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Feel blues

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@Jeroen Peerbolte

Vi sentite malinconici? Beh allora siete sulla strada giusta per apprezzare il blues. Feel blue infatti significa proprio questo.

Sì, lo so. Sentiamo blues e ci vengono in mente campi di cotone, vagabondi con la chitarra e l’armonica, voci nere strascicate e dolci. Un altro tempo, un altro luogo. E invece… la malinconia è universale. E il blues è proprio la colonna sonora più adatta per viverla fino in fondo. E vincerla.

La canzone blues è molto semplice, ripetitiva, quasi un mantra. La strofa sale, ha il suo apice e poi ridiscende. Uno schema fisso, ideale per la creatività del singolo.

Nata fra gli schiavi africani, si porta l’Africa dentro. Anche per il suo tono spesso solenne, un po’ oracolare. Canto di libertà perduta, canto per riprendere la libertà.

Semplice, il blues. Basta la voce e una chitarra. O un piano. Batterete il ritmo col tacco. Ed è finita lì. Strumenti essenziali. Una chitarra fatta con una scatola di scarpe e una corda. L’armonica in bocca, che sta in tasca. La washboard, l’asse per lavare i panni, a vivacizzare il ritmo.

Una musica semplice e ancestrale ben si presta a incontrare, a mescolare. Fin dagli anni ‘20 dialoga da vicino col fratello jazz, urbano, frutto di culture diverse, polistrumentale quanto il blues delle origini è rurale, omogeneo, parco di strumenti.

Ma dal blues gemma anche il rock’n roll. Cioè, il blues è nientemeno che il nonno del rock, cioè la musica per eccellenza degli ultimi 60 anni in Occidente.

Ascoltate le prime canzoni di gruppi tipo Beatles o Rolling Stones (il loro stesso nome è un brano di Muddy Waters), e sentirete ancora forte e chiaro il peso del blues. Ed Eric Clapton? La sua celebre Slow Hand si è formata proprio sul blues.

Acque Fangose. Lupo Urlante e tanti altri, erano i nomi di carismatici bluesmen nati cent’anni fa sul Missisippi. Leggende per gli appassionati del genere. Un genere che ha travalicato i suoi stessi confini.

Perché quando sei malinconico, vuoi che passi presto. Il blues può segnare il ritmo di quel “presto”.

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