facile reperire la salvia).

Ed eccovi la ricetta di oggi.

Ricetta delle frittelle di salvia Salviade del Carnevale di Sauris

Dosi per 4 persone

  • 300 g farina 0 macinata a pietra, o di mais o di riso
  • 2 uova fresche cat. A
  • 1 bicchierino di grappa dolce
  • 1 cucchiaio di zucchero integrale
  • 1 bustina di lievito di birra fresco
  • la buccia grattugiata di 1 limone
  • 50 g di burro
  • 1 bicchiere di latte tiepido
  • 20 foglie grandi di salvia col gambo
  • sale q.b.
  • olio di semi di arachidi per friggere
  • 30 g zucchero a velo

@Dana McMahan

1. Unite assieme la farina con il rosso d’uovo, lo zucchero mescolato al lievito, la grappa, la buccia del limone e il burro precedentemente fuso: mescolate con un cucchiaio di legno, aggiungete il latte fino ad ottenere una pastella cremosa ma non troppo liquida. Versate l’albume montato a neve con un pizzico di sale. La consistenza dovrebbe essere piuttosto compatta, non troppo soffice (son rudi frittelle di montagna!).

2. Mettete poi l’olio in una padella, quando sarà bollente intingete le foglie di salvia nella pastella, quindi immergetele nell’olio fino a completa doratura. Toglietele, mettetele su una carta assorbente, e servitele ben calde spolverate di zucchero a velo.

Le frittelle di salvia o salviadi di Sauris vengono dette anche las suris perché il gambo della salvia le fa assomigliare a topolini con la coda.

@_topo_

CONDIVIDI
Exit mobile version