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La rivincita delle curvy: e alla taglia non pensarci più

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Miss Italia 2016: Paola Torrente, taglia 46, si classifica seconda. È bellissima, ma non solo: è anche solare, genuina e un’intraprendente studentessa di ingegneria. Paola sorride, e il suo sorriso e il suo fisico sinuoso la rendono inesorabilmente vicina alla vittoria, tanto vicina da vedere il podio. I media l’hanno definita curvy.

Settembre 2016: la bellissima Ashley Graham sfila in lingerie alla New York Fashion Week decisa e sicura di sè, e guadagna la cover di Vogue, Glamour e altri magazine di moda. Modella plus size, è stata definita.

Ashley a parte, su tutte le copertine delle riviste di moda che troviamo dal parrucchiere vediamo comparire modelle ormai non più filiformi, come se lo stile Bridget Jones stesse tornando di moda; nemmeno gli uomini sembrano badare più di tanto alle taglie (anche se c’è da dire che loro l’occhio per la moda non l’hanno mai veramente avuto).

Veniamo insomma costantemente punzecchiate da piccoli segnali che stanno segnando un possibile punto di svolta: la rivincita delle curvy. Preparatevi, perché è un aggettivo che vi capiterà di leggere sempre più spesso, e spesso a sproposito. Personalmente, ogni volta che lo sento mi viene la venetta malefica, non so se avete presente. Non so mai se ridere, se piangere o se evitare di pesarmi per paura di rientrare in questa fatidica categoria.

Già, ma cosa diavolo vuol dire essere curvy? Fino a qualche anno fa venivano chiamate in questo modo donne dalla taglia 46 in su, ma recentemente si è diffusa l’idea che il termine indichi qualcosa di più che una semplice attribuzione di taglia.

È diventato un modo di essere, uno stile di vita: insomma donne, indipendentemente dal vostro peso, se siete sinuose, morbide, formose e state bene con voi stesse allora siete curvy! D’altronde il dizionario di Oxford attribuisce l’aggettivo curvy a donne armoniose e sensuali. Attenzione: non grasse o ciccione, ma formose e con le curve al posto giusto (ebbene sì: c’è differenza).

Non è un caso che il fenomeno curvy nasca nel campo della moda, anche in opposizione all’immagine di sé delle top model degli anni ottanta e novanta, che oltre ad essere magrissime erano anche anonime e stereotipate.

Con il tempo il termine curvy è quindi diventato anche indicatore di benessere, di uno stato di forma. Non deve quindi essere associato a fenomeni pericolosi come l’obesità; in alcuni casi è piuttosto sinonimo di tonicità. Non a caso, ad esempio, sul blog della “modella curvy” italiana Elisa D’Ospina trovate molti consigli per preparare piatti gustosi e salutari.

Ma cosa vuol dire per noi questa svolta curvy che dalla moda emana la sua influenza su tutta la società? Forse ora possiamo andare di meno in palestra, scolarci quell’aperitivo in più con gli amici e non doverci preoccupare se aumentiamo di qualche chilo. Tutto qua?

No, c’è qualcosa di più, credo. Significa essere consapevoli del nostro fascino, utilizzare a nostro favore i punti di forza del nostro corpo, non sentirci sciatte ma essere sicure e determinate. Studiatevi, guardatevi allo specchio, conoscetevi più a fondo, e individuate le cose che vi rendono, o vi fanno sentire, belle.

E, curvy o non curvy, non dimenticate mai a casa il sorriso: sorridete, sorridete sempre. Nulla vi rende più belle del sorriso!

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