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Delitto, Castigo e noi

Reading Time: 2 minutes
@Emanuele – Zac MC

Perché leggere oggi le oltre 600 pagine di Delitto e castigo? Perché è tante cose diverse.

È un giallo lungo e tortuoso in cui, certo, l’assassino si svela subito, ma la suspense consiste nel continuo rinvio del momento in cui Raskol’nikov confesserà. La descrizione dei due delitti è assolutamente filmica, modernissima: tu lettore sei letteralmente dentro l’azione.

È un match filosofico, in cui si scontrano teorie diverse e universali (per la cronaca, vince la squadra del Vangelo; ma non è la cosa più importante), ma soprattutto si scontrano le varie componenti della nostra psiche imperfetta.

È un training per chi tergiversa nel fare una cosa: tutta la seconda parte del libro, infatti, è occupata dai tentennamenti del protagonista: ”confesso o non confesso?”.

È una storia d’amore, tra R. e la mite, dolce prostituta Sonja. E di pazienza: i due si dichiarano a pag. 618.

È un viaggio a San Pietroburgo. Dopo la lettura, vi verrà voglia di passeggiare lungo la Neva, di ammirare il magnifico Palazzo d’Inverno, di entrare in una bettola fumosa per una vodka.

Ma soprattutto, è una storia.
Una storia talora macchinosa, con molti dialoghi come fiumi larghi e tetri, che portano tonnellate di detriti a ostacolare il proprio corso.

Una storia brulicante che ci mostra un formicaio d’uomini mai fermi, mai arrivati, che dibattono inquieti le loro idee e vi impastano le loro vite mosse e cangianti. In un’epoca stravolta, velocissima, senza certezze. E in una metropoli a più piani, stratificata, percorsa da mille energie diverse.

Non vi ricorda la nostra realtà?

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