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Diario da Sanremo 2014 – Giorno 3: il “tempo”

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Il tempo a Sanremo, durante la settimana del Festival, non basta mai: conferenze, interviste, eventi, tutto scorre senza fiato. Ed è buio senza nemmeno accorgersene. Ma “tempo” ha tante connotazioni: intanto oggi, finalmente, non ci sono più nuvole e le sciarpe sono rimaste nell’armadio. Al Palafiori il ritmo è serrato e oggi non c’è nemmeno spazio per un caffè in piazza Colombo.

Non ha tanto tempo nemmeno Tonino Manzi, storico ufficio stampa Rai, che per la distribuzione tra i giornalisti di biglietti per l’Ariston si inventa un cervellotico algoritmo numerico. Risultato? Accreditati in 700 e ne beneficiano una ventina solo tra i primi 100 in lista.

Neanche il modo di farlo notare, che comincia il valzer: esordisce Raphael Gualazzi, accompagnato dalla grande Caterina Caselli. Anche Casco d’Oro ha la sua visione del tempo, riferito ai talent show: “Se sono alla fine? Non sta a me dirlo. Il talento è democratico, può essere ovunque”.

Ecumenico Frankie Hi NRG, che l’anno scorso faceva #SPAMremo sul web, mentre quest’anno ricorda che “noi abbiamo rispetto del tempo del pubblico, perché non dare qualità a chi ci ascolta vuol dire sottrarre minuti preziosi”. Amen.

Bisognerebbe dirlo, forse, a chi ha partorito la fiacchezza di questo Festival: ricco di tempi morti e figlio di chi, sotto sotto, pensa già da martedì sera a levare le tende. Per la gioia delle Nuove Proposte, costrette a raccontarsi sul palco solo oltre mezzanotte.

E allora ci viene in soccorso Renzo Rubino, maturità da veterano e occhiaie da artista, che a Le Nius dà l’interpretazione più intima del suo tempo. Tempo che, peraltro, è protagonista di entrambe le sue canzoni (Ora e Per sempre e poi basta, ndr): “è un caso… Cerco di vivere sempre al meglio il mio tempo, cerco di essere sereno e vivere le giornate appieno, concedendomi pennichella e colazione tutti i giorni. Mi piace vivere in maniera semplice, come tutti”. Già, come tutti quelli che hanno il tempo di permetterselo.

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