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Gaza e l’orrore davanti ai nostri occhi

Gaza e l'orrore davanti ai nostri occhi
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Doveva essere tregua e tregua non è stata. La speranza era che non fosse una mossa mediatica ed invece proprio quella è stata: Israele ha accettato la proposta egiziana assolutamente irrealizzabile dal punto di vista di Hamas e dei palestinesi, che in pratica avrebbero dovuto smantellare la loro già scarsissima dotazione militare.

Accuse e contro accuse e il bombardamento è ricominciato, portando con se un carico di orrore ancora maggiore, se possibile. Ci scrivono da Gaza:

Gaza, 17 luglio 2014 10° giorno Operazione “Protective edge. “Tregua umanitaria” è definita quella accordata per fermare i fuochi e la distruzione durata 10 giorni. Un cessate il fuoco che non è arrivato a nessun accordo concreto e duraturo ma che ha necessità di vedere che cosa ha portato questa furia violenta di bombe. Questa ultima giornata e nottata si è distinta per la violenza che i civili hanno pagato senza senso.

Ieri una furia di uccisioni sui civili, droni e tank shell sulla folla, lontana da obiettivi sensibili ma target inconsapevoli dl fuoco dell’odio. 4 bambini che giocavano per un attimo di pausa, sono stati centrati in pieno da due missili della marina sulla spiaggia del porticciolo di Gaza, dietro al Adam Hotel, uno dei 7 hotel presenti sul lungo mare della striscia di Gaza, sotto gli occhi dei giornalisti di tutto il mondo.

Le immagini sono agghiaccianti e non richiedono commenti. Solo una profonda vergogna. La situazione ora è di un cessate il fuoco di qualche ora per “motivi umanitari”, prima che il massacro ricominci.

Uccisioni, distruzioni e bombe sono continuate tutta la notte con 45 raid aerei, centinaia di shell provenienti sia dalle navi che dai carri armati. 13 le case distrutte solo questa notte. Anche adesso qualche ora prima dell’inizio della tregua, stanno continuando lanci di missili da Gaza (uno e’ arrivato ad Haifa) e altri raid su tutta la striscia; decine i feriti di queste ultime ore. Scontro anche al confine tra militari e combattenti palestinesi, 5 morti. Dalle 10 alle 15 si fermerà dunque la tempesta di fuoco, si osserveranno i danni e poi ……ancora non si sa.

Mentre continua la campagna di aiuti per far arrivare medicinali in quella striscia di terra, una sensazione di deja vu, oltre che un generale senso di impotenza sta attraversando il mondo davanti a questo conflitto, con i governi che fanno poco, Obama che non perde occasione per affermare il diritto di Israele alla difesa (sarebbe questo?) e le piazze che continuano a riempirsi di una rabbia con cui Israele dovrà avere a che fare per tanti anni.

Perché una delle conseguenze certe dei fatti di questi giorni, oltre ai morti e l’orrore, è che il governo di Israele sta regalando ai suoi cittadini altri decenni di paura. Perché, come ha scritto su Haaretz qualche giorno fa Gideon Levy, il governo di Israele non vuole la pace.

Immagine| Telegraph

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