Bombe su Gaza: tregua in vista?3 min read

15 Luglio 2014 Mondo Politica -

Bombe su Gaza: tregua in vista?3 min read

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Bombe su Gaza: tregua in vista?

170 morti il bilancio delle vittime fino ad oggi, oltre 1800 feriti, 500 case distrutte, caos e paura in tutta la Striscia di Gaza. Situazione umanitaria difficile con carenza soprattutto di medicinali nei maggiori ospedali. Sfollate migliaia di persone durante la giornata di ieri, nell’area nord della zona di Beit Lahya per l’imminente entrata via terra dell’esercito israeliano.

Queste le ultime notizie che abbiamo ricevuto ieri da Gaza, dalle associazioni presenti sul territorio che coraggiosamente sono rimaste senza andare via dall’inizio dei bombardamenti. Sono statistiche che si aggiornano drammaticamente di ora in ora, stamattina i morti sono 190, i numeri e le vite spezzate salgono, senza sosta. Oggi sembra arrivi la prima novità dall’inizio della pioggia di bombe su Gaza: Israele avrebbe accettato il cessate il fuoco proposto dall’Egitto.

Hamas dal canto suo non sembra aver ricevuto la proposta o accettato, ma di fatto da quando se ne parla un solo razzo è partito verso Israele, secondo fonti dell’esercito israeliano. Osama Hamdan, portavoce di Hamas ha però accusato l’Egitto di far fatto una proposta ad uso e consumo dei media, “uno scherzo” come l’ha definito.

La proposta egiziana prevede cessazione delle ostilità aeree, marittime o terrestri a partire dalle 8 ora italiana e l’inizio dei negoziati in proprio territorio entro 48 ore. Nel frattempo la situazione a Gaza è sempre più disperata. Ricordiamo che sono territori sotto embargo, in cui è quasi impossibile entrare ed uscire. Qui trovate il modo di aiutare la popolazione di Gaza donando qualcosa all’iniziativa Medicine per Gaza.

Fatto sta che la temuta invasione via terra non è cominciata, grazie anche alla presenza internazionale che in qualche modo tutela i civili palestinesi da ulteriori massacri. La situazione resta appesa un filo.

Le persone uscite dalle case, circa 2000, sono state alloggiate nelle scuole dell’UNRWA aperte a questo scopo non particolarmente organizzate per accogliere così tanta gente. La gente che e’ fuggita non ha portato niente con se, molti sono usciti anche senza le scarpe, trasportati dai ciuchi e il carretto fino a destinazione.

Ieri però dopo tante ore di tensione e molti bombardamenti su tutta la striscia, non si è verificata la “pulizia del territorio” di Atatra, come preannunciato dagli israeliani. Vuoi per la grande attenzione mediatica (centinaia di giornalisti di tutto il mondo presenti nella striscia), vuoi perchè molti degli abitanti si sono rifiutati di uscire dalle case per far posto alla distruzione israeliana, i temuti attacchi a tappeto non si sono fortunatamente verificati. La notte è trascorsa in modo relativamente “tranquillo”, qualche attacco su Gaza City alle strutture governative alle strutture già bombardate, tanto per fare qualcosa.

Sembra quasi che abbiano preso tempo per far calare l’ attenzione e la tensione, frenati dall’incontro dei paesi per la mediazione e per lo studio delle mosse che seguiranno. Inoltre non si e’ ancora conclusa completamente l’evacuazione dei 800 palestinesi cittadini stranieri dei paesi di Canada, Inghilterra, America.

Molte volte la propaganda gioca il ruolo maggiore per influire psicologicamente sulla strategia e la realtà dei fatti. Per il momento stanno parlando le armi della marina che lanciano missili indiscriminati su tutta la costa verso nessun obiettivo, volano bassi gli F16.

Vedremo che cosa succederà nelle prossime ore. Qui intanto potete trovare alcune testimonianze dirette in inglese da Gaza.

Immagine| statecrime.org

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Lo appassionano filosofia, semiotica e Fc Internazionale. Prova a prendersi cura della comunità di Le Nius, in pratica delle relazioni con le persone. Formatore nelle scuole. Per lavoro si occupa di strategie digitali. davide@lenius.it
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